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    Sesta emissione del BTP Valore al via da domani: occasione da non perdere?

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    Prenderà il via nella giornata di domani la sesta emissione del BTP Valore, il buono del tesoro pluriennale pensato esclusivamente per un pubblico retail. L’emissione andrà avanti fino a venerdì 24 ottobre, salvo chiusura anticipata da parte del Mef. Vediamone info e dettagli.

    Quella di ricorrere al mercato dei capitali è diventata una prassi sistematica per la stragrande maggioranza dei Paesi occidentali, tra cui spicca anche l’Italia. Le risorse finanziarie raccolte, infatti, sono utili a finanziare il deficit di bilancio (differenza tra entrate ed uscite aggregate) ma anche a rinnovare titoli di debito già contratto ed in scadenza. 

    Non si tratta soltanto di rastrellare ingenti capitali per il funzionamento della macchina statale, bensì di veicolare ai mercati rassicurazione, stabilità, e soprattutto di rinsaldare quel patto di fiducia reciproca tra Stato ed investitori.

    Qual è il funzionamento dei titoli di stato ed il ruolo della BCE

    La funzione dei titoli di Stato è principalmente quella finanziaria. Essi costituiscono e rappresentano quote di debito pubblico che investitori e risparmiatori accettano di acquistare in cambio di un interesse. L’ammontare degli interessi da corrispondere è correlato alla stabilità ed all’affidabilità di quello stato (rischio Paese).

    Conti pubblici in ordine e stabilità politica riflettono un rischio basso da compensare; al contrario conti pubblici fuori controllo ed instabilità politica richiedono interessi maggiori per poter compensare un più elevato rischio Paese. Le agenzie di rating con i loro “giudizi” periodici cristallizzano tale realtà orientando le scelte degli investitori.

    Per molti anni, sia in seguito alla crisi del debito sovrano del 2011/2012, sia dopo la pandemia da Covid-19, la Banca Centrale Europea, guidata da Mario Draghi prima e da Christine Lagarde poi, ha introdotto una politica monetaria deputata a contenere gli spread degli stati più fragili dell’eurozona con massicci programmi di acquisti di titoli di stato (c.d. Quantitative easing), riducendo la dipendenza dei governi dai mercati finanziari e contenendo così il costo di finanziamento del debito stesso. Alla maggiore facilità di collocamento di titoli di stato fa seguito una riduzione dei tassi di interesse corrisposti e, quindi, degli spread.

    A partire dal 2023 la BCE ha ridotto progressivamente fino ad annullare il QE, inducendo tutte le economie dell’eurozona a finanziarsi e dipendere unicamente dai mercati.

    Da qui l’evoluzione della comunicazione e della struttura dei titoli emessi: diluire le scadenze, ridurre l’esposizione verso grossi investitori istituzionali, fino ad arrivare ai prodotti “dedicati” al piccolo risparmiatore italiano: i BTP Futura, i BTP Italia ed ora il più recente BTP Valore.

    Il BTP Valore: info generali

    Introdotto per la prima volta nel 2023, il BTP Valore rappresenta una svolta tanto concettuale quanto operativa. Pensato esclusivamente per i risparmiatori individuali – che possono sottoscriverlo solo attraverso Poste Italiane o banca – questo titolo si differenzia dal classico BTP sotto più profili.

    In primo luogo, per un meccanismo di cedole crescenti (“step-up”), che premia gli investitori che detengono il titolo più a lungo; l’assenza di commissioni di sottoscrizione; l’emissione alla pari (ossia di euro mille) e la garanzia di un premio fedeltà extra corrisposto alla scadenza.

    Tra gli aspetti più squisitamente fiscali: sul BTP Valore come su tutti i titoli di stato vi è un’imposta del 12,5% sugli interessi maturati e sono esclusi dal calcolo per l’ISEE fino ad un massimo di €50.000.

    In secondo luogo, il BTP Valore risponde ad un’esigenza eminentemente politica: incentivando l’investimento retail, si riduce la dipendenza da investitori istituzionali stranieri disinnescando parzialmente gli effetti di un atavico problema italiano: l’alto rapporto debito/pil (emblematico il caso giapponese, dove il debito pubblico, pur rappresentando il 240% del Prodotto, non espone l’economia giapponese a grandi turbolenze esterne, essendo detenuto in gran parte dalla popolazione).

    L’edizione di ottobre 2025

    Giunta alla sua sesta edizione, la serie di collocamenti del BTP Valore conosce ora un nuovo capitolo con la tranche di ottobre 2025. L’offerta prevista da domani proseguirà fino al prossimo Venerdì (24 ottobre) salvo chiusura anticipata, e si presenta con caratteristiche di base già note.

    Secondo le comunicazioni ufficiali risalenti allo scorso venerdì, il titolo avrà una scadenza di 7 anni (2032), con cedole trimestrali pari al 2,6% per i primi 3 anni, del 3,1% per i successivi 2 anni e del 4% per gli ultimi due ed un premio fedeltà extra dello 0,8% del capitale investito corrisposto alla scadenza. 

    Si tratta di un rendimento medio del 3,15% annuo che sale al 3,26% considerando il premio fedeltà

    Da un rapido confronto sia con il BTP triennale ordinario, che oggi offre il 2,16%, sia con quello settennale, il cui rendimento è del 2,98%, si nota un certo grado di “generosità” garantito dal BTP Valore.

    Il successo delle precedenti edizioni: numeri e significati

    Dalla sua introduzione, il BTP Valore ha riscosso un consenso innegabile: nel primo collocamento del 2023 furono raccolti oltre 18 miliardi di euro, cifra replicata nelle edizioni successive con variazioni marginali. L’edizione di marzo 2025 si è chiusa con circa 15 miliardi di raccolta e una partecipazione di circa 450.000 risparmiatori. L’investimento medio si aggira sui € 30.000.

    Numeri che non solo riflettono l’appeal del prodotto, ma che dicono molto anche della fiducia nel debito sovrano italiano. Secondo gli ultimi dati disponibili del Mef – 30 settembre scorso – il BTP Valore rappresenta il 3% del totale dei titoli di stato in circolazione (circa 80mld di euro su un totale di quasi 2.600mld in circolazione).

    Rischi, prospettive e il ruolo del retail

    Naturalmente, ogni investimento porta con sé rischi. Il rendimento del BTP Valore, come per tutti i titoli di stato, è subordinato ai seguenti rischi: rischio tasso d’interesse (in caso di vendita anticipata il valore/prezzo del titolo dipenderà da quanto risulteranno “appetibili” le sue cedole in relazione a quelle offerte dai titoli in emissione), al rischio inflazione (qualora il tasso di inflazione superi il tasso nominale corrisposto dai titoli, portando l’interesse reale in area negativa) e a quello più ampio della sostenibilità del debito pubblico (rischio Paese con possibilità di ristrutturazione del debito). Tuttavia, la solidità dell’emittente e la natura del collocamento lo rendono particolarmente appetibile in una logica di investimento di medio-lungo periodo.

    Non resta altro che aspettare i prossimi giorni con le comunicazioni del Mef per capire quale sarà stata la risposta degli investitori italiani e se anche quest’ultima emissione avrà riscosso lo stesso successo delle precedenti.

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