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    Conflitto Israele-Iran: le posizioni dei leader europei

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    L’attacco israeliano ai siti nucleari iraniani ha provocato l’immediata reazione iraniana, mettendo in allarme l’intera comunità internazionale. Le principali capitali europee hanno reagito esprimendo forte preoccupazione e invitando alla de-escalation.

    Le prime dichiarazioni dell’Unione Europea

    Le istituzioni comunitarie hanno espresso immediata preoccupazione per l’evoluzione della crisi in Medio Oriente. “Le notizie provenienti dal Medio Oriente sono profondamente allarmanti. L’Europa esorta tutte le parti ad esercitare la massima moderazione, a de-escalare immediatamente e a evitare ogni atto di ritorsione. Una soluzione diplomatica è ora più urgente che mai, per la stabilità regionale e la sicurezza globale”: questa la nota congiunta diffusa dalle principali istituzioni europee. 

    La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha rilanciato il messaggio con un post su X in cui chiede “massima moderazione e pieno impegno diplomatico per evitare l’estensione del conflitto”. L’Alta Rappresentante per gli Affari Esteri, Kaja Kallas, ha invece definito la situazione “pericolosa”, aggiungendo che “la diplomazia resta il miglior percorso da seguire”.

    Italia

    Il ministro degli esteri Antonio Tajani ha riferito di aver avuto una lunga conversazione telefonica con il suo omologo iraniano Abbas Araghchi, invitandolo ad evitare ogni ulteriore escalation. Tajani ha espresso lo stesso messaggio anche al Ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar, sottolineando l’urgenza di un ritorno alla diplomazia. In mattinata ha avuto colloqui anche con il direttore generale dell’AIEA Rafael Grossi, da cui ha ricevuto le prime valutazioni sull’impatto degli attacchi israeliani sul programma nucleare iraniano.

    Secondo Tajani, l’Italia continuerà a mantenere aperti i canali diplomatici con Stati Uniti, Oman e Israele, in quanto per il Governo è fondamentale lo stop immediato delle operazioni militari a Gaza, che continuano a colpire in modo “inaccettabile” la popolazione civile palestinese. Nel frattempo, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha convocato una riunione d’urgenza a Palazzo Chigi per monitorare la situazione.

    Francia

    Il Presidente francese Emmanuel Macron ha ratificato il diritto di Israele a garantire la propria sicurezza, ma ha allo stesso tempo rivolto un appello a tutte le parti affinché evitino un’escalation. “Per evitare di compromettere la stabilità dell’intera regione, invito tutte le parti ad esercitare la massima moderazione.”, ha scritto il presidente Macron su X dopo aver parlato al telefono con il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu. 

    Parigi ha inoltre convocato una riunione del Consiglio di Difesa e Sicurezza Nazionale per valutare misure di protezione per cittadini e interessi francesi nella regione. Il Ministro degli Esteri Jean-Noël Barrot ha ribadito: “chiediamo a tutte le parti di evitare qualsiasi escalation che potrebbe compromettere la stabilità regionale.” 

    Germania

    Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha confermato di essere stato informato da Netanyahu dell’attacco contro l’Iran. In una nota ufficiale, Merz ha dichiarato: “Israele ha il diritto di difendersi. Ma esortiamo tutte le parti a evitare passi che possano condurre a una ulteriore escalation e destabilizzare l’intera regione.”

    Merz ha inoltre convocato il consiglio di sicurezza nazionale tedesco, da cui è giunto l’intento di rafforzare la protezione delle strutture israeliane ed ebraiche in Germania, così come dei cittadini tedeschi presenti in Medio Oriente. Berlino ha espresso preoccupazione per il programma nucleare iraniano, sottolineando che Teheran non ha ancora adempiuto ai propri obblighi di trasparenza sull’arricchimento di materiale potenzialmente bellico.

    Regno Unito

    Il Primo Ministro Keir Starmer ha espresso “grave preoccupazione per i recenti sviluppi” e ha convocato una riunione d’urgenza del comitato COBRA per valutare la risposta diplomatica britannica. “L’escalation non giova a nessuno. La stabilità del Medio Oriente deve essere la priorità. Stiamo collaborando con i nostri partner per favorire la de-escalation. Ora è il tempo della calma e del ritorno alla diplomazia.”

    Il Ministro degli Esteri David Lammy ha annullato un viaggio ufficiale negli Stati Uniti, confermando che il Regno Unito non ha avuto alcun ruolo nell’attacco e che “sta monitorando da vicino l’evoluzione della situazione”. Starmer ha successivamente avuto un colloquio telefonico con Netanyahu, durante il quale ha ribadito il diritto di Israele all’autodifesa, ma anche la necessità di una soluzione diplomatica per evitare un conflitto regionale su larga scala. 

    Il Regno Unito ha inoltre dichiarato la disponibilità a esplorare tutte le vie diplomatiche, incluso il possibile riattivarsi del meccanismo di “snap-back” per la reintroduzione delle sanzioni contro l’Iran, nel caso in cui Teheran non rientri nei termini dell’accordo nucleare del 2015.

    La riunione dei volenterosi

    In un vertice telefonico congiunto, Starmer, Macron e Merz hanno rinnovato l’appello a Israele e Iran affinché evitino una spirale di violenza. “Tutte le parti devono mostrare moderazione. La soluzione diplomatica è l’unica via possibile per evitare un ulteriore deterioramento della situazione.” I tre leader hanno riaffermato il diritto di Israele a difendersi, ma hanno anche sottolineato che l’obiettivo comune resta la stabilità dell’intera regione mediorientale.

    Reazioni a caldo del panorama internazionale

    In serata, dopo il massiccio contrattacco missilistico iraniano contro Israele, il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato in conferenza stampa che Parigi “parteciperà ad operazioni di protezione e difesa di Israele” in caso di ulteriori rappresaglie condotte da Teheran, se vi saranno le condizioni operative. Macron ha però precisato di non voler partecipare “in nessun modo a operazioni offensive”.

    Il Primo Ministro britannico Keir Starmer ha parlato con il presidente statunitense Donald Trump, sottolineando “l’importanza della diplomazia e del dialogo”. Infine, Vladimir Putin si è proposto a Netanyahu come possibile mediatore con l’Iran.

    Conclusioni

    Il panorama internazionale si presenta al momento instabile, incerto e senza dubbio esplosivo. Si prospetta una situazione potenzialmente drammatica, i cui effetti si riflettono già sull’intero sistema internazionale. Ancora una volta, le capacità diplomatiche delle grandi potenze saranno cruciali per evitare un’escalation irreversibile e comprendere i futuri sviluppi.

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