In un contesto internazionale segnato da crescenti tensioni commerciali e mutamenti geopolitici imprevedibili, il Giappone si distingue per un approccio pragmatico e multilaterale. Tokyo è riuscita a tessere relazioni solide sia con Washington che con Bruxelles, consolidando la propria posizione di attore centrale negli equilibri globali. Mediazione, cautela e apertura alla contrattazione sono i cardini della linea politica adottata.
L’accordo commerciale con gli Stati Uniti
Martedì 22 luglio, il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato un nuovo e corposo accordo commerciale con il Giappone, definendolo “il più grande accordo della storia“. L’intesa prevede l’applicazione di tariffe reciproche del 15% sulle merci giapponesi, comprese automobili e componentistica, un settore cruciale per l’economia nipponica. In cambio, Tokyo investirà 550 miliardi di dollari negli Stati Uniti, sotto forma di equity e prestiti a supporto dell’industria farmaceutica e dei semiconduttori.
L’accordo si configura come una vittoria diplomatica per entrambi i Paesi: da un lato, Washington ottiene un’apertura verso settori agricoli e industriali strategici; dall’altro, il Giappone riesce a scongiurare l’imposizione di dazi punitivi del 25% e ottiene una posizione preferenziale rispetto ad altri esportatori.
La posizione giapponese
Il responsabile delle trattative tariffarie giapponesi, Ryosei Akazawa, ha celebrato l’accordo con un eloquente “Mission accomplished”. In conferenza stampa, ha sottolineato che si tratta del primo caso in cui un Paese riesce a ridurre le tariffe su auto e componenti senza limiti quantitativi. Anche il primo ministro Shigeru Ishiba ha elogiato l’intesa, definendola vantaggiosa per entrambi i Paesi, e promettendo un’attenta valutazione dei dettagli per tutelare gli interessi interni, in particolare nel settore agricolo.
Un percorso negoziale complesso
Le trattative si sono svolte in un clima teso, con Trump che ha definito i giapponesi “duri”. Tuttavia, l’incontro tra il segretario al Tesoro Scott Bessent e Ishiba ha segnato un punto di svolta, con il riconoscimento che un accordo equo fosse preferibile a una soluzione affrettata. La cooperazione energetica è stata un altro aspetto chiave: le parti sono prossime a firmare un’intesa per un gasdotto in Alaska, in cui il Giappone potrebbe giocare un ruolo decisivo.
Una relazione commerciale di lungo corso
Il Giappone si conferma un partner storico e strategico degli Stati Uniti. È il quinto maggiore fornitore di beni per l’economia statunitense e detiene circa 1.100 miliardi di dollari di titoli del Tesoro USA. L’accordo del 2025 segue quello già firmato nel 2019, che aveva ampliato il numero di merci scambiate senza dazi. Nonostante divergenze persistenti, tra cui la questione del riso e delle automobili, il compromesso raggiunto rappresenta un significativo passo avanti verso la stabilizzazione delle relazioni bilaterali.
Il rafforzamento del legame con l’Unione europea
Il 30° vertice UE-Giappone, svoltosi a Tokyo il 23 luglio 2025, ha rafforzato ulteriormente l’asse tra Bruxelles e Tokyo. Alla presenza della Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, del Presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, e del premier Ishiba, è stata rilasciata una dichiarazione congiunta incentrata sulla cooperazione economica, tecnologica e ambientale.
Il vertice ha segnato il lancio della Japan-EU Competitiveness Alliance, pensata per rafforzare la competitività strategica congiunta e affrontare sfide globali come la resilienza delle catene di approvvigionamento, la diversificazione delle materie prime critiche, e la lotta contro la coercizione economica. I leader hanno ribadito l’impegno per un commercio multilaterale, con un sostegno esplicito all’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO).
Particolare attenzione è stata riservata anche alla green economy e alla transizione digitale. La collaborazione tra Unione europea e Giappone proseguirà attraverso l’Accordo di Partenariato Economico (EPA), l’Alleanza verde e il Partenariato Digitale, per una crescita sostenibile e una maggiore autonomia strategica.
In conclusione
In una fase storica segnata da incertezze diffuse e da una crescente instabilità sistemica, il Giappone si conferma come uno degli attori diplomatici più affidabili e strategicamente lucidi del panorama internazionale. Evitando esposizioni eccessive, riesce a consolidare relazioni solide e bilanciate sia con gli Stati Uniti – nonostante le rinnovate spinte protezionistiche – che con l’Unione europea, nel solco di una cooperazione basata su sostenibilità, sicurezza economica e multilateralismo regolato.
In un contesto sempre più polarizzato, Tokyo si distingue per un approccio di equilibrio e lungimiranza, capace di rafforzare il profilo di partner stabile e prevedibile. La vera incognita, a questo punto, riguarda gli altri attori globali. L’Europa sarà in grado di adottare una strategia analoga, oppure si limiterà ad assistere, rimanendo ostaggio delle proprie fragilità interne e delle tensioni geopolitiche che la attraversano? Gli sviluppi delle prossime settimane forniranno elementi di risposta.
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