La rielezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti ha inaugurato un nuovo capitolo nelle relazioni transatlantiche, ponendo l’Unione europea di fronte a sfide significative e complesse per il suo futuro. La politica improntata su “America First“, già al centro del primo mandato presidenziale, potrebbe consolidarsi ulteriormente, con ricadute sull’economia globale, sulla sicurezza internazionale e sul ruolo dell’Europa in relazione allo scenario geopolitico mondiale.
Relazioni transatlantiche: quale futuro?
Durante il suo primo mandato, Trump aveva più volte criticato l’Unione europea definendola una “rivale commerciale”, promuovendo al contempo politiche economiche protezionistiche che hanno danneggiato settori chiave delle economie europee, in particolare quello automobilistico e agroalimentare.
A seguito della sua rielezione, è probabile che le suddette tensioni possano riemergere, soprattutto nel caso in cui Trump decidesse di imporre nuovi dazi sui beni europei. Sarà interessante valutare se le relazioni, possiamo dire molto positive, tra il nostro attuale primo ministro Giorgia Meloni e Donald Trump giocheranno a favore dell’Italia senza svantaggiare la sua economia. A questo proposito, è importante ricordare che l’export italiano diretto negli USA vale circa 66 miliardi di euro: l’introduzione di nuovi dazi andrebbe inevitabilmente ad intaccare tale settore, creando ripercussioni sulle imprese italiane.
Sicurezza e difesa
Anche dal punto di vista militare le criticità non mancano. La NATO è già messa sotto pressione da Trump con richieste insistenti affinché gli Stati membri dell’alleanza militare incrementino le spese per la difesa. Gli alleati europei, pur avendo aumentato i propri contributi, temono che gli Stati Uniti con la presidenza Trump possano ridurre ulteriormente il loro impegno nella sicurezza collettiva, costringendo così l’Ue a rafforzare la propria autonomia strategica nel settore della difesa.
Dopo l’elezione di Trump, l’Unione europea si sta mobilitando per attuare una politica di difesa militare più decisiva: il primo ministro polacco Donald Tusk ha espresso l’urgenza di aumentare la spesa militare europea, mentre l’alta funzionaria europea per la politica di sicurezza Kaja Kallas ha ribadito l’importanza strategica e il bisogno oggettivo di aumentare i fondi per la difesa. Sono queste sfide che “svegliano” un’Europa, fino ad oggi, molto influenzata nelle scelte sia economiche che militari dagli USA, nonché costretta a seguito dell’elezione di Trump a diventare più indipendente in uno scacchiere geopolitico sempre più complesso e volto al protezionismo.
É probabile che Donald Trump, con le decisioni assunte in politica estera, possa davvero aiutare a costruire una vera Europa unita, indipendente e libera da altre superpotenze che, talvolta, ne condizionano le scelte per il futuro.
Sfide economiche e protezionismo
La prima presidenza Trump è stata caratterizzata da una visione protezionistica del commercio globale: inquadrabili in questo senso sono l’imposizione di dazi e le barriere commerciali che hanno avuto importanti ripercussioni sulle esportazioni europee. La sua seconda presidenza potrebbe consolidare questa linea, con l’introduzione di nuove misure che andrebbero a penalizzare settori fondamentali per l’Europa, come quello tecnologico e manifatturiero.
Inoltre, l’approccio unilaterale di Trump nei confronti della Cina e le guerre commerciali potrebbero costringere l’Europa a scegliere tra mantenere una propria neutralità oppure allinearsi con Washington, definendo così una competizione sempre più accesa tra le potenze mondiali.
Cambiamento climatico: uno dei nodi cruciali
Uno dei punti di maggiore distacco tra Trump e l’Europa è rappresentato dal cambiamento climatico. La decisione del presidente americano di ritirare gli Stati Uniti dal Trattato di Parigi ha lasciato l’Ue in una posizione di leadership globale nella lotta contro il riscaldamento globale.
Con la seconda amministrazione Trump, l’Europa dovrà proseguire il proprio cammino da sola, senza il supporto degli Stati Uniti. Questo isolamento potrebbe complicare la capacità dell’Ue di raggiungere i propri obiettivi climatici, soprattutto se Washington decidesse di rilanciare le industrie fossili a scapito delle energie rinnovabili, una scelta molto probabile considerate le posizioni molto scettiche di Trump sul cambiamento climatico. Per Bruxelles il futuro richiederà quindi una maggiore cooperazione con altri attori globali, tra cui per esempio Cina e India, per affrontare questa crisi planetaria.
L’autonomia strategica dell’Europa
La rielezione di Trump rappresenta anche un’occasione per l’Unione europea per rafforzare la propria autonomia strategica. Il recente passato ha mostrato come l’Europa non possa più fare affidamento incondizionato sugli Stati Uniti, né per la sicurezza né per la stabilità economica.
Iniziative come il Fondo europeo per la difesa e il Green Deal europeo dovranno essere accelerate per garantire una maggiore resilienza del continente di fronte alle sfide globali. Tuttavia, l’Europa deve ancora superare le proprie divisioni interne: le divergenze tra gli Stati membri su temi quali la politica estera, la gestione dei migranti e le riforme economiche rappresentano un ostacolo alla costruzione di un’Unione coesa e forte.
La rielezione di Trump potrebbe dunque fungere da catalizzatore per un maggiore coordinamento interno, ma questo solo nel caso in cui i leader europei dovessero riuscire a trovare un terreno comune.
Il futuro delle relazioni UE-USA
Nonostante le tensioni, gli Stati Uniti restano un alleato cruciale per l’Europa, sia sul piano economico che su quello politico e militare. La sfida per Bruxelles sarà quella di mantenere un dialogo costruttivo e collaborativo con la nuova amministrazione americana, senza però sacrificare i propri interessi e valori.
L’Ue dovrà poi bilanciare il confronto con la cooperazione cercando di proteggere il sistema multilaterale che Trump ha spesso criticato, rafforzando altresì la propria presenza come attore globale indipendente.
In conclusione, la rielezione di Donald Trump pone l’Europa di fronte ad una serie di sfide complesse, ma offre anche un’opportunità: emergere come attore globale più forte e autonomo. Per riuscire in ciò, sarà fondamentale superare le divisioni interne e sviluppare una strategia chiara e condivisa per affrontare un futuro che si preannuncia sempre più imprevedibile.
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