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    Vertice dei volenterosi: ancora nessuna unanimità sul peacekeeping in Ucraina

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    Era il 2003 quando l’allora presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, presentò come “Coalizione dei volenterosi” tutti i Paesi che appoggiavano l’invasione statunitense dell’Iraq, per far fronte alla minaccia del presidente iracheno Saddam Hussein. Oggi, a distanza di oltre vent’anni, questa espressione ritorna attuale, anche se in un’accezione completamente diversa. 

    A Parigi, si è tenuto oggi il vertice, convocato dal presidente francese Emmanuel Macron, con una trentina di Paesi alleati dell’Ucraina; sul tavolo un possibile accordo di pace con la Russia, ma soprattutto la necessità di una garanzia militare per Kiev. 

    Il vertice di Parigi 

    Attorno a Macron, il Vertice dei volenterosi, come è stato definito in queste settimane, dedicato alla pace ed la sicurezza dell’Ucraina, ha visto la partecipazione di molti esponenti europei. Tra questi, oltre alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il premier britannico Keir Starmer, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, i vertici di Nato e Unione Europea. Quattro i punti principali: il rafforzamento degli aiuti all’Ucraina, attraverso un contributo di tutti i paesi, nonché la garanzia di un “cessate il fuoco completo”

    A seguire, la preparazione di un sostegno oltre la tregua, in un’ottica di lungo periodo. La questione più delicata, però, è quella legata agli aiuti militari: truppe di pace o, per usare le parole di Macron, una “forza di rassicurazione” militare per l’Ucraina, la cui presenza è sostenuta soprattutto da Francia e Regno Unito. 

    L’intervento della Russia

    Proprio rispetto a quest’ultimo punto, è stato duro l’intervento della portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, che ha sottolineato come quello di Londra e Parigi sia un piano “per l’intervento militare in Ucraina mascherato da una sorta di missione di mantenimento della pace”. L’invio di forze di peacekeeping appare così più vicino “a uno scontro tra Russia e Nato”, ha aggiunto Zakharova. 

    Tali forze, come è stato affermato dal presidente Macron nel corso della conferenza stampa successiva al vertice, “avranno un carattere di dissuasione nei confronti di una potenziale aggressione russa”, tuttavia “non saranno forze presenti sulla linea di contatto né destinate a sostituirsi all’esercito ucraino”. Secondo Macron, la Russia “finge di negoziare” per arrivare a un accordo, ma “non vuole alcun tipo di pace”.

    L’Italia all’Eliseo

    All’Eliseo è mancata, però, una visione unanime relativamente all’aspetto militare. Tra i più indecisi c’è anche l’Italia: la premier Meloni resta contraria a un invio di truppe italiane, preferendo espressioni più caute quali pace e sicurezza. 

    Il vertice di ieri convocato a Palazzo Chigi, con il vicepremier Matteo Salvini, il ministro della difesa Guido Crosetto e, in collegamento, il ministro degli esteri Antonio Tajani, ha placato un po’ le frizioni, dopo un fine settimana di visioni contrastanti tra gli alleati di Forza Italia e Lega.

    La posizione del Governo

    A creare dissapori sono le differenti idee su temi di politica estera, come la questione americana e il fattore Trump. La telefonata di Salvini con il vicepresidente americano, J.D. Vance, i rapporti con Washington e le continue scelte in controtendenza del leader del Carroccio rendono il confronto tra parti più simile a uno scontro. 

    Nel frattempo Meloni, stando a quanto riferito da una nota diffusa da Palazzo Chigi, “ha partecipato al Vertice sulla pace” che ha permesso “di ribadire l’impegno dei partner europei e occidentali per una pace giusta e duratura, anche sulla base di un modello che in parte possa ricalcare quanto previsto dall’articolo 5 del Trattato di Washington” – base giuridica della Nato, meglio conosciuto come Trattato del Nord Atlantico. Non è previstaalcuna partecipazione nazionale ad una eventuale forza militare sul terreno”, ma auspica “il coinvolgimento di una delegazione americana al prossimo incontro di coordinamento” per la questione ucraina. 

    Le parole di Zelensky

    Tra gli interventi anche quello del presidente ucraino Zelensky. Nel corso della conferenza stampa, quest’ultimo ha affermato che il presidente russo Vladimir Putin “non vuole” la pace e “vuole dividere l’Europa e l’America”, passando subito dopo a ringraziare la Francia e la Gran Bretagna per la loro leadership nella coalizione dei Volenterosi. La Russia, stando ai dati dell’Intelligence ucraina, resta sulle proprie posizioni d’attacco, preparando nuove offensive nelle regioni di Sumy, Kharkiv e Zaporizhia. 

    La Russia oggi non cerca una vera pace e sta prolungando la guerra“, ha affermato il presidente ucraino, mentre sul campo si combatte per il 1128esimo giorno consecutivo.

    La posizione della Gran Bretagna

    Infine, degno nota anche l’intervento del premier britannico Keir Starmer. “Abbiamo concordato qui a Parigi oggi che è chiaro che i russi stanno facendo ostruzionismo. Stanno giocando per guadagnare tempo. Un classico della strategia di Putin, ma non possiamo permettere che si trascinino per le lunghe mentre continuano a perseguire la loro invasione illegale”.

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