Occhi puntati sulla porta dell’Air Force One di Trump come fosse il comignolo della Sistina. L’aereo di Putin in ritardo. Il tappeto rosso steso sulla pista dell’aeroporto, pronto per accogliere il presidente della Federazione russa, tra quattro caccia schierati in formazione.
I prodromi – probabilmente discutibili – per un incontro storico, iniziato con un applauso di Trump, diretto al presidente russo, un paio di parole scambiate e una vigorosa stretta di mano.
Al termine del vertice, durato circa tre ore, appaiono entrambi i presidenti. Putin dichiara: “abbiamo avuto ottime trattative”, aggiungendo che “era importante riprendere il dialogo, un incontro era assolutamente necessario, io e il Presidente Trump abbiamo avuto molti contatti diretti”. Trump, genericamente, afferma che “c’è stato un accordo su molti punti, su altri dobbiamo ancora lavorare”.
Le premesse
“Voglio vedere determinate cose, voglio vedere un cessate il fuoco, questo non ha a che fare con l’Europa, L’Europa non mi dice cosa fare, ma saranno comunque coinvolti nel processo ovviamente, come anche Zelensky, voglio vedere un cessate il fuoco rapido”. Chiarita ancora una volta, dunque, la posizione di Donald Trump, espressa nel corso del viaggio verso l’Alaska, dichiarazioni accompagnate, dall’altro lato del mondo, da quelle del portavoce del Cremlino Peskov, che ha pronosticato sei o sette ore di vertice, nonché alla ‘peculiare’ maglietta del ministro degli esteri russo Lavrov, con la scritta in cirillico “CCCP”, la passata ed evidentemente compianta URSS.
Per Trump c’è un reciproco “rispetto, da entrambe le parti” con Putin, e l’auspicio è quello di un cessate il fuoco, ma la prospettiva rimane quella definita ieri, secondo cui “l’incontro più importante sarà il secondo, al quale parteciperà Putin, Zelensky, io e forse qualcuno per l’Unione europea”
L’incontro
Mise en place telegenica, discesa coordinata dei due presidenti dai rispettivi aerei di stato, incontro a metà strada e stretta di mano: così ha inizio l’incontro, che prosegue a porte chiuse con, per la parte russa, Putin, il ministro degli esteri Lavrov e il diplomatico Ushakov e per gli Stati Uniti, Trump, il Segretario di Stato Rubio e l’inviato speciale Witkoff.
“Perseguire la pace”, questo il motto presente nella sala dove si tiene il confronto e nella sala stampa che accoglie la conferenza stampa al termine del faccia a faccia.
Anticipato dalle dichiarazioni dell’inviato speciale del Cremlino per la cooperazione economica, Dmitriev, che ha definito il colloquio “meraviglioso”, il punto stampa ha visto la partecipazione di entrambi i presidenti.
Putin riafferma subito che “la situazione in Ucraina era legata ad una minaccia nei nostri confronti, tutto quello che sta avvenendo è davvero una tragedia”, aggiungendo: “pensiamo che stiamo facendo un passo dal passato al domani”. In chiusura dichiara che “occorre lavorare sulle cause primarie del conflitto” russo-ucraino, e che i russi sono “pronti a lavorare su questo obiettivo”.
Il presidente statunitense, definendo l’incontro “proficuo”, ha anticipato dei contatti a breve termine con la NATO e con il presidente Zelensky. “Abbiamo fatto davvero dei grandi progressi oggi. Ci sono stati molti incontri difficili, con delle interferenze, delle notizie false, che non hanno avuto spazio”.
In definitiva
Trump dichiara che “c’è stato un accordo su molti punti, su altri dobbiamo ancora lavorare”, ma nessun appunto più specifico, su nessuno dei risultati raggiunti o dei prossimi programmi.
Rimarremo in attesa di conoscere gli esiti dei colloqui che saranno effettuati da Trump con i leader di Nato, Europa ed Ucraina, sperando di capirne di più.
Di Yari Nicholas Turek – Direttore editoriale
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