Il presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump durante un comizio allo stabilimento della US Steel in Pennsylvania ha comunicato il raddoppiamento dei dazi su acciaio e alluminio, aumentadoli dal 25% al 50%. Il leader americano ha espresso questo annuncio con grande entusiasmo, sottolineando che si tratta di una grande occasione per il mercato interno, il quale avrà l’opportunità di crescere grazie al calo delle importazioni.
Partnership US Steel-Nippon Steel
Nel corso dell’intervento il presidente ha difeso la sua decisione, affermando che la sopravvivenza della US Steel è dovuta anche ai dazi applicati in precedenza, nel corso del suo primo mandato, i quali – a suo dire – hanno protetto l’impresa nazionale dalla concorrenza estera.
Inoltre, ha promosso la partnership tra l’azienda americana e la Nippon Steel, con quest’ultima che investirà 14 miliardi di dollari nelle operazioni della US Steel, diventando un azionista di rilievo. Trump si è dichiarato favorevole al partenariato, in virtù degli effetti positivi che esso potrebbe avere per il mercato interno, in particolare per quanto riguarda la modernizzazione e l’incremento dell’occupazione.
L’opinione pubblica, preoccupata dalla possibile intromissione del Giappone nell’industria nazionale, è stata rassicurata dal proprio presidente, il quale ha affermato che l’impresa rimane sotto controllo americano. Infatti, all’interno dell’accordo è stata inserita una clausola che garantisce al governo statunitense potere di veto nelle decisioni strategiche.
Le ragioni dietro l’aumento dei dazi
Il presidente statunitense, nonostante la Corte Federale abbia bloccato temporaneamente i dazi imposti in precedenza, ha deciso di perseguire la propria linea di politica commerciale. Le motivazioni che si celano dietro il raddoppiamento delle tariffe sui settori siderurgico e metallurgico sono quelle fatte proprie tradizionalmente dai fautori del protezionismo, per le quali è opportuno diminuire la dipendenza del proprio Paese dai partner esteri.
In questo caso la volontà del leader americano è quella di proteggere i settori interni dalla concorrenza sleale della Cina, accusata dagli USA di aver violato gli accordi commerciali, e dell’Unione Europea. Per Trump il forte legame con questi due attori, per quanto concerne le importazioni di acciaio e metallo. è estremamente pericoloso per l’industria nazionale e la sicurezza economica, ed è necessario sfavorirlo per stimolare la competitività delle imprese statunitensi.
In più, entrambi i settori sono ritenuti fondamentali per l’industria militare, e rappresentando quindi un asset strategico da preservare. Secondo l’inquilino della Casa Bianca il raddoppiamento dei dazi garantisce anche l’incremento dell’occupazione, grazie all’aumento della domanda interna, così come quello dell’offerta. Trump ha aggiunto che è sua intenzione quella di proteggere i lavoratori, assicurando che a causa delle nuove tariffe non vi saranno licenziamenti o delocalizzazioni, promettendo anche bonus per i professionisti dei settori coinvolti.
I rischi per l’industria europea
Il raddoppiamento dei dazi su acciaio e alluminio comporta diversi rischi per l’industria europea, la quale dipende fortemente dalle esportazioni verso gli Stati Uniti. Questi ultimi ridurranno la propria domanda di importazioni dal Vecchio Continente, impattando negativamente sulla domanda di esportazioni europee, con una conseguente diminuzione della produzione.
Vieppiù, essendo gli USA una grande economia, hanno la possibilità di influenzare enormemente il mercato internazionale, riuscendo quindi a provocare una contrazione del prezzo delle esportazioni dei paesi dell’UE. La perdita di un partner commerciale di tale livello può generare un sostanziale effetto negativo sul PIL, dato anche dalle conseguenze indirette, come il calo degli investimenti nei settori siderurgico e metallurgico e dell’occupazione.
Si tratta di una situazione estremamente complessa per le aziende europee, già alle prese con elevati costi di produzione causati dalle diverse crisi internazionali che si sono verificate negli ultimi anni, e gli investimenti che necessitano di essere sostenuti per favorire la transizione ecologica. Per sopperire a questo quadro preoccupante, minimizzando i danni economici ed industriali provocati dalle decisioni di Trump, bisognerebbe riorientare le proprie esportazioni di acciaio e alluminio verso altri partner commerciali, ma risulta difficile sostituire un importatore come gli Stati Uniti nel breve periodo.
La linea economica americana potrebbe essere svantaggiosa non solo per gli stati europei, ma in generale per il mercato internazionale e le catene di valore globale, con le filiere produttive e di approvvigionamento che rischiano di essere interrotte, generando forte incertezza sia per gli investitori che per i consumatori.
Quali contromisure?
Il raddoppiamento delle tariffe su acciaio e alluminio imposto dal presidente statunitense per proteggere l’industria nazionale e le proprie imprese di punta rischia di gravare enormemente sugli altri stati della scena internazionale. Sarà interessante osservare la risposta degli altri attori, in particolare da parte dell’Unione Europea e dalla Cina, che potrebbero attuare delle contromisure.
20250211