La guerra tra Israele ed Hezbollah e la missione dell’ONU UNIFIL: gli ultimi accadimenti fanno discutere di violazioni del diritto internazionale e riportano alla memoria decenni di battaglie e di sforzi diplomatici.
La missione UNIFIL: la risoluzione 425/1978 del Consiglio di Sicurezza Dell’ONU
La United Nations Interim Force in Lebanon è stata istituita con la risoluzione 425 del 19 marzo 1978, resa dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con lo scopo, coma da punto 3 della medesima, “di confermare il ritiro delle forze israeliane, ripristinando la pace e la sicurezza internazionali, assistendo il governo libanese nell’assicurare il ritorno della sua effettiva autorità nel zona”[1].
L’11 marzo di quell’anno infatti, un commando di undici terroristi di Fatah, organizzazione palestinese riconducibile all’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina), dopo essere partito dal Libano, giunto nell’area a nord di Tel Aviv, provocava, a seguito del dirottamento di due autobus e dell’esplosione di uno dei due a causa di una granata, la morte di almeno 35 israeliani, nonché il ferimento di circa 70.
Il successivo 14 marzo, in seguito dell’attentato, noto come ‘Massacro della Strada Costiera’, le forze armate israeliane, con l’operazione ‘Litani’ (in italiano Leonte, fiume al confine con il Paese dei Cedri), occupavano il settore meridionale del Libano, area nella quale erano presenti le basi dei miliziani palestinesi, provocando la protesta del governo libanese – che negava collegamenti con i miliziani – alla quale seguiva la risoluzione 425/1978 del Consiglio di Sicurezza ONU.
Da quel 1978 la missione è stata puntualmente prorogata ogni sei mesi, sempre con lo scopo di “verificare il ritiro delle truppe israeliane dal Libano, assistere il Governo libanese nel ristabilire la propria autorità nell’area ripristinando così la sicurezza e la stabilità internazionale”[2].
La blue line
Al fine della definizione di quanto auspicato dalla risoluzione 425 del 1978, sia per la verifica del ritiro delle truppe israeliane, sia per il monitoraggio delle incursioni di miliziani provenienti dal sud del Libano, nel 2000 veniva determinata dall’ONU una linea di demarcazione tra Israele ed il Paese dei Cedri, che entrambi accettavano.
La Blue line, unitamente al fiume Leonte, avrebbe costituito l’area destinata alle operazioni dei militari impiegati nella missione UNIFIL.
Tale linea provvisoria sarebbe divenuta linea di riferimento principale del presidio della missione UNIFIL, nonché elemento fondamentale per la successiva risoluzione 1701/2006 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
La risoluzione 1701/2006 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU
In seguito all’attacco di Hezbollah del 12 luglio 2006, consistito nel lancio di razzi ed in un’incursione con l’uccisione di tre soldati israeliani, azioni che provocavano l’immediata risposta militare di Israele, si accendeva una rinnovata crisi tra Israele e Libano.
Dopo un mese di scontri e lavori diplomatici, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, approvando la risoluzione 1701 dell’11 agosto 2006, con la quale si richiedeva “a Israele e Libano di sostenere un cessate il fuoco permanente e una soluzione a lungo termine”, potenziava l’operazione UNIFIL, aumentando le unità operative a circa 15.000 unità, rispetto alle circa 6.000 previste dai provvedimenti del 1978.
Tale risoluzione, inoltre, prevedeva e prevede tutt’ora:
- “pieno rispetto della Blue Line da parte di entrambe le parti”;
- “disposizioni di sicurezza per impedire la ripresa delle ostilità, compresa la creazione tra la Blue Line e il fiume Leonte di un’area libera da personale armato, beni e armi diversi da quelli del governo di Libano e dell’UNIFIL autorizzati […], dispiegati in quest’area”
- “nessuna forza straniera in Libano senza il consenso del suo governo”.
Gli ultimi eventi
Giovedì 10 e venerdì 11 ottobre Israele ha condotto degli attacchi contro alcune basi della missione UNIFIL, danneggiando, in prima battuta, una torre di controllo ed alcune strumentazioni tecniche, provocando il ferimento di alcuni soldati. Tali azioni hanno visto coinvolta, tra le altre, la base italiana ONU 1-31, nei pressi di Labbouneh, che venerdì ha visto la demolizione di due muri di demarcazione da parte di un mezzo dell’IDF. Gli eventi hanno provocato la reazione del ministro della difesa italiano Guido Crosetto, il quale ha convocato l’ambasciatore di Israele, anche valutato il dispiegamento delle unità italiane in relazione alla missione UNIFIL, quantificata in più di mille unità.
Domenica 13 ottobre, il primo ministro israeliano ha richiesto il ritiro “immediato” dell’UNIFIL, rivolgendosi direttamente al Segretario generale delle Nazioni Unite, accusando la missione di fornire uno “scudo umano” ad Hezbollah. Nonostante le dichiarazioni dei leader europei, tra le quali quella congiunta resa da Macron, Meloni e Sanchez l’11 ottobre, nonché la telefonata della premier Meloni con la quale ha ribadito “l’inaccettabilità che UNIFIL sia stata attaccata dalle forze armate israeliane, ricordando come la Missione agisca su mandato del Consiglio di Sicurezza per contribuire alla stabilità regionale”, sottolineando “l’assoluta necessità che la sicurezza del personale di UNIFIL sia sempre garantita”, sempre ieri due carri armati israeliani hanno fatto irruzione in una base presso Ramyah, provocando quindici intossicati a causa degli spari.
Conclusioni
Gli ultimi attacchi condotti da Israele contro le basi UNIFIL, in costante aumento, come segnalato dalla stessa Missione a mezzo dei suoi canali social, sembrerebbero essere una chiara violazione del diritto internazionale ed, in specie, le limitazioni ai movimenti delle unità che costituirebbero “una violazione della risoluzione 1701”.
Chiaro infatti il secondo punto dell’ottavo paragrafo della citata risoluzione, secondo cui gli unici mezzi e l’unico personale autorizzati a transitare nell’area delimitata dalla Blue line e dal fiume Leonte possono essere quelli della UNIFIL.
Mai come ora il confronto è stato così diretto: si attende la risposta dell’ONU e della diplomazia internazionale.
A cura di
Yari Nicholas Turek – Direttore editoriale
[1] https://digitallibrary.un.org/record/71622?v=pdf
[2]https://www.esercito.difesa.it/operazioni/operazioni_oltremare/pagine/libano-unifil-operazione-leonte.aspx

