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    La Dichiarazione di Budapest sul nuovo patto per la competitività europea

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    Si è svolto a Budapest il meeting informale del Consiglio europeo che, come da invito del Presidente Charles Michel, ha avuto come punti cardine di discussione, tra gli altri, la relazione tra Europa e Stati Uniti, la fine dei rapporti di Israele e l’Agenzia dell’ONU per i rifugiati palestinesi del Vicino Oriente ed, in particolare modo, il rafforzamento della competitività europea, sulla base di quanto indicato nei rapporti presentati da Mario Draghi e Gianni Letta negli scorsi mesi.

    Draghi: il Rapporto e le considerazioni su Trump

    Ospite del Consiglio di Budapest è stato Mario Draghi, invitato al fine di presentare il proprio rapporto sulla competitività europea, consegnato il 9 settembre scorso alla Presidente della Commissione europea von der Leyen. Come abbiamo già trattato su Politica, tale rapporto individua come missioni imprescindibili quelle di colmare il divario innovativo con Cina e Stati Uniti, sviluppare un piano integrato che possa coniugare l’obiettivo della decarbonizzazione con una maggiore competitività, nonché rafforzare la sicurezza europea, riducendone, nel contempo, la dipendenza dalle potenze economiche straniere. Le azioni volte al raggiungimento di tali obiettivi richiederebbero un investimento di 750-800 miliardi di euro annui, provenienti anche da fonti private.

    L’ex premier ed ex presidente della Banca Centrale Europea, in alcune dichiarazioni rese alla stampa, ha evidenziato l’urgenza di applicazione delle indicazioni di indirizzo economico contenute nel rapporto, affermando che “quello che l’Europa non può più fare è posporre le decisioni”, in un clima di “grandi cambiamenti in vista”. Sull’elezione del presidente statunitense Trump e, conseguentemente, sui rapporti economici tra il Vecchio Continente e gli Stati Uniti, Draghi ha dichiarato: «Si sa poco di quello che succederà esattamente, ma una cosa sembra più sicura delle altre e cioè che Donald Trump darà impulso ai settori innovativi e proteggerà le industrie tradizionali, che sono proprio le industrie dove noi esportiamo di più negli Stati Uniti. Quindi dovremo negoziare con l’alleato americano, con uno spirito unitario in maniera tale da proteggere anche i produttori europei».

    Il rapporto di Enrico Letta

    Presentata durante il Consiglio europeo straordinario tenutosi tra il 17 ed il 18 aprile 2024, la relazione di Enrico Letta, dal titolo “Much more than a market”, è stata fondamentale per la determinazione delle linee programmatiche politiche raggiunte venerdì a Budapest. Il rapporto è frutto di circa 400 incontri svolti da Letta tra settembre 2023 e aprile 2024, in 65 città europee, che hanno portato ad una proposta tesa alla modernizzazione del mercato unico europeo, alla tutela ambientale integrata con lo sviluppo, concretizzata nel raggiungimento di una piena economia circolare, alla costituzione di un mercato unitario anche per la sicurezza e l’industria legata alla difesa.

    Anche in questo testo è chiara l’urgenza con cui si debba agire per rispondere ai mutamenti geopolitici e commerciali internazionali, con un appello volto a richiedere una direzione politica che “funga da catalizzatore per un rapido accordo in seno al Consiglio dell’UE e del Parlamento europeo su un piano ambizioso, comprendente anche dettagliate analisi d’impatto e un lavoro parlamentare approfondito a sostegno del processo”, ribadito chiaramente anche nell’epilogo del testo: “The time to act is now. We must work all together for a stronger Single Market and a stronger European Union”.

    La Dichiarazione finale: gli obiettivi

    All’esito del Consiglio europeo, è stata pubblicata la Dichiarazione di Budapest sul nuovo patto per la competitività europea, con la quale sono stati cristallizzati gli impegni politici assunti. 

    Come punto introduttivo del comunicato, si ribadisce proprio l’accoglimento “con favore” delle relazioniMuch more than a market” di Enrico Letta e “The future of European competitiveness” di Mario Draghi, che “individuano sfide critiche e formulano raccomandazioni orientate al futuro. Dette relazioni costituiscono una solida base per portare avanti in modo ambizioso il nostro lavoro. Siamo consci del segnale d’allarme che lanciano”.

    Nello specifico, il Consiglio individua come priorità il rafforzamento del mercato unico, invitando la Commissione europea ad elaborare, entro giugno 2025, un cronoprogramma dettagliato inerente ad una nuova strategia commerciale a livello europeo e mondiale. Entro il 2026, si auspica un unione dei risparmi e degli investimenti, nonché un conseguente sforzo volto altresì all’unione dei mercati dei capitali, al fine di favorire le imprese e le start-up. I due aspetti sono frutto di quanto già cristallizzato, tra l’altro, nel corso del Consiglio europeo straordinario del 17 e del 18 aprile 2024. Punto rilevante, inoltre, rimane la missione per la decarbonizzazione dell’UE, garantendo però “che quest’ultima rimanga una potenza industriale e tecnologica”, nonché il raggiungimento della sovranità energetica strategica e della neutralità climatica entro il 2050.

    Conclusione

    Valutati gli inviti rivolti dal Consiglio alla Commissione europea, che ha di fatto rese proprie le analisi fornite da Enrico Letta e da Mario Draghi, sarà necessario dunque attendere le prime tappe programmate per il 2025 per la presentazione dei piani strategici commerciali e finanziari.

    Concludiamo questo articolo con il finale della Dichiarazione di Budapest: “La necessità di rispondere con una voce sola non è mai stata più impellente”.

    A cura di

    Yari Nicholas Turek – Direttore editoriale

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