spot_img
Altro
    HomeItaliaDal Decreto Caivano al DDL Sicurezza

    Dal Decreto Caivano al DDL Sicurezza

    Pubblicato il

    spot_img

    Il Decreto Caivano, varato dal governo Meloni, mira a contrastare il disagio giovanile e la criminalità minorile con misure quali l’inasprimento delle pene e il Daspo urbano per i minori. Questa strategia ha suscitato critiche, in particolare da parte di Antigone, che sostiene che non affronti le vere cause del disagio sociale. In parallelo, troviamo oggi il DDL Sicurezza. In entrambi i casi si perde di vista che la vera sicurezza dovrebbe basarsi su politiche educative e sociali, piuttosto che su misure punitive.

    L’assenza di prevenzione nel Decreto Caivano

    Il Decreto Caivano ha suscitato molte perplessità riguardo all’approccio repressivo della giustizia minorile, incentrato sulla sicurezza e sul carcere come uniche soluzioni al disagio sociale. Situato nella Terra dei Fuochi, un’area con gravi problemi di inquinamento e criminalità, Caivano è sotto l’influenza del clan Sautto-Ciccarelli, noto per le sue attività nel Parco Verde, dove è avvenuto uno stupro di gruppo ai danni di due cuginette.

    La camorra opera in contesti disagiati, sfruttando il malessere sociale per attrarre nuovi proseliti. Essa ha creato un welfare parallelo a quello statale, riempiendo i vuoti lasciati dall’assenza di servizi, strutture e opportunità. Secondo i rapporti semestrali della DIA, la criminalità organizzata ha una forte presenza nelle periferie degradate, utilizzate come basi per attività illecite come lo spaccio di droga. Inoltre, il rapporto della Caritas del 2022 evidenzia che il 45% dei minori coinvolti in reati proviene da contesti urbani periferici, dove molte famiglie vivono sotto la soglia di povertà.

    La critica di Antigone

    L’associazione Antigone ha sollevato forti obiezioni riguardo al Decreto Caivano, criticando il suo approccio repressivo. In particolare, essa contesta l’inasprimento delle pene e l’uso estensivo del Daspo urbano per i minori e della custodia cautelare. Antigone sottolinea che queste misure non affrontano adeguatamente le cause profonde della criminalità minorile, come la povertà educativa e il degrado sociale. In particolare, il Daspo urbano, esteso ai minori, è considerato un approccio simbolico che non risolve i problemi complessi legati al disagio giovanile. L’allontanamento fisico dai luoghi di aggregazione è visto come un atto burocratico che non contribuisce alla rieducazione dei giovani. Inoltre, l’associazione teme che questa misura possa aumentare il senso di esclusione e conflitto, anziché favorire il dialogo e un percorso educativo.

    Antigone ribadisce che la giustizia penale minorile in Italia si basa su un approccio educativo e riabilitativo che ha dimostrato il suo valore, riducendo l’uso del carcere per i minori. Il decreto rischia di compromettere questo modello, avvicinando la gestione dei minori a quella degli adulti. L’associazione critica anche le misure repressive contro la dispersione scolastica, come la punizione dei genitori per la mancata frequenza dei figli, ritenendole inefficaci nei contesti più degradati. In conclusione, Antigone chiede un maggiore investimento in politiche educative e sociali, piuttosto che in misure puramente punitive.

    DDL Sicurezza

    Con il DDL Sicurezza, attualmente in discussione al Senato, il governo segue la stessa linea del Decreto Caivano, introducendo norme che potrebbero criminalizzare ulteriormente il dissenso e comprimere la libertà di riunione, sancita dall’articolo 17 della Costituzione. Il DDL Sicurezza prevede pene più severe per reati legati a manifestazioni e blocchi stradali, oltre a sanzioni più dure per aggressioni contro le forze dell’ordine. La legge introduce anche la revoca della cittadinanza per reati di terrorismo e limita la vendita di SIM ai non possessori di permesso di soggiorno. Altre norme paiono preoccupanti, come quella che consente l’ingresso in carcere per donne incinte e madri con bambini di meno di un anno, rendendo facoltativo il differimento della pena. Queste misure vanno contro la necessità di garantire una gravidanza sicura e dignitosa, un obiettivo che dovrebbe essere prioritario per un qualsiasi governo.

    Inoltre, le proteste in carcere diventano qui un reato a prescindere dalle motivazioni, il che è problematico, poiché molte di esse riguardano le condizioni disumane delle carceri italiane. La resistenza diventa punibile con il carcere fino a due anni, una norma che colpisce specificamente gli attivisti di Ultima Generazione e si scontra con la giurisprudenza della Corte di Cassazione, la quale ha stabilito che la mera resistenza passiva non costituisce reato.

    La sicurezza non è repressione

    La repressione è spesso vista come una soluzione immediata per affrontare comportamenti devianti e garantire l’ordine pubblico, ma questa strategia si rivela inefficace nel lungo termine. Essa tende a generare paura e sfiducia tra le persone, creando un clima di ansia e tensione. Invece di favorire il senso di comunità, alimenta l’isolamento e la divisione. Inoltre, non affronta le cause profonde dei problemi sociali. Senza interventi su povertà, istruzione e accesso ai servizi, le suddette misure rischiano di innescare cicli senza fine, portando a rancore e ribellione.

    Infine, un approccio repressivo può comportare violazioni dei diritti umani, minando la legittimità delle istituzioni. La perdita di fiducia nella giustizia porta i cittadini a evitare di denunciare reati o a non collaborare con le forze dell’ordine, compromettendo ulteriormente la sicurezza.

    In sintesi, la vera sicurezza si costruisce attraverso l’educazione, l’inclusione e il dialogo: solo così è possibile estirpare le radici del disagio sociale.

    Articoli recenti

    Regionali in Campania: il centrosinistra punta su Roberto Fico

    Dopo diverse settimane, il quadro delle prossime elezioni regionali sembra essersi delineato anche in...

    Decaro scioglie la riserva e sarà il candidato del centrosinistra in Puglia

    Arriva l’ufficialità per la candidatura di Antonio Decaro alla presidenza della Regione Puglia, dopo...

    Diffusione non consensuale di immagini: la tutela delle vittime

    Negli ultimi mesi è emerso un inquietante fenomeno legato alla diffusione online di immagini...

    I volenterosi riuniti a Parigi. Meloni contraria all’invio di truppe in Ucraina

    Dopo il vertice di agosto, giovedì 4 settembre c’è stato un nuovo incontro a...