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    I volenterosi riuniti a Parigi. Meloni contraria all’invio di truppe in Ucraina

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    Dopo il vertice di agosto, giovedì 4 settembre c’è stato un nuovo incontro a Parigi tra i Paesi sostenitori di Kiev. Al vertice dei Volenterosi hanno partecipato 35 leader, sia in presenza, all’Eliseo, che a distanza, in videoconferenza, tra cui la premier Giorgia Meloni. Poi, a partire dalle 14, tutti convocati per una telefonata con il presidente americano Donald Trump. Come sempre, la richiesta di una tregua in Ucraina è il faldone più grande e pesante sul tavolo. 

    Macron: “26 paesi impegnati nell’invio di truppe all’Ucraina”

    “26 paesi di questa Coalizione dei Volenterosi si sono impegnati per inviare truppe in Ucraina come forze di riassicurazione fin dal giorno seguente alla firma di una pace”, ha affermato il presidente francese Emmanuel Macron, promotore dell’incontro. L’obiettivo “non è di fare la guerra ma di garantire la pace e un cessate il fuoco, e prevenire un nuovo attacco”, ha detto. 

    Italia, Polonia e Germania sono tra i 26 paesi” che parteciperanno alle iniziative “ognuno con le sue modalità, alcuni inviando truppe sul territorio, altre mettendo a disposizione le loro basi Nato. Non voglio qui dare dettagli, ma tutti e tre i Paesi sono contributori importanti a queste garanzie di sicurezza”, ha aggiunto. 

    Trump: “Stop all’acquisto di petrolio russo dall’Ue”

    L’impegno degli Stati Uniti per garantire una sicurezza in Ucraina “sarà finalizzato nei prossimi giorni”, ha affermato Macron. E proprio il presidente americano Donald Trump, intervenuto per circa due ore di telefonata con gli esponenti del vertice – il doppio di quanto previsto inizialmente – ha sottolineato che, secondo quanto riporta l’agenzia Reuters, citando un funzionario americano – l’Europa deve cessare l’acquisto di petrolio russo che finanzia la guerra, poiché la Russia ha raggiunto la cifra di 1,1 miliardi di euro per le vendite di carburante all’Ue in un solo anno. 

    Meloni conferma il no all’invio di soldati in Ucraina

    La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in una nota diffusa da Palazzo Chigi, “ha nuovamente illustrato la proposta di un meccanismo difensivo di sicurezza collettiva ispirato all’articolo 5 del Trattato di Washington, quale elemento qualificante della componente politica delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Nel ribadire l’indisponibilità dell’Italia a inviare soldati in Ucraina”, la presidente del Consiglio “ha confermato l’apertura a supportare un eventuale cessate il fuoco con iniziative di monitoraggio e formazione al di fuori dei confini ucraini”.

    Meloni ha anche partecipato “a un successivo collegamento telefonico con il presidente Trump nel quale sono stati condivisi gli esiti della riunione della mattina ed è stato riaffermato il senso di unità nel ribadire l’obiettivo comune di una pace giusta e duratura per l’Ucraina. Essa può essere solo raggiunta con un approccio che unisca il continuo sostegno all’Ucraina, il perseguimento di una cessazione delle ostilità, il mantenimento della pressione collettiva sulla Russia, anche attraverso lo strumento delle sanzioni, e solide e credibili garanzie di sicurezza, da definire in uno spirito di condivisione tra le due sponde dell’Atlantico”.

    Le parole di Zelensky

    “Stiamo dando concretezza alle garanzie di sicurezza a lungo termine per l’Ucraina e garantendo già ora il supporto alle nostre Forze di Difesa ucraine”, ha affermato in un tweet su X il presidente ucraino. “Un incontro con Putin è necessario. Abbiamo sostenuto le proposte in ogni modo. Credo che se volessero rovinare un incontro, mi suggerirebbero di andare a Mosca”, ha detto il presidente ucraino secondo quanto riporta Le Figaro. “Ma se la Russia parla di un incontro, è già un primo passo, gli incontri tra leader adulti devono già avere in mente i risultati e questa è la fine della guerra”, ha poi aggiunto.

    Proprio questa mattina, in un’intervista rilasciata al settimanale francese Le Point, Zelensky aveva però manifestato qualche dubbio sul modello sudcoreano per porre fine alla guerra. “Tutto è possibile, ma dobbiamo riconoscere che la Corea del Sud ha un alleato importante: gli Stati Uniti. E credetemi, hanno numerosi sistemi di difesa aerea che ne garantiscono la sicurezza. Francamente, l’Ucraina si sta impegnando per ottenere garanzie di sicurezza affidabili, come i sistemi Patriot di cui dispone la Corea del Sud. Tuttavia, questo confronto ha i suoi limiti: la popolazione della Corea del Nord è di poco superiore ai 20 milioni, mentre quella della Russia supera i 140 milioni”, ha detto Zelensky. 

    “Le minacce provenienti dalla Russia sono cinque, sei, persino dieci volte maggiori. È improbabile che una replica esatta del modello sudcoreano soddisfi le esigenze di sicurezza dell’Ucraina“, ha concluso il presidente ucraino. 

    Von der Leyen: “Incontro cruciale, in gioco il nostro futuro”

    Alla riunione c’era anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen che, al termine della riunione, ha dichiarato: “È stato un incontro cruciale, perché sappiamo tutti che la posta in gioco è il futuro e la sicurezza dell’intero continente. I leader hanno approvato il lavoro dei loro capi di Stato maggiore della difesa e dei ministri della difesa. Saremo implacabili nei nostri sforzi per mantenere forte l’Ucraina, sicura l’Europa e raggiungere la pace”. 

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