spot_img
Altro
    HomeEsteriIl sodalizio Putin-Xi per sovvertire l’ordine globale

    Il sodalizio Putin-Xi per sovvertire l’ordine globale

    Pubblicato il

    spot_img

    Era il 2015 quando la parata militare per commemorare la vittoria cinese sul Giappone si è trasformata in una consuetudine liturgica: un rito di potenza attraverso il quale Pechino “mostra i muscoli” e consolida la rete delle sue alleanze. Per l’occasione odierna, ancora una volta, accanto al leader del Dragone siede il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin.

    Relazioni diplomatiche

    «Vecchio amico», dice Xi. «Caro amico», risponde Putin. Una cordialità ostentata, fatta di sorrisi, baci e abbracci: così i due leader intendono mostrarsi di fronte al mondo, come portabandiera di una relazione salda, unita dall’obiettivo di scardinare l’ordine globale – o meglio, di costruirne uno nuovo. 

    Eppure, parlare di “alleanza” è concettualmente improprio, soprattutto in chiave sino-russa. Nel lessico accademico delle relazioni internazionali, un’alleanza implica impegni formali di mutua assistenza militare in caso di aggressione, come nella NATO. Nulla di simile lega Mosca e Pechino: i due Paesi non sono compagni d’armi, ma partner commerciali, mossi da interessi economici coincidenti — proprio come, in altre forme, accade tra Washington e la stessa Pechino.

    La parata militare

    Ciò non toglie che, dietro le quinte, persistono crepe profonde. Divergenze opache ma non irrilevanti: dalle tensioni sui confini alla rivendicazione di territori contesi, considerati da entrambe le parti “occupati” e, prima o poi, da “liberare”. Nonostante ciò, Xi Jinping e Vladimir Putin inscenano una simbolica luna di miele, celebrata lungo la via Chang’an, il grande viale che conduce a Piazza Tiananmen, epicentro del comunismo cinese e tempio della narrazione imperiale.

    Sullo sfondo della parata, oltre al nuovo arsenale di fuoco del Dragone — costato, secondo fonti taiwanesi, oltre 5 miliardi di dollari — incombe il volto dell’uomo che immaginò tutto, il padre fondatore: una gigantografia di Mao Zedong, custode di un passato in lotta per il presente. Tutto è impregnato di simbolismo: un rito politico in cui sfilano revisionismo storico, forza bruta e propaganda.

    Tra ricostruzioni storiche e gasdotti

    Quella inscenata a Pechino non è una sfilata di moda, ma una dimostrazione di potenza, che non si limita ad accogliere i “compagni di merenda”, ma mira a costruire una narrativa capace di convincere non solo il pubblico interno, ma anche chi vive oltre gli Urali.

    Dopo l’aggressione all’Ucraina, la Federazione Russa si è ritrovata in una condizione economica fragile, resa ancor più complessa dalle sanzioni occidentali e dalle tipiche debolezze di un sistema che fonda la propria stabilità sull’economia di guerra e sull’estrazione di materie prime. Non a caso, l’élite russa è composta da due caste: i vertici militari e gli oligarchi del gas. 

    Ma questa vulnerabilità non sfugge nemmeno al Dragone, che vi intravede un’occasione di vantaggio geopolitico. La Cina, consapevole del bisogno russo di nuovi mercati, si propone come partner indispensabile — se non vitale — per il Cremlino. Ne è prova l’annuncio, giunto proprio nelle scorse ore, di un accordo per la costruzione del Power of Siberia 2, un gasdotto che fornirà a Pechino fino a 56 miliardi di metri cubi di gas all’anno, legando ancora di più le due economie. 

    Dunque, uno scambio perfettamente bilanciato: da un lato, una Cina dipendente dalle importazioni energetiche; dall’altro, una Russia che basa il proprio sostentamento sull’estrazione, la lavorazione e l’export delle sue immense risorse. Il tutto condito da una propaganda sino-russa che riporta in scena una storia riscritta, dove Mosca e Pechino si autoproclamano come principali artefici della sconfitta del nazismo e della liberazione dell’Europa. 

    Xi mostra i muscoli

    Ma la propaganda, da sola, non basta. In un sistema internazionale dove il multipolarismo — voluto e alimentato proprio da queste potenze — avanza sull’onda dell’incertezza, l’unico punto fermo per uno Stato resta il proprio arsenale.

    Lo sa bene Xi, che in questa occasione ha voluto mostrare al suo «vecchio amico» Putin la forza di fuoco del Dragone. Rispetto al 2015, la Repubblica Popolare può oggi vantare un salto qualitativo e quantitativo nella capacità bellica, in linea con l’obiettivo dichiarato: riportare sotto le proprie redini l’isola di Formosa, ancora definita dai vertici cinesi come “ostaggio dei tiranni della democrazia”.

    La parata della Giornata della Vittoria è stata, dunque, un manifesto militare. In passerella: missili ipersonici anti-nave, armi a energia diretta per la guerra contro i droni, robotica avanzata, droni da combattimento come i FH-97, progettati per coordinare le operazioni aeree, nonché aerei stealth e bombardieri strategici. Ma il vero colpo di scena è arrivato con la comparsa, per la prima volta, di armamenti nucleari: tra questi il DF-5C, un missile intercontinentale a propellente liquido, capace di superare i 20.000 chilometri di raggio e di trasportare fino a dodici testate indipendenti.

    In conclusione

    La decisione di esibire al mondo le proprie capacità di guerra non convenzionale non è casuale. Nelle relazioni internazionali nulla lo è. Da quando Mosca ha intrapreso la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina, il Cremlino ha più volte agitato lo spettro del nucleare, evocando l’uso delle testate in nome della sicurezza nazionale.

    Oggi, con questo sodalizio e con un linguaggio che sdogana apertamente l’atomica, Putin e Xi non si limitano a celebrare una collaborazione, ma tentano di ridisegnare il volto del nuovo ordine mondiale. 

    20250328

    Articoli recenti

    I volenterosi riuniti a Parigi. Meloni contraria all’invio di truppe in Ucraina

    Dopo il vertice di agosto, giovedì 4 settembre c’è stato un nuovo incontro a...

    Punire non basta: il paradosso del carcere e dell’isolamento

    Le mura, le sbarre e le celle sono la traduzione materiale di un’idea politica...

    Vertice Trump-Nawrocki: verso più militari statunitensi in Polonia

    Visita del presidente polacco Karol Nawrocki a Washington, dove ha incontrato il presidente statunitense...

    Regionali nelle Marche: corsa a sei con Acquaroli e Ricci favoriti

    La corsa per le regionali nelle Marche è entrata ormai nel vivo. L’appuntamento del...