spot_img
Altro
    HomeEsteriAfricaQuale futuro per gli interessi francesi in Libia?

    Quale futuro per gli interessi francesi in Libia?

    Pubblicato il

    spot_img

    Il 26 febbraio si è tenuto un incontro a Parigi fra il Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, e il generale della Libia orientale Khalifa Haftar. Durante il vertice le parti hanno discusso di diversi temi, soffermandosi in particolare sul processo politico libico. Dopo anni di crisi e conflitti, il Paese africano necessita di superare la fase di divisione politico-istituzionale e di ottenere stabilità. Per la Francia la Libia è fondamentale a livello strategico per via degli interessi energetici che i transalpini coltivano nella regione, posti a serio rischio dall’insediamento russo nell’area. Il generale Haftar viene visto come un attore capace di giocare un ruolo chiave nell’evoluzione del processo.

    L’Instabilità della Libia 

    In seguito alla caduta del regime di Gheddafi, la Libia è entrata in un vortice di instabilità politica e conflitti interni che non le hanno permesso di condurre un effettivo processo politico capace di creare nel Paese un contesto istituzionale coeso e pacifico; si è così generato un vuoto di potere, precedentemente ovviato in virtù della presenza del dittatore, figura forte e carismatica. 

    Successivamente, le élite politiche ed economiche hanno tentato di subentrare nelle dinamiche di potere interne per riempire la voragine lasciata da Gheddafi, cercando però di soddisfare i propri interessi, a discapito dell’unità. Nella regione si sono formate quindi due distinte fazioni, quella del Governo di unità nazionale, che esercita il proprio potere nella capitale e nel nord-ovest dello spazio libico, e la Camera dei Rappresentanti, con sede a Tobruk, che controlla alcune zone del centro e l’intera Libia orientale. 

    Ad essere riconosciuto come ufficiale rappresentante del popolo libico a livello internazionale è il governo di Tripoli, che ha ottenuto un seggio all’Onu; parimenti, anche la controparte nel corso degli anni ha coltivato relazioni con diverse Stati esteri, fra cui Russia e Francia, le quali detengono importanti interessi strategici nella zona orientale del Paese. Lo storico comandante Haftar negli ultimi anni è stato uno dei principali protagonisti della scena politico-militare libica, prendendo parte alla guerra civile e tentando varie volte di assumere la guida del Paese tramite colpi di stato. Oggi il generale controlla la Cirenaica, esercitando un potere dittatoriale, e costruisce legami con potenze straniere.

    Gli interessi francesi 

    Nonostante la Francia garantisca il suo sostegno al Governo di unità nazionale di Tripoli, l’Eliseo non ha mai nascosto il suo legame con la Libia orientale e il generale Haftar, tant’è vero che quest’ultimo è stato invitato a Parigi per discutere con il Presidente Macron. Per i transalpini è fondamentale coltivare un rapporto con il generale per ragioni puramente strategiche; la Libia dispone di territori ricchi di risorse energetiche, fra cui riserve di petrolio e gas, in buona parte situate nell’area orientale del Paese, territorio controllato dallo storico comandante libico. 

    Il Paese nordafricano è stato oggetto delle ambizioni di due potenze europee, la Francia e l’Italia, che miravano a controllarlo per gestirne i territori e le rispettive risorse, ma anche per incrementare la presenza marittima nel Mediterraneo e accedere alle potenzialità strategiche che il Paese stesso è in grado di offrire. La rivalità franco-italiana per la Libia è sopravvissuta alla fine dell’epoca coloniale, e ancora oggi continua ad influenzare il Nord Africa; nell’area orientale si registra la presenza di alcune delle principali compagnie energetiche dei due Stati europei, TotalEnergies e ENI. 

    La Francia e l’Italia detengono interessi strategici contrastanti, ed entrambe necessitano di massimizzare le disposizioni di giacimenti petroliferi ed incrementare la propria influenza politica ed economica nella zona. Inoltre, in seguito alla caduta del regime di Assad in Siria, la Russia ambisce ad estendere la propria influenza in Libia per acquisire l’accesso strategico al Mediterraneo. Macron ha ritenuto quindi necessario agire immediatamente per rafforzare il rapporto con Haftar, salvaguardando gli interessi francesi nell’area.

    La presenza russa in Cirenaica

    Dopo aver perso le proprie basi in Siria in seguito al rovesciamento del regime “amico” guidato da Assad per mano delle forze di Al Jolani, Mosca necessita urgentemente di ritrovare una posizione sul Mediterraneo. La Russia e la Bielorussia stanno intensificando la propria presenza militare in Libia orientale, sfruttando il legame politico-diplomatico con il generale Haftar. Quest’ultimo, il 17 febbraio, si è recato a Minsk per discutere con il Presidente Lukashenko della cooperazione militare tra i due paesi; le parti sono riuscite a trovare un accordo che, secondo Agenzia Nova, prevede la costituzione di un’enclave militare a Tobruk con l’insediamento di un contingentamento russo e bielorusso. Si tratta di un’importante evoluzione nei rapporti militari e diplomatici tra l’asse Mosca-Minsk e la Libia orientale. 

    L’accesso al Mediterraneo, le potenzialità strategiche del territorio e le grandi risorse energetiche di cui dispone hanno spinto Putin e il suo alleato Lukashenko ad avvicinarsi fortemente al generale. L’accordo di cooperazione militare è proficuo anche per Haftar, che ora può contare sull’intesa strategica con una grande potenza come la Russia, oltre all’ottimo rapporto politico e diplomatico con Macron. 

    La Francia è intimorita dai recenti sviluppi nelle relazioni russe e bielorusse con il governo di Tobruk e, per questa ragione, mira a rafforzare il legame con il generale. Gli interessi transalpini in Cirenaica necessitano di essere salvaguardati dall’estensione della proiezione strategico-militare del Cremlino; ecco spiegato perché il Presidente francese ha cercato di prendere in mano la situazione, istituendo un incontro all’Eliseo.

    Conclusioni

    La Libia soffre di un’interminabile instabilità politica: le divisioni interne non le permettono di porsi come attore unitario, determinando in maniera indipendente il proprio futuro. Il destino del Paese nordafricano è legato alle potenze straniere, le quali mirano esclusivamente a soddisfare i propri interessi strategici e geopolitici. 

    Nonostante stia assumendo gradualmente sempre più rilevanza nelle dinamiche di potere internazionali, la Libia rimane debole a livello politico ed istituzionale, e non paiono esserci margini di cambiamento nei prossimi anni. 

    20250082


    Articoli recenti

    I volenterosi riuniti a Parigi. Meloni contraria all’invio di truppe in Ucraina

    Dopo il vertice di agosto, giovedì 4 settembre c’è stato un nuovo incontro a...

    Punire non basta: il paradosso del carcere e dell’isolamento

    Le mura, le sbarre e le celle sono la traduzione materiale di un’idea politica...

    Vertice Trump-Nawrocki: verso più militari statunitensi in Polonia

    Visita del presidente polacco Karol Nawrocki a Washington, dove ha incontrato il presidente statunitense...

    Il sodalizio Putin-Xi per sovvertire l’ordine globale

    Era il 2015 quando la parata militare per commemorare la vittoria cinese sul Giappone...