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    Tech prosperity deal: l’accordo tra Trump e Starmer

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    Giovedì 18 settembre, nella residenza di Chequers, il presidente statunitense Donald Trump e il premier britannico Keir Starmer hanno sottoscritto alcuni accordi sulla cooperazione bilaterale in settori chiave, tra cui l’ambito tecnologico, finanziario, energetico e strategico-militare. La volontà delle parti è quella di dar vita ad una partnership tecnologica che possa garantire crescita e prosperità per il futuro.

    Accordi record

    Il pacchetto di accordi siglato dai due leader, che raggiunge cifre record grazie ad investimenti pari a 250 miliardi di sterline, è stato definito da Starmer il più grande della storia britannica. L’obiettivo del Regno Unito è quello di rafforzare le relazioni con gli Stati Uniti, connettendosi sempre di più a questi ultimi da un punto di vista economico-finanziario.

    I due attori intendono guidare l’innovazione nel contesto internazionale, per aumentare la propria competitività e preservare la propria autonomia, in modo da scongiurare la necessità futura di doversi rivolgere a Stati rivali per l’utilizzo di tecnologie ad alta rilevanza strategica.

    Settori rilevanti

    Si registrano grandi investimenti per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Gli Stati Uniti e il Regno Unito mirano a dominare questo mezzo, per poterne trarre benefici. Gli accordi riguardano anche il tema dell’energia, con un’intesa sul nucleare civile che permetterà di diminuire i costi di produzione per le aziende nazionali e rafforzare la sicurezza energetica. 

    Gli investimenti riguardano anche il settore industriale, l’ecologia e le politiche green. La cooperazione viene incrementata anche da un punto di vista scientifico e accademico, con la ricerca che dovrà offrire un grande contributo a sostegno del progetto di innovazione tecnologica.

    Un legame indissolubile

    Durante la conferenza stampa, Donald Trump ha sottolineato l’indissolubilità del legame tra Stati Uniti e Regno Unito. Uno storico asse che, secondo i due leader, si impegna costantemente a favorire la pace nel sistema internazionale e sventare le minacce che mirano a destabilizzare l’Occidente. 

    Il rapporto tra i due attori è migliorato ulteriormente grazie a questo nuovo pacchetto di accordi, e possibilmente continuerà a farlo sempre di più, grazie alla cooperazione che verrà messa in atto in tutti i settori strategici. Il presidente americano ha espresso l’inestimabilità del valore che l’amicizia con il Regno Unito rappresenta, la quale nonostante le differenze culturali, verrà preservata e coltivata nel tempo.

    Sulle crisi in corso

    I due leader non hanno solamente discusso del tech prosperity deal, ma hanno disquisito anche dei conflitti che imperversano nel contesto globale, come quello russo-ucraino e quello mediorientale. Per quanto concerne il primo dossier, Starmer chiede di incrementare la pressione su Vladimir Putin, in modo da poter ottenere il più presto possibile un negoziato tra le parti.

    Trump ha espresso tutta la sua delusione nei confronti del Presidente della Federazione Russa, affermando che nonostante gli sforzi compiuti negli ultimi mesi non si sono verificati consistenti passi in avanti nell’arduo percorso che conduce alla pace. 

    Per quanto concerne la guerra in Medio Oriente, viene ribadita la necessità di arrestare gli attacchi israeliani a Gaza, e anche il rilascio degli ostaggi da parte di Hamas. I leader presentano però visioni differenti sul riconoscimento dello Stato della Palestina, sostenuto fortemente da Starmer, ma non dal tycoon, che ha dichiarato di volersi concentrare su altre questioni prioritarie. 

    Conclusioni

    Il pacchetto di accordi siglato a Chequers evidenzia la volontà delle parti di rafforzare il loro legame, attuando una politica di cooperazione strategica capace di garantire in futuro un’alta competitività e ampie possibilità di crescita. 

    Allo stesso tempo, si registra l’intenzione di continuare ad operare insieme anche da un punto di vista geopolitico e diplomatico, per gestire con efficienza le principali crisi internazionali.

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