Ieri, venerdì 28 novembre, circa un centinaio di manifestanti ha fatto irruzione nella sede torinese de La Stampa durante lo sciopero nazionale dei giornalisti. Il gruppo, in parte a volto scoperto e in parte con passamontagna, ha forzato due ingressi, urlato minacce come “giornalista terrorista, sei il primo della lista”, imbrattato i muri con scritte discriminatorie e messo a soqquadro libri e documenti.
Il comitato di redazione ha definito l’episodio un grave attacco alla libertà di informazione. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso solidarietà alla testata. L’Ordine dei Giornalisti, Fnsi e Associazione Stampa Subalpina hanno invece denunciato la natura intimidatoria e violenta dell’azione, chiedendo maggiore vigilanza a tutela della libertà di stampa.
Nel pomeriggio di oggi, con un post pubblicato su Instagram, la premier Giorgia Meloni ha preso posizione in merito ritenendo grave che, “di fronte a un episodio di violenza contro una redazione giornalistica, qualcuno arrivi a suggerire che la responsabilità sia – anche solo in parte – della stampa stessa”.
“La violenza non si giustifica. Non si minimizza. Non si capovolge. Chiunque cerchi di riscrivere la realtà per attenuare la gravità di quanto accaduto compie un errore pericoloso. La libertà di stampa è un pilastro della nostra democrazia e va difesa sempre, senza ambiguità”.
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