In un’intervista a Sky News Arabia, il presidente russo Vladimir Putin si è pronunciato sul conflitto che si sta consumando in Medio Oriente tra Israele e Iran, schierandosi dalla parte della Repubblica Islamica e invitando i due Stati a trovare una soluzione diplomatica. Nella stessa sede, il capo del Cremlino si è espresso anche sulla guerra con l’Ucraina, affermando che sarà complesso raggiungere un accordo di pace senza eliminare i caratteri “nazisti” della leadership di Kiev.
Il diritto alla tecnologia nucleare
Putin ha manifestato il suo appoggio all’Iran, partner strategico della Federazione Russa, sostenendo che Tehran ha diritto allo sviluppo di un programma nucleare e all’utilizzo dell’energia atomica per scopi pacifici. D’altro canto, l’Aiea non ha dati certi capaci di dimostrare che l’intenzione iraniana fosse quella di utilizzare le competenze tecnologiche acquisite per minacciare la sicurezza del sistema internazionale, né tantomeno che fosse vicina a poter usufruire di armi di distruzione di massa.
Il presidente ha sottolineato anche come la Repubblica Islamica abbia più volte dichiarato di non avere alcuna intenzione di sviluppare strumenti militari di questo tipo. Inoltre, si è soffermato anche sulla peculiare caratteristica di questo attore, il quale basa la sua esistenza statuale e politica sulla religione islamica e i suoi principi, rimarcando l’esistenza di una fatwa, che condannerebbe il possesso e l’uso di armi nucleari. Di qui l’integralismo religioso come base dell’esistenza della stessa Repubblica Islamica, nonché una certa ventilata impossibilità da parte della classe dirigente ad operare in oltraggio ai principi morali e giuridici dello Stato.
Il supporto a Teheran
In seguito, il capo del Cremlino ha riferito che la Russia è disponibile a fornire assistenza all’Iran relativamente allo sviluppo della tecnologia atomica a scopi pacifici, esternando così la volontà di dare continuità alla cooperazione strategica tra i due Paesi. Al momento, non vi è stata l’evacuazione di Bushehr, sede in cui i due attori collaborano alla costruzione di due reattori nucleari.
Per il Cremlino si tratta di una partnership fondamentale, che permette di proteggere i propri interessi geopolitici nella regione mediorientale, posti a serio rischio in seguito alla caduta del regime di Assad, con il quale è stato instaurato un rapporto di amicizia. Per questa ragione il leader della Federazione Russa ha più volte manifestato vicinanza all’Iran, criticando gli attacchi israeliani.
Un potenziale regime change avrebbe conseguenze estremamente negative, ed è considerata un’eventualità da scongiurare. Per evitare che si verifichi uno scenario di questo tipo è necessario che gli Stati Uniti non intervengano nel conflitto e che si raggiunga una soluzione negoziale e pacifica tra le due parti. Dunque, secondo Putin le preoccupazioni di Israele possono solamente essere affrontate attraverso il dialogo e la diplomazia, e non tramite attacchi missilistici.
Sull’Ucraina
Il presidente russo si è espresso anche sulla guerra in Ucraina, affermando che risulta difficile negoziare con gli avversari per via della presenza di alcuni elementi considerati affini all’ideologia nazista. Per poter arrivare alla pace è quindi necessario rimuoverli e, dunque, continuare a combattere. Di qui l’intenzione della Federazione di proseguire l’operazione militare speciale, con l’obiettivo di massimizzare le proprie conquiste territoriali ed infliggere al nemico il maggior numero di perdite possibile, in modo da sedersi al tavolo delle trattative con più potere negoziale.
Putin ha anche ribadito che per incrementare le possibilità che si possa inaugurare una contrattazione diplomatica è opportuno che il governo ucraino riconosca ufficialmente i risultati dei referendum tenutisi nelle regioni di Lugansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhya. Si tratta di una mossa tattica, che permetterebbe di poter esercitare la propria sovranità sulle contese zone separatiste. Al momento, risulta difficile pensare che Zelensky possa accettare condizioni simili, considerando gli sforzi ed i sacrifici che lui ed il suo popolo hanno sostenuto in questi anni.
Inoltre, il Rappresentante Permanente presso le Nazioni Unite Vasily Nebenzya ha sottolineato che l’unico modo che possa permettere all’Ucraina di scongiurare un disastro umano e politico è cominciare ad adottare un approccio costruttivo e realistico, pronto a prendere in considerazione le richieste del Cremlino.
Conclusioni
La posizione russa sulla crisi mediorientale è chiara, così come la sua prospettiva riguardante il dossier ucraino. In un momento storico estremamente delicato, Putin punta a supportare i suoi partner strategici e a difendere i propri interessi geopolitici, continuando ad alimentare il conflitto in corso.
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