La corsa per le regionali nelle Marche è entrata ormai nel vivo. L’appuntamento del 28 e 29 settembre per eleggere il nuovo presidente della regione resta uno dei più attesi. E sono numerose anche le candidature: da Francesco Acquaroli, presidente uscente e sostenuto dalla coalizione di centrodestra, passando per l’ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci, espresso dal centrosinistra. Altri nomi, poi, come Claudio Bolletta, Francesco Gerardi, Lidia Mangani e Beatrice Marinelli. Insomma, una corsa a sei. Ma con due favoriti.
Chi sono Francesco Acquaroli e Matteo Ricci
Il nome di Acquaroli è noto ai marchigiani. Classe 1974, è in quota Fratelli d’Italia. Sfiora la vittoria come presidente di regione nel 2015 quando, sostenuto da FdI e dalla Lega Nord, viene superato dal candidato di centrosinistra Luca Ceriscioli (Pd). Ci riprova poi nel 2020 e questa si rivela essere la volta buona.
E potrebbe essere proprio la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a chiudere la campagna elettorale, per confermare la sua presidenza bis. Per passare da una regione – come ha affermato Acquaroli – “rassegnata a un destino di perdita di competitività” a una regione che ha “messo in campo una serie di riforme, cantieri e azioni” come “si erano mai viste in infrastrutture, lavoro e sanità”.
Matteo Ricci, invece, in quota Partico democratico, di cui è stato anche vicepresidente tra il 2013 e il 2017, ha ricoperto il ruolo di sindaco di Pesaro per ben 10 anni, dal 2014 al 2024. Annunciata la sua disponibilità per la corsa alle regionali, lo scorso luglio scorso viene coinvolto e per questo indagato nell’ambito dell’inchiesta “Affidopoli”, per alcune presunte irregolarità nell’affidamento di incarichi pubblici mentre era sindaco. Al centro due associazioni culturali no profit, Opera Maestra e Stella Polare, numerosi lavori e circa 600mila euro di spesa.
Ma quali sono le sue idee e i suoi progetti per la candidatura? “Dobbiamo aiutare le imprese marchigiane perché sono in difficoltà. Abbiamo bisogno di rimettere in moto i distretti e per fare questo serve una visione economica che è tutto il contrario del protezionismo di questa destra. Per aiutare le imprese serve una regione che riduca la burocrazia e che sostenga lo sviluppo e il lavoro, non i dazi di Trump”, ha affermato Ricci.
Schlein: “La sanità del futuro è del territorio”
Proprio oggi, Elly Schlein ha incontrato i marchigiani, per sostenere la candidatura di Ricci. Forte è stata l’attenzione nei confronti della sanità. “La sanità del futuro è del territorio: case della comunità e ospedali di comunità. Cose che Meloni e il governo di destra stano tagliando anche nei fondi del Pnrr perché non credono nella sanità diffusa”, ha detto Schlein.
Per la leader dem, il governo “taglia e rivendica di aver fatto il più grande investimento nella sanità. È una bugia: Meloni sa che la spesa sanitaria si calcola sul Pil e questa è scesa ai minimi storici da quando è presidente. Basta a chi vuole tagliare la sanità pubblica per favorire quella privata. Vogliamo la sanità pubblica di Tina Anselmi, ex partigiana e cattolica democratica, che voleva una sanità che curasse chi da solo non ce la fa”.
Le Marche entrano in zona Zes
Intanto, il Consiglio dei Ministri ha approvato, ad agosto, un disegno di legge per includere Marche e Umbria nella cosiddetta ZES, ossia la zona economica speciale. Le due regioni si aggiungono così ad Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna.
“Abbiamo scelto di dare a questo territorio e alla sua innata vocazione produttiva, alla sua gloriosa tradizione industriale e artigianale, un’opportunità in più. Il Consiglio dei Ministri di oggi approverà la norma che consente di allargare la Zona Economica Speciale anche alla Regione Marche e alla Regione Umbria. Sta dando risultati estremamente importanti, ma noi vogliamo allargare la Zona Economica Speciale alle Regioni qualificate dalle regole europee come ‘Regioni in transizione’. Questo vale per le Marche, vale per l’Umbria”, aveva detto la premier Meloni lo scorso 4 agosto, proprio durante la conferenza di presentazione dell’iniziativa.
Gli altri quattro candidati
Se da una parte Acquaroli e Ricci sono i favoriti, dall’altra ci sono ben quattro candidati che aspirano a Palazzo Raffaello. Tra loro c’è Claudio Bolletta, scelto da Democrazia sovrana e popolare (Dsp). Ex imprenditore, ha più volte sottolineato come il suo partito non sia “un terzo incomodo”. Tra i temi più proposti c’è quello della sanità. “La sanità, da circa 30 anni, ha seguito un percorso di privatizzazione ed è stata dominata dal consociativismo. Il concetto di dare alle Regioni questa responsabilità è fallito. Noi vogliamo tornare a una sanità pubblica”.
L’altra candidata è Lidia Mangani, insegnante ed esponente del Pci. Anche per lei l’attenzione è su sanità e lavoro. “Oltre a fare delle Marche una regione schierata contro il riarmo e contro la guerra, fa parte delle nostre priorità interrompere il processo di privatizzazione della sanità iniziato nel secondo mandato dall’ex governatore Spacca, proseguito da Ceriscioli prima e da Acquaroli. Poi c’è la dignità per chi lavora, vogliamo un salario minimo di 10 euro”, ha detto Mangani.
Infine, ci sono Francesco Gerardi, scelto dal partito sovranista Forza del Popolo (FdP) e Beatrice Marinelli di Evoluzione della Rivoluzione.
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