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    Terrore a Gerusalemme Est: torna lo stallo tra Israele e Hamas

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    Lunedì 8 settembre, un terribile attentato terroristico ha sconvolto Gerusalemme Est e tutto il mondo: due uomini armati palestinesi, non direttamente collegati ad Hamas, hanno aperto il fuoco ad una fermata dell’autobus, precisamente Ramot Junction, uccidendo 6 persone e ferendone 21. Uno degli attacchi più gravi e pesanti degli ultimi mesi nella città, che ha provocato la riaccensione delle tensioni in un conflitto già di per sé violento e spietato. 

    La dinamica dell’attacco

    Nelle prime ore del mattino, intorno alle 7:30 locali, due attentatori provenienti dalla Cisgiordania, hanno aperto il fuoco contro le persone in attesa alla fermata dell’autobus. Dopo il primo vile attacco, i terroristi sono saliti su uno degli autobus continuando la raffica di colpi con armi semiautomatiche. Due passanti, un ultraortodosso e un soldato, sono riusciti a rispondere al fuoco eliminandoli sul posto.

    Un terzo uomo sospetto, residente a Gerusalemme Est, è stato invece arrestato per presunto coinvolgimento. Hamas e la Jihad Islamica Palestinese hanno lodato l’attacco definendolo “un’azione eroica”  e una risposta alle operazioni militari dell’IDF a Gaza.

    I servizi di emergenza sono intervenuti tempestivamente, ma le scene descritte dai soccorritori erano strazianti e disastrose: corpi a terra, feriti gravi e civili in preda al panico. Le vittime identificate dalle autorità sono Sarah Mendelson (60 anni), Rabbi Levi Yitzhak Pash (32 anni), Yaakov Pinto (25 anni), Rabbi Mordechai Shteintzag (79 anni), Israel Mencer (28 anni) e Rabbi Yosef David (43 anni). Tra i feriti, alcuni versano in condizioni critiche, e il bilancio potrebbe aggravarsi.

    Un contesto di tensione crescente

    L’attentato si inserisce in un quadro di violenza settaria in aumento. Lo stesso giorno, le forze israeliane hanno riportato 40 morti a Gaza, inclusa la distruzione di un grattacielo a Gaza City, mentre quattro soldati israeliani sono stati uccisi in un attacco di Hamas. Da ottobre 2023, il conflitto ha causato migliaia di vittime da entrambe le parti, con attacchi terroristici in Israele e operazioni militari in Cisgiordania e Gaza. Gerusalemme, in particolare, è stata teatro di numerosi episodi di violenza, alimentati da dispute territoriali e religiose.

    L’attacco a Ramot Junction segue un anno di crescenti tensioni, con violenze da parte di militanti palestinesi e attacchi di coloni israeliani in Cisgiordania. Questo clima di instabilità rende ogni episodio un potenziale catalizzatore per ulteriori scontri.

    Reazioni dai leader mondiali

    Non hanno tardato ad arrivare le condanne da parte dei vari capi di Stato e uomini di governo di tutto il mondo. Il primo ministro indiano Narendra Modi ha definito l’attacco atroce, ribadendo la sua politica di totale rifiuto e tolleranza zero verso il terrorismo. 

    Il primo ministro del Canada, Mark Carney, ha espresso la sua solidarietà, ma la descrizione offerta di Gerusalemme Est come luogo dell’attacco ha suscitato alcune critiche per le implicazioni politiche. L’Unione Europa, sempre vigile rispetto al conflitto che sconvolge il Medio Oriente, ha chiesto l’ennesimo cessate il fuoco immediato nella striscia di Gaza, collegando l’attentato ad una necessità globale di una de-escalation. Tra i civili rimasti coinvolti, figura anche un cittadino spagnolo, come confermato anche da Pedro Sanchez, esprimendo profondo cordoglio.

    In Israele, il ministro degli Esteri Gideon Saar ha promesso una risposta decisa, mentre la polizia ha intensificato i controlli in città. Organizzazioni ebraiche, come la Birthright Israel Foundation, hanno espresso dolore e solidarietà alle famiglie delle vittime.

    Reazione del governo israeliano 

    Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha convocato d’urgenza il gabinetto di sicurezza per discutere le prossime mosse in risposta all’attentato di oggi a Gerusalemme. Solo poche ore prima, sulla sua scrivania era arrivata una nuova proposta di cessate il fuoco per la Striscia di Gaza, presentata dall’amministrazione statunitense. 

    È altamente probabile che questo attacco porti a un nuovo stallo nei negoziati. Inoltre, l’evento ha causato la sospensione del processo per corruzione a carico del premier, che sarebbe dovuto riprendere proprio oggi.

    “Siamo in una lotta senza quartiere contro il terrorismo”, ha dichiarato Netanyahu, arrivato sul luogo della strage. “Stiamo dando la caccia ai responsabili e stiamo setacciando le aree da cui provengono gli attentatori”. A queste parole è seguito il commento del presidente Isaac Herzog: “Questo terribile attentato ci ricorda incessantemente che affrontiamo un male assoluto. Il mondo deve rendersi conto di cosa stiamo combattendo e comprendere che il terrore non ci piegherà”.

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