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    Von der Leyen e il “porcospino di ferro”: Ucraina in stallo

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    Si è svolto a Londra, nella giornata di ieri, il vertice che ha visto protagonisti i rappresentanti di 16 Stati, dell’Unione europea e della NATO, convocato per discutere della sicurezza europea e ucraina.

    Tra gli esiti forse più rilevanti, l’intenzione, espressa dalla Presidente della Commissione europea von der Leyen, di procedere a “riarmare l’Europa”.

    Il porcospino di ferro

    Come anticipato, la posizione di Ursula von der Leyen è quella di “porre l’Ucraina in una posizione di forza”, affinchè sia in grado di proteggersi sotto l’aspetto economico e dal punto di vista militare, cioè, con le stesse sue parole, convertirla “in un porcospino di ferro non digeribile per i potenziali invasori”.

    Altro punto fondamentale è la dichiarazione secondo cui si debba correre con urgenza ad un riarmo dell’Europa, in ottica del quale il 6 marzo prossimo sarà presentato un piano in sede di Consiglio europeo, il cui Presidente, Antonio Costa, ha ribadito la posizione espressa dalla Presidente della Commissione, evidenziando la necessità di “forti garanzie di sicurezza”.

    Il Consiglio europeo del 6 marzo

    Giovedì si terrà la riunione straordinaria del Consiglio europeo, dedicata a nuove consultazioni inerenti alla questione ucraina – parteciperà infatti anche il Presidente Zelensky. – nonché all’elaborazione di nuove strategie affinché “l’Europa diventi più sovrana, più capace e meglio attrezzata per affrontare le sfide immediate e future alla sua sicurezza”.

    Tale vertice seguirà quanto già espresso da Costa e von der Leyen all’incontro tenutosi a Londra, sulla base anche della linea sostenuta dal Segretario generale della NATO Rutte, che chiede di aumentare le spese militari e di “fare di più per la difesa dell’Ucraina”.

    Che gioco stiamo giocando?

    L’indirizzo appare essere abbastanza sfocato, e la disomogeneità delle dichiarazioni non facilita il lavoro. I vertici europei parlano di riarmo, mentre parallelamente, solo il Presidente francese Macron – che secondo Le Figarò “cerca di incarnare il volto di una Francia e di un’Europa che non rimangono pietrificate” –  e il Primo ministro inglese Starmer mettono sul tavolo una proposta immediata sul conflitto russo-ucraino: questo piano prevederebbe, per ora, solo una “tregua aerea, sui mari e sulle infrastrutture energetiche”, della durata di un mese, che non vedrà dunque provvedimenti sui movimenti via terra. Una proposta probabilmente non all’altezza della situazione.

    Nel frattempo, la Russia…

    Proprio questa mattina, il portavoce del Cremlino Peskov, come riportato dalla TASS, ha dichiarato che “Le dichiarazioni di Vladimir Zelensky alla Casa Bianca hanno dimostrato che Kiev non vuole la pace e non è pronta per i negoziati, mentre gli sforzi di Russia e Stati Uniti da soli non sono sufficienti per una soluzione”.

    Preannunciato, inoltre, che è in via di definizione un nuovo summit tra delegazioni statunitensi e russe per “ristabilire le relazioni”.

    In conclusione

    Si dovrà attendere, dopo Parigi e Londra, l’incontro del Consiglio europeo, per comprendere il piano che le autorità europee intendono proporre in tema di riarmo. 

    Il piano di pace per l’Ucraina è quanto mai necessario, ma dato l’ordine sparso in cui ci si sta muovendo, è difficile delineare un progetto europeo chiaro.

    A cura di Yari Nicholas Turek – Direttore editoriale

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