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    26 aprile 2025: una giornata storica con immagini simboliche

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    Oggi, come poche volte riusciamo a percepire, abbiamo la piena consapevolezza di aver visto e vissuto una giornata simbolica, storica e colma di significato.

    Quando qualcuno ci lascia, a volte succede che l’incontro che se ne determina tra chi rimane diviene un nuovo, forte, punto di partenza, ed è quello che è successo in questo sabato romano. L’ultimo grande atto di Papa Francesco è stato quello di riuscire a mettere di nuovo, l’uno davanti all’altro, i presidenti di Stati Uniti e Ucraina, nella speranza che se ne possa determinare un epilogo chiaro e univoco.

    Ma non è stato questo l’unico vertice tenutosi: anche altri leader hanno avuto modo di interloquire su molte posizioni e dossier aperti, rafforzando i rapporti.

    Un racconto per immagini

    Un’immagine può raccontare da sola, senza molte parole, gli attimi ed i messaggi più significativi: partiamo da qui per ricostruire questa giornata.

    Immagine Ukrainian Presidential Press Office

    La diretta televisiva delle esequie aveva mostrato il Presidente americano, insieme alla moglie, rendere omaggio alla bara di Papa Francesco. Si era notato, dopo qualche minuto, che Trump si era tardato ad uscire. Di lì a poco la notizia: l’incontro, proprio all’interno della Basilica vaticana, tra il tycoon e il presidente ucraino Zelensky, che ha commentato su X: «Ottimo incontro. Abbiamo discusso a lungo a tu per tu. Speriamo in risultati concreti su tutto ciò che abbiamo trattato. Proteggere la vita del nostro popolo. Un cessate il fuoco completo e incondizionato. Una pace affidabile e duratura che impedisca lo scoppio di un’altra guerra. Un incontro molto simbolico che ha il potenziale per diventare storico, se raggiungeremo risultati congiunti.»

    Immagine Ukrainian Presidential Press Office

    Zelensky da qualche giorno era in pressing per l’organizzazione di un incontro che vedesse coinvolti anche il presidente francese Macron e il premier britannico Starmer, leader della coalizione dei “volenterosi”.

    Non si è realizzato un vero e proprio vertice, ma un brevissimo saluto, sempre in S. Pietro, dove Macron e Starmer hanno interloquito rapidamente con Zelensky e Trump.

    Immagine Ministro degli esteri ucraino Andrii Sybiha – X

    Dopo il funerale non è mancata l’opportunità di ulteriori confronti: il presidente Zelensky ha nuovamente incontrato Macron, che ha definito il tête-à-tête come «molto positivo», statuendo «Porre fine alla guerra in Ucraina. Questo è l’obiettivo che condividiamo con il presidente Trump.», nonché la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la quale dopo il bilaterale, ha ribadito in una nota «Caro Volodymyr Zelensky, l’Europa sosterrà sempre l’Ucraina nella ricerca della pace. Potete contare sul nostro sostegno al tavolo delle trattative per raggiungere una pace giusta e duratura».

    Immagine ANSA-EPA

    Le strette di mano

    Tanti i contatti diretti che hanno visto come protagonista il presidente americano: dopo la questione dazi – attualmente in parte sospesa – ed anche le parole poco gentili rivolte nei confronti dell’Unione europea, non è mancato il saluto diretto proprio con la von der Leyen.

    Immagine Ursula von der Leyen – X

    Offerte vobis pacem, ovvero “scambiatevi il dono della pace“. Importantissimo momento della liturgia cattolica, nel corso del quale proprio Trump ha stretto la mano del Presidente francese Macron. Che sia un gesto di buon auspicio?

    Immagine AP Photo

    La pietra d’angolo per qualcosa di nuovo?

    Oltre alla simbologia ed alle parole scambiate è lecito ora domandarsi se un incontro de visu possa dare inizio ad un percorso nuovo, diverso, che possa mettere da parte gli atteggiamenti da bullo, i vertici cancellati e, soprattutto, la guerra.

    Vedremo nei prossimi giorni se queste interlocuzioni porteranno a delle decisioni e a delle azioni decise.

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