Le ultime elezioni regionali di questo autunno sono ormai alle porte e, dopo mesi di stallo, rinvii e veti incrociati, la coalizione di centrodestra ha finalmente sciolto il nodo delle candidature, ufficializzando i nomi dei candidati governatori in tutte le restanti regioni al voto – Veneto, Campania e Puglia – nel corso di un vertice tra i leader tenutosi l’8 ottobre a Palazzo Chigi.
In Puglia la scelta è ricaduta su Luigi Lobuono, imprenditore barese ed ex presidente della Fiera del Levante, che sarà il candidato unitario del centrodestra nella sfida per la presidenza della Regione. Già noto da tempo che il centrosinistra avrebbe puntato invece su Antonio Decaro, eurodeputato PD ed ex sindaco di Bari, sostenuto da un’ampia coalizione progressista composta da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Allenza Verdi-Sinistra Italiana.
Un candidato “civico” vicino a Forza Italia scelto in extremis
La candidatura di Luigi Lobuono è arrivata al termine di un lungo e faticoso negoziato interno al centrodestra, che ha deciso di puntare su un profilo civico: Lobuono, 70 anni, figura vicina a Forza Italia ma senza tessera di partito, noto nel mondo imprenditoriale regionale e già in passato coinvolto nella politica locale.
Ormai un ventennio fa, nel 2004, fu lui lo sfidante del centrosinistra per il Comune di Bari, opponendosi all’astro nascente Michele Emiliano nella corsa a sindaco, competizione elettorale da cui uscì sconfitto. A meno di 50 giorni dall’apertura delle urne, dopo estenuanti trattative tra i partiti della coalizione, Lobuono torna in campo come outsider del centrodestra pugliese.
Le reazioni interne al centrodestra
Il sostegno dei vertici del centrodestra al nuovo candidato pugliese è stato immediato, in primis da parte di Mauro D’Attis, tirato in ballo fino a poche ore prima come papabile competitor, che si è affrettato a definire Lobuono come “un imprenditore generosamente al servizio della Puglia” e “un uomo delle istituzioni dall’etica cristallina”, assicurando che tutta Forza Italia sarà al suo fianco nella sfida.
D’Attis ha lanciato la campagna elettorale del centrodestra contro “un centrosinistra che ha gestito la nostra Regione a colpi di malgoverno e politiche clientelari”, promettendo di proporre ai pugliesi “una visione alternativa di futuro” dopo due decenni di governi progressisti.
Anche dalla Lega sono arrivati messaggi di fiducia, con il vicesegretario leghista Claudio Durigon che ha garantito il contributo dei candidati leghisti in Puglia “per cambiare definitivamente il passo dopo i fallimenti del PD”. La coalizione di centrodestra prova a mostrarsi compatta e motivata attorno a Lobuono, nella consapevolezza che strappare la Puglia al centrosinistra rappresenterebbe un risultato storico e altamente simbolico dopo anni all’opposizione.
I pronostici sfavorevoli per il centrodestra
Va detto, però, che la partita per il centrodestra non si preannuncia semplice. Lobuono è un volto noto soprattutto negli ambienti economici e istituzionali baresi, ma praticamente nuovo per il grande pubblico regionale e privo di una precedente esperienza amministrativa di alto profilo. Inoltre, si è deciso di ufficializzare la sua candidatura solo all’ultimo momento, lasciando al candidato poche settimane per fare campagna su tutto il territorio pugliese e colmare il divario rispetto al campo progressista.
In ambienti dello stesso centrodestra, a microfoni spenti, c’è chi ammette che la sfida sia già persa in partenza, con Decaro che risulta un competitor difficile da affrontare, forte di un radicamento capillare sul territorio e di un enorme consenso personale. Alle ultime elezioni europee ha ottenuto quasi mezzo milione di preferenze, risultando il più votato in assoluto della circoscrizione. Nonostante l’entusiasmo emerso dalle dichiarazioni pubbliche, il centrodestra è ben consapevole di avere di fronte una strada in salita per la corsa alla presidenza della Regione.
Secondo gli ultimi sondaggi Decaro risulta in notevole vantaggio, con margini in alcuni casi molto significativi sul candidato avversario. Tuttavia, la prudenza resta necessaria, soprattutto perché la Puglia, come dimostrò nel 2020 la vittoria di Emiliano su Fitto con meno di otto punti di scarto, è stata negli anni un terreno di contesa.
In queste settimane di campagna elettorale, il centrodestra punta sul desiderio di cambiamento dopo vent’anni di governo progressista, mentre il centrosinistra fa leva su continuità e risultati ottenuti al governo della Regione.
Decaro e il campo progressista: una linea programmatica
La candidatura di Decaro, frutto di una lunga mediazione tra le anime del campo progressista – con tensioni poi rientrate con Michele Emiliano e Nichi Vendola – ha permesso al centrosinistra di presentarsi unito. Decaro guida una coalizione ampia e plurale, sostenuta da PD, M5S e Avs. Popolare e radicato sul territorio, Decaro ha governato Bari per due mandati e alle europee del 2024 è stato il più votato del Sud con circa 490.000 preferenze, a conferma della sua forza elettorale.
Ha lanciato la campagna con una grande convention alla Fiera del Levante, davanti a oltre duemila sostenitori, dove ha parlato di una nuova classe dirigente e di liste aperte alla società civile: professionisti, dirigenti sanitari, sindacalisti e figure del mondo culturale, con l’intento di accorciare la distanza tra il Palazzo e la cittadinanza.
In netto contrasto con la retorica del centrodestra, dopo la designazione dell’avversario Lobuono, Decaro lo ha chiamato per augurargli buona fortuna, dichiarando di voler condurre una campagna sui temi. Il programma, scritto tramite confronti aperti con la cittadinanza, si concentrerà su sanità pubblica, lavoro giovanile, transizione ecologica, turismo e lotta alla criminalità organizzata, temi condivisi ma affrontati con visioni diverse rispetto al centrodestra.
Conclusioni
Le elezioni in Puglia sono ormai alle porte e il risultato, anche a causa del centrodestra che ha tardato molto a ufficializzare il suo candidato, sembra ormai già scritto: non solo per la popolarità e il consenso personale di cui gode il candidato Decaro, ma soprattutto perché il centrosinistra in questi anni è riuscito a ben radicarsi sul territorio della Regione.
Non ci resta che aspettare però fine novembre per sapere se i pugliesi decideranno di mantenere il campo progressista al governo o se – stando ai sondaggi eventualità poco probabile – decideranno di svoltare a destra, strappando alla coalizione di centrosinistra un baluardo fondamentale detenuto da ormai due decenni.
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