Nel 2025 lo spazio civico globale continua a restringersi in modo preoccupante. Il nuovo rapporto del CIVICUS Monitor documenta oltre 3.120 violazioni delle libertà fondamentali — espressione, associazione e riunione pacifica — rivelando un incremento delle repressioni contro manifestanti, giornalisti e difensori dei diritti umani.
Le democrazie europee non fanno eccezione: Francia, Germania e Italia registrano un netto peggioramento dovuto a nuove leggi restrittive, uso eccessivo della forza e controllo politico sulle organizzazioni civiche.
Parallelamente, crescono gli attacchi alla libertà di stampa e l’uso della tecnologia per sorvegliare critici e oppositori. L’analisi del CIVICUS Monitor mostra un trend globale allarmante: sempre meno persone vivono in Paesi dove possono esercitare le proprie libertà senza paura, segnando una fase critica per la democrazia e i diritti civili nel mondo.
Violazioni in crescita: espressione, protesta e associazione sotto attacco
La maggior parte delle violazioni riguarda la libertà di espressione, con circa 1.350 episodi censiti. Quasi un terzo dei casi coinvolge la libertà di riunione pacifica, mentre oltre 800 episodi riguardano restrizioni alla libertà di associazione.
Tra le pratiche repressive più diffuse, spicca la detenzione arbitraria: manifestanti arrestati in almeno 82 Paesi, giornalisti in 73 e difensori dei diritti umani in 71. Una tendenza in forte crescita riguarda le misure punitive contro chi esprime solidarietà verso il popolo palestinese, fenomeno particolarmente evidente nei Paesi del Nord globale, dove sono aumentati divieti, denunce e procedimenti penali.
Europa e Asia Centrale: uno spazio civico che si restringe
Il rapporto dedica particolare attenzione alla situazione europea, dove lo spazio civico sta vivendo un arretramento significativo. Dei 54 Paesi analizzati in Europa e Asia Centrale, solo 18 mantengono uno spazio classificato come “aperto”.
Nel 2019, oltre metà della popolazione della regione viveva in contesti aperti o ristretti; oggi questa quota è crollata al 26,5%. Le cause principali sono legate all’aumento delle repressioni contro difensori dei diritti umani e manifestanti, e all’introduzione di normative più rigide.
Tre democrazie europee in peggioramento: Francia, Germania e Italia
Quest’anno, Francia, Germania e Italia hanno visto peggiorare la loro valutazione, passando dalla categoria “ristretto” a “ostacolato”.
In Francia il deterioramento democratico si intreccia con la crisi politica apertasi dopo le elezioni del 2024. Le autorità hanno applicato con sempre maggiore frequenza la controversa Legge sul Separatismo per sciogliere associazioni, limitarne i finanziamenti e reprimere movimenti antifascisti, gruppi pro-Palestina e organizzazioni musulmane. Manifestazioni ambientali, cortei contro l’austerità e proteste di solidarietà sono state spesso vietate o disperse con l’uso massiccio della forza, mentre centinaia di persone sono state arrestate.
In Germania, la repressione più evidente riguarda le manifestazioni pro-Palestina. Solo a Berlino, la polizia ha registrato quasi 9.000 accuse penali legate a queste proteste in meno di due anni. Partecipanti, giornalisti e persino osservatori parlamentari hanno denunciato l’uso sistematico di metodi aggressivi, tra cui strangolamenti, spray urticanti e accerchiamenti forzati. Dopo le elezioni di febbraio 2025, il governo guidato da Friedrich Merz ha avviato un’indagine sui finanziamenti alle organizzazioni ritenute politicamente “non neutrali”, colpendo soprattutto quelle impegnate nelle proteste contro l’estrema destra.
In Italia, l’inserimento nella Watchlist del CIVICUS Monitor è legato all’approvazione del controverso “disegno di legge anti-Gandhi”, definito dai gruppi per i diritti umani il più duro attacco al diritto di protesta degli ultimi decenni. La normativa amplia i poteri della polizia, introduce nuovi reati e colpisce anche la disobbedienza civile nonviolenta con pesanti pene detentive. Parallelamente, sono emerse segnalazioni sull’uso del software “Graphite” per monitorare critici e oppositori del governo.
Minacce alla libertà di stampa
Il rapporto evidenzia anche un peggioramento generalizzato della sicurezza dei giornalisti. In almeno 18 Paesi, reporter sono stati aggrediti durante la copertura di proteste. A Cipro, la giornalista Bisan Ibrahim è stata spinta a terra e colpita con spray urticante mentre documentava una manifestazione pacifica.
In Romania, gruppi di estrema destra hanno vandalizzato l’auto di una troupe televisiva e aggredito più giornalisti. Al di fuori delle proteste, numerosi reporter sono stati intimiditi da politici, guardie private e sconosciuti armati. In Italia, l’attacco più grave è l’esplosione di una bomba davanti alla casa del giornalista d’inchiesta Sigfrido Ranucci.
Sul fronte della guerra in Ucraina, il 2025 ha registrato la morte dei giornalisti ucraini Olena Hramova e Yevhen Karmazin, uccisi da un drone russo mentre documentavano un attacco nella regione di Kramatorsk.
Un mondo sempre più rischioso per chi difende i diritti
Il Rapporto CIVICUS 2025 traccia dunque un quadro inequivocabile: la libertà civica non è più un presupposto garantito, ma un campo di battaglia. Dalle restrizioni alla protesta alla criminalizzazione del dissenso, dalla sorveglianza tecnologica agli attacchi ai media indipendenti, la tendenza globale indica un arretramento che coinvolge tutte le regioni del mondo.
Nel suo insieme, il rapporto restituisce l’immagine di un mondo in cui lo spazio civico continua a restringersi in modo preoccupante, coinvolgendo non solo Paesi segnati da instabilità politica o derive autoritarie, ma anche democrazie considerate consolidate: le libertà fondamentali — protestare, informare, associarsi ed esprimersi; ciò rende l’esercizio di tali diritti più rischioso ma al tempo stesso sempre più essenziale per la difesa dei valori democratici.
In questo quadro globale, anche l’Italia mostra segnali di preoccupazione, con episodi di restrizione del diritto di protesta, pressioni sul lavoro di giornalisti e un clima politico polarizzato che contribuiscono a un graduale indebolimento dello spazio civico, ricordando che neppure le democrazie storiche sono immuni da dinamiche che mettono alla prova la partecipazione e la libertà di espressione.
In un contesto in cui lo spazio civico continua a restringersi, la difesa delle libertà e la protezione di chi le esercita diventano una responsabilità collettiva: un compito urgente, necessario e non più rimandabile.
20250495

