Un faccia a faccia o, per meglio dire, un tête-à-tête. Quello del 3 giugno tra la premier Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron a Palazzo Chigi è stato un incontro molto atteso, durato oltre tre ore, che arriva dopo mesi di tensioni e visioni distanti su diversi temi. Dalla guerra in Ucraina passando per quella in Medio Oriente, senza dimenticare il rafforzamento di dossier strategici, come quello della difesa, nonché la questione dazi statunitensi. Il colloquio, richiesto proprio da Macron, arriva dopo un periodo di difficile dialogo tra Italia e Francia, culminato nel botta e risposta post “vertice dei volenterosi” dello scorso 16 maggio sul ruolo dei paesi europei in Ucraina.
Una stretta di mano, lo scambio di sorrisi, poi gli inni nazionali – quello di Mameli e la Marsigliese – a risuonare nel cortile del palazzo dell’esecutivo, poco dopo le 18. Poi, nessun altro segnale per le successive tre ore. “Un segnale molto positivo” per il governo, che vede nel dialogo tra i due Paesi un importante scenario di collaborazione. “Nazioni amiche con posizioni comuni”, come ha sottolineato la premier. Tra i punti di maggiore distanza c’è sicuramente quello della guerra in Ucraina, su cui si discute proprio in queste ore anche a Istanbul tra Ucraina e Russia. E se si parla di “molta panna montata” – queste le parole utilizzate dalla premier – quando si racconta del dialogo tra i due, l’Eliseo ha più volte sottolineato come l’Italia sia “un partner importante” con “un ruolo cruciale da svolgere nel processo decisionale europeo”.
Il comunicato congiunto
Al termine del vertice, un comunicato congiunto ha fatto sapere che “l’Italia e la Francia, fedeli al loro ruolo di Nazioni fondatrici della costruzione europea, intendono rafforzare il loro impegno comune per un’Europa più sovrana, più forte e più prospera, soprattutto orientata alla pace e capace di difendere i propri interessi e di proteggere i propri cittadini”.
L’incontro tra Meloni e Macron ha inoltre “evidenziato forti convergenze sull’agenda europea per la competitività e la prosperità, da attuare in modo ambizioso e accelerato, sulla semplificazione normativa, sugli investimenti pubblici e privati, sull’energia e sulla piena applicazione del principio di neutralità tecnologica e, più in generale, sulle condizioni necessarie a far concorrere le imprese europee ad armi pari”. “Ciò vale anche per i settori in transizione, come l’industria automobilistica e siderurgica, che richiedono un forte impegno europeo, nonché per i settori più avanzati, come l’intelligenza artificiale, le fonti di energia decarbonizzate rinnovabili come il nucleare, e lo spazio, dove i nostri interessi bilaterali ed europei sono collegati”, prosegue il comunicato.
I temi di politica estera
Non sono mancati, poi, elementi di confronto su temi di politica estera. “A più di tre anni dall’inizio dell’aggressione russa e all’indomani dei colloqui tra Ucraina e Russia di Istanbul, il sostegno incrollabile e senza esitazioni di Francia e Italia all’Ucraina è ancora più necessario per raggiungere una soluzione equa e duratura, presupponendo al contempo un ambizioso cambiamento di scala nella difesa europea, sia in termini di investimenti che di sostegno alla base di difesa industriale e tecnologica europea. L’incontro ha inoltre offerto l’opportunità di affrontare altre questioni di sicurezza di rilievo per l’Europa, in particolare in Medio Oriente e in Libia, e di coordinare le proprie posizioni in tema di relazioni transatlantiche, nonché sulla sicurezza economica e commerciale dell’Unione Europea”, aggiunge la nota.
Un nuovo bilaterale nel 2026
Non si esclude, poi, un nuovo bilaterale. Italia e Francia, infatti, “hanno deciso che il prossimo Vertice bilaterale avrà luogo in Francia all’inizio del 2026, anche con l’obiettivo di valutare e aggiornare il programma di lavoro che specifica gli obiettivi della cooperazione bilaterale previsti dal Trattato del Quirinale, entrato in vigore nel 2023, in numerosi ambiti settoriali, con particolare attenzione ai giovani”.
20250214