Le elezioni regionali in Germania decretano l’affermazione dei partiti anti-establishment. Per la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale, l’Alternativa per la Germania (AfD), un partito di estrema destra, conquista un’elezione in un Land tedesco. Questi risultati elettorali sanciscono un vero e proprio terremoto politico che avrà sicuramente delle ripercussioni. Secondo le proiezioni, l’AfD si attesta come primo partito in Turingia, superando di quasi 10 punti il centrodestra della CDU. “È un successo storico per noi“, ha dichiarato Björn Höcke, leader locale dell’AfD, che nel Land più popoloso della Sassonia ha sfiorato il secondo posto, con un distacco di appena un punto dalla CDU, che ha ottenuto il 32% dei voti.
L’ascesa di partiti sovranisti agli estremi dello spettro politico costituisce un’altra battuta d’arresto per il già impopolare Governo di coalizione del cancelliere Olaf Scholz. Il fatto che quasi un elettore su tre, in entrambe le regioni, abbia votato per l’AfD conferma i risultati delle elezioni europee e la crescente sfiducia nei confronti dei partiti e delle istituzioni tradizionali nella Germania orientale. Il voto nello stato orientale del Brandeburgo, previsto per il 22 settembre, potrebbe dunque rivelarsi decisivo per la stabilità dell’esecutivo.
Governo Scholz in bilico?
I risultati elettorali in Sassonia e Turingia evidenziano la crescente frammentazione del panorama politico tedesco. In Turingia, i principali sconfitti sono stati i Verdi e i liberali (Fdp), che non sono riusciti a superare la soglia del 5% e dovranno quindi lasciare il parlamento. Anche il Partito della Sinistra (Linke) ha subito un’importante battuta d’arresto. Discorso analogo per la SPD del cancelliere Olaf Scholz: nonostante abbia ottenuto un risultato deludente, è riuscita a mantenere una certa stabilità in entrambi i Länder. Nel complesso, quindi, la coalizione ‘semaforo’ che governa la Germania – composta da SPD, FDP e Verdi – ha registrato significative perdite.
“Siamo pronti ad assumerci la responsabilità del governo“, ha dichiarato Björn Höcke, nonostante la solida prestazione del suo partito nella Turingia, regione intesa come un “cordone” contro l’estrema destra. Tutti gli altri partiti politici si sono rifiutati di formare una coalizione virtuale con l’AfD, che potrebbe bloccare decisioni chiave come la nomina dei giudici alla Corte costituzionale statale, che detiene più di un terzo dei seggi. “Gli elettori di entrambi i paesi sanno che non formeremo una coalizione con l’AfD, e sarà così“; queste le parole del segretario generale federale della CDU Carsten Linnemann.
Ma le soprese non finiscono qui: un altro partito estremista, la Bündnis Sahra Wagenknecht (BSW), nato da una scissione della sinistra radicale, supera il 10% nonostante sia stato fondato solo pochi mesi fa. Nel frattempo, i partiti della coalizione del cancelliere Olaf Scholz stanno subendo un forte calo, non riuscendo a raggiungere nemmeno la doppia cifra.
La politica di AfD
L’AfD è spesso descritta dalla stampa come parte di quella vasta nebulosa che è l’”estrema destra” europea: un’area che spazia dall’atlantismo all’euroscetticismo, da posizioni filo-israeliane a rivendicazioni filo-palestinesi, fino a schieramenti distinti riguardo al conflitto russo-ucraino. Ma quali sono, al di là dell’ideologia, le posizioni politiche dell’AfD?
In ambito di politica interna, l’AfD si colloca effettivamente nell’ambito di quella che oggi viene definita “estrema destra”. Il partito adotta posizioni fortemente nazionaliste, sostenendo una maggiore sovranità a scapito dell’Unione Europea, l’uscita dall’euro e una netta opposizione all’immigrazione. Un esempio emblematico è il concetto di “remigrazione“, un neologismo coniato per descrivere la politica di rimpatrio dei migranti che ha attirato l’attenzione dei principali media internazionali. I leader del partito sono altresì noti per negare gli effetti del cambiamento climatico e sono accusati di antisemitismo, anti-islamismo, razzismo e di avere legami con posizioni neonaziste.
