Vi siete mai chiesti/e come alcuni personaggi storici o del panorama culturale siano stati influenzati dalla politica? Che cosa si intende per politica? Come questa si è divenuta cruciale all’interno della storia? Bene, con Politica vogliamo cercare di rispondere a tali quesiti con una rubrica settimanale che, ogni mercoledì, partirà da personaggi storici come Socrate fino ad arrivare al pensiero politico contemporaneo. I più interessati/e potranno iscriversi alla newsletter, per non perdersi alcun approfondimento!
Socrate e la politica: dall’accusa al processo
Perché il filosofo Socrate fu accusato e poi processato dal tribunale ateniese? Quali erano i suoi capi d’accusa e soprattutto qual era il suo rapporto con la politica? Ripartiamo così dal pensiero del filosofo greco per poterne comprendere l’eccezionalità.
Siamo nel 399 a.C., l’Areopago si è riunito per poter decidere il destino di Socrate, accusato in primo luogo di empietà, in secondo di corruzione nei confronti dei giovani: quest’ultima accusa portata avanti da Meleto, al tempo poeta di scarso successo.
Lo stesso Socrate decise di non difendersi di fronte a tali capi di accusa, ma, al contrario, provò la sua colpevolezza. L’intangibilità e la superiorità della legge erano due dei princípi cardine del pensiero socratico: di fatto, riteneva che la legge fosse sempre giusta, anche se coloro che l’applicavano potevano essere in mala fede.
Stando al racconto riportato da Ermogene, suo discepolo, quest’ultimo avrebbe preferito morire ingerendo la cicuta, un potente veleno, pur di non morire tra i malanni della vecchiaia. Quello di Socrate, fu un vero e proprio auto-processo, che poneva sé stesso come principale indiziato al banco degli imputati.
Con trecentosessanta voti su cinquecento a favore della condanna, sarebbe risultato alquanto facile per il filosofo lasciare la città per fuggire, ma egli si rifiutò, affermando che la morte rappresenta il compimento più alto della sua vita da filosofo e pensatore.
Il clima politico di Atene
Sicuramente importante nel pensiero socratico è il contesto storico-politico: visse di fatto il passaggio dalla cosiddetta età dell’oro di Pericle, passando per la sconfitta con Sparta, fino all’instaurazione del governo dei trenta tiranni. Dopo appena un anno dal sorgere del governo dei trenta tiranni, si instaurò un regime democratico di tipo oligarchico e filo-spartano, capeggiato da Trasibulo.
Il regime pseudo-democratico, così, tentò di riportare Atene allo splendore dell’età dell’oro periclea, contrapponendosi, però, agli insegnamenti dei sofisti e al pensiero di Socrate: esso era altamente critico della religione e a favore di un governo dei “pochi”.
La concezione della politica in Socrate
La politica secondo Socrate riguarda l’amministrazione della cosa pubblica, ossia della polis. Fu uno dei primi pensatori a concepire la filosofia come politica, come qualcosa che debba riflettere il bene e il male, che si fonda quindi su un metodo d’indagine di tipo critico-razionale, che non sia solo retorica. Quindi, uno stato può definirsi “giusto” quando prevede una tripartizione, come quella dell’anima dei suoi cittadini.