Dopo gli attacchi da parte di Israele ai siti nucleari dell’Iran, Teheran ha richiesto una riunione straordinaria dell’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Raphael Grossi, direttore generale della medesima, è intervenuto sulle condizioni di contaminazione e sul programma nucleare iraniano.
La risoluzione del 12 giugno
L’Aiea era già intervenuta in merito allo sviluppo del programma nucleare iraniano dopo l’inizio degli attacchi tra le due parti. Nella risoluzione del 12 giugno, infatti, l’Aiea ha dichiarato “di non poter garantire che il programma nucleare iraniano sia esclusivamente pacifico”. Allo stato attuale, l’Iran possiede uranio arricchito al 60%, una percentuale ben superiore allo standard fissato al 3-5%.
Nonostante ciò, Teheran ha definito politica la risoluzione, in quanto conferma che il suo stesso programma ha finalità esclusivamente pacifiche. In aggiunta, come stabilito dall’accordo siglato nel 2015, si è impegnata a limitare le proprie attività nucleari e a sottoporre queste ultime a rigidi controlli. Qualcosa è iniziato però a cambiare nel 2018, anno in cui l’amministrazione Trump ha abbandonato il patto. Di lì l’Iran ha iniziato a violare i limiti sull’arricchimento dell’uranio.
Il programma nucleare iraniano
Nella relazione dell’Aiea si legge: “i numerosi fallimenti dell’Iran nel mantenere i suoi obblighi dal 2019 per fornire all’Agenzia una cooperazione piena e tempestiva per quanto riguarda il materiale nucleare e le attività non dichiarate in più località non note costituiscono il mancato rispetto dei suoi obblighi ai sensi dell’accordo di salvaguardia”. L’Aiea accusa Teheran di non aver sufficientemente collaborato nell’intento di fare chiarezza sul proprio programma nucleare. In aggiunta, avrebbe anche tenuto nascosti alcuni siti dove si trovano le miniere di uranio e in cui si attua la sua lavorazione e trasformazione; tra quelli coinvolti, Bandar Abbas, Saghand Isfahan, Arak, Lavisan-Shian, Varamin e Turquzabad.
Condizioni dei siti attaccati
Valutati i recenti attacchi da parte israeliana, in data odierna si è svolta la riunione straordinaria dell’Aiea, in cui Grossi ha dichiarato che i bombardamenti israeliani hanno distrutto l’impianto di arricchimento di Natanz. La parte coinvolta dovrebbe essere solamente quella in superficie, mentre la parte sotterranea non dovrebbe essere stata danneggiata. Segnalata però l’interruzione di elettricità, verificatasi dopo gli attacchi, problematica che potrebbe aver danneggiato le centrifughe del sito. Come dichiarato dallo stesso Grossi, l’Agenzia “è pronta a intervenire in caso d’emergenza nucleare o radiologica”.
Il portavoce della diplomazia iraniana, Esmail Baghai ha invece affermato: “gli impianti nucleari pacifici di un paese che erano sotto la sorveglianza continua dell’Aiea sono stati attaccati. Ci aspettiamo che adottino una posizione ferma per condannare questo atto”. L’Iran continua quindi a ribadire la sua “innocenza” nei confronti di Israele, avanzando l’accumulo di uranio arricchito ad uso esclusivo energetico-civile.
Sempre secondo Grossi, a partire da venerdì 13, giorno dell’attacco al sito di Natanz, “la radioattività è rimasta invariata” e non sono stati rilevati ulteriori danni. Per quanto riguarda il sito di Isafahn, invece, sono stati danneggiati quattro edifici, tra cui l’impianto di conversione dell’uranio e il laboratorio chimico centrale. Inoltre, Grossi ha riferito che “non sono stati riscontrati danni presso il sito dell’impianto di arricchimento del combustibile di Fordow”, benché quest’ultimo rimanga l’obiettivo principale della strategia israeliana, come ribadito dall’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti, Michael Leiter: “l’intera operazione deve essere completata con l’eliminazione di Fordow”.
Conclusioni
Come si muoveranno gli Stati membri dell’Aiea dopo le ultime dichiarazioni in merito al programma nucleare iraniano? La risoluzione adottata dall’Agenzia e la messa in discussione del programma nucleare di Teheran rafforzeranno la linea intrapresa da Israele nel conflitto? Allo stato, quest’ultima eventualità non è da sottovalutare, data l’alta percentuale di arricchimento dell’uranio, il cambio di strategia dell’Iran sull’uso dei suoi impianti e la possibile costruzione di un’arma atomica.
Particolare degno di nota è il fatto che, dopo la risoluzione dell’Agenzia, Teheran ha risposto in maniera provocatoria affermando che aumenterà l’accumulo di arricchimento. Si potrebbe dunque passare dall’odierno 60% al 99%, toccando così la soglia necessaria per la costruzione della bomba atomica? L’Aiea si dice pronta a mettersi in prima linea per assicurare un uso pacifico del nucleare, esortando gli Stati membri a collaborare con essa per evitare escalation pericolose nel conflitto.
20250230