Per quanto riguarda la politica estera, l’AfD non sembra avere posizioni anti-NATO, ma critica comunque l’eccessiva militarizzazione della Germania nell’ambito dell’alleanza atlantica, che secondo i suoi leader è promossa da Scholz. Rispetto al conflitto russo-ucraino, il partito sostiene che la Germania dovrebbe cercare una mediazione con la Russia e si è sempre opposto alle sanzioni imposte dall’Unione Europea alla Federazione. Sul fronte mediorientale, invece, l’AfD è un sostenitore dichiarato di Israele. E’ anche favorevole a interrompere i finanziamenti all’UNRWA in seguito al taglio dei fondi.
Quali saranno le ripercussioni?
È innegabile che l’estrema destra sia in crescita in diversi Paesi europei. Tuttavia, a causa del suo passato, la Germania sembrava essere sfuggita a questa tendenza fino a pochi anni fa. La situazione unica dell’ex Repubblica Democratica Tedesca è ben nota e inizia con un persistente senso di umiliazione, nonostante la ripresa economica. A distanza di più di 30 anni dalla caduta del muro di Berlino e dalla fine del regime comunista, non è la prima volta che gli elettori dell’ex Germania dell’Est ripongono la loro fiducia negli estremisti. Tuttavia, l’AfD non si è mai affermata come partito leader in un periodo di instabilità politica ed economica in Germania. A solo un anno dalle prossime elezioni generali, tutto ciò è comprensibilmente motivo di preoccupazione per i partiti politici; l’espansione dell’estrema destra sta provocando varie tensioni politiche, soprattutto per quanto concerne il fronte dell’immigrazione. Lo spostamento a destra si fa sentire anche all’interno dell’ex partito della cancelliera Angela Merkel, la CDU, che mira a tornare al potere.
A causa dell’instabilità della vita politica, la Germania è stata recentemente definita il “malato d’Europa“. L’aspetto che preme sottolineare è che la crisi tedesca si sovrappone a quella francese; il fatto che entrambi gli Stati siano immersi nelle loro crisi politiche e trascurino le dinamiche globali genera preoccupazione. Il tradizionale asse franco-tedesco, infatti, rappresenta il motore dell’Unione Europea. Tuttavia, in un contesto di conflitto in Ucraina e a poche settimane dall’importante elezione presidenziale degli Stati Uniti, l’Europa ha bisogno di un motore funzionante.
Gli effetti delle recenti elezioni sul Paese rimangono ancora poco chiari, sia a livello federale che locale. Di certo una sconfitta di tale portata potrebbe avere conseguenze sul Governo nazionale. A questo proposito, basti ricordare che, dopo le elezioni europee, Scholz aveva già subito un duro colpo a causa di una significativa sconfitta politica, trovandosi sotto accusa. La caduta dell’intera coalizione potrebbe nuovamente mettere in difficoltà l’esecutivo, contribuendo all’instabilità politica. A livello locale, invece, sebbene l’AfD si prepari a controllare un terzo delle assemblee regionali, non è affatto scontato che riesca a formare un Governo in uno dei due Stati; risulta particolarmente complicato che una delle forze politiche si allei con il partito di estrema destra. Con ogni probabilità i conservatori della CDU saranno quelli che formeranno gli esecutivi locali, anche se non è ancora chiaro con chi.
Il successo dell’AfD rappresenta senza dubbio un risultato storico, ma non sorprendente. Il partito è in crescita da anni e la vittoria di domenica rappresenta l’ultimo passo di un percorso che ha decretato un crescente consenso.