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    Elezioni regionali in Veneto, Campania e Puglia: una tornata dal rilievo nazionale

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    Ci siamo quasi. Domenica 23 e lunedì 24 novembre si terranno le elezioni regionali in Campania, Puglia e Veneto che chiuderanno la tornata elettorale di questo 2025. Altre tre elezioni regionali hanno infatti già emesso il loro verdetto, che ha visto protagonisti (e vincitori) i tre presidenti uscenti.

    Francesco Acquaroli è stato infatti confermato alla guida della regione Marche, così come Eugenio Giani in Toscana e Roberto Occhiuto in Calabria.

    In queste elezioni regionali, però, le cose si fanno più interessanti: dopo il fermo diniego della Corte costituzionale al terzo mandato, nessun presidente uscente si è potuto ricandidare. Nuovi candidati puntano a sostituirli.

    CAMPANIA

    Indiscussa protagonista del recente dibattito politico è la Campania, forse l’unica regione realmente contendibile

    La Campania, che negli ultimi 25 anni – tolti i 5 anni di Stefano Caldoro dal 2010 al 2015 – è stata guidata da esecutivi di centrosinistra, ha visto una forte risalita nei sondaggi del candidato del centrodestra Edmondo Cirielli, a sfavore del pentastellato Roberto Fico, sostenuto dalla coalizione di centrosinistra.

    Questo ha portato la campagna elettorale ad accendersi improvvisamente, soprattutto da parte del centrodestra che punta, avendone le chances, a fare il colpaccio. 

    La stessa premier Meloni ha notato che questa possibilità non è più così improbabile, come poteva sembrare all’inizio, ed ha invitato i membri del suo partito a rafforzare la loro presenza sul territorio, come riportato da diverse testate.

    Ad oggi, tuttavia, gli ultimi sondaggi danno ancora Roberto Fico in vantaggio, come riporta Ipsos: l’ex presidente della Camera otterrebbe il 53% dei consensi, mentre l’attuale viceministro degli Esteri Cirielli sarebbe fermo al 42,5%.

    Da poco, i due principali candidati alla presidenza si sono anche sfidati in un faccia a faccia organizzato da Sky Tg24, un confronto senza esclusione di colpi, dai giovani alla sanità, dall’autonomia differenziata al condono edilizio, tema che tanto ha acceso il dibattito politico nazionale in questi ultimi giorni.

    VENETO

    Se la situazione in Campania è ancora contesa, lo stesso non si può dire per il Veneto, storica roccaforte del centrodestra che proviene dai 15 anni di governo targato Luca Zaia. Alberto Stefani, attualmente deputato, segretario della Liga Veneta e vicesegretario federale della Lega, sembra in netto vantaggio nei confronti del suo principale sfidante Giovanni Manildo, ex sindaco di Treviso, espresso dal centrosinistra.

    Pare che la travagliata ricerca di un nome – arrivato più tardi del previsto soprattutto a causa delle questioni relative al caso Zaiada parte della coalizione di governo non abbia scalfito l’elettorato. 

    Il governatore uscente, che mai ha nascosto le sue intenzioni di presentare una propria lista come fatto nel 2020, quando ottenne il 44,7% dei consensi, come lui stesso ha dichiarato all’apertura della campagna elettorale, ha deciso di candidarsi per la carica di consigliere regionale come capolista della Lega in tutte le circoscrizioni. 

    Zaia, inoltre, sembra avere respinto la proposta di Matteo Salvini a candidarsi, in caso di vittoria della coalizione di centrodestra, alle elezioni suppletive per la Camera proprio al posto di Alberto Stefani. 

    PUGLIA

    Situazione simile in Puglia, ove Antonio Decaro, ex sindaco di Bari ed attualmente europarlamentare del PD, sembra in netto vantaggio nei confronti del civico Luigi Lobuono, sostenuto dal centrodestra. Gli ultimi sondaggi commissionati da Porta a Porta vedono Decaro nettamente in vantaggio con il 61,9% e il suo sfidante Lobuono fermo al 36,1%. 

    Come in Veneto, anche in questa regione hanno fatto discutere alcune questioni relative agli ex governatori. Sia il presidente uscente Michele Emiliano che l’ex presidente Nichi Vendola avevano infatti espresso la volontà di candidarsi come consiglieri regionali, ma Decaro aveva imposto il veto sulla loro candidatura, perché, come lui stesso ha dichiarato, “la Puglia non ha bisogno di un Presidente a metà”. 

    Alla fine è riuscito a spuntarla solo su Emiliano, che non si è ricandidato, ma nulla ha potuto su Vendola, attualmente candidato alla carica di consigliere regionale nelle liste di Alleanza Verdi e Sinistra.

    UNA TORNATA DAL RILIEVO NAZIONALE?

    Numerosi gli opinionisti che vedono un rilievo nazionale attorno a questa sfida, anche se l’impressione è che la partita delle regionali in realtà si sia già giocata a fine settembre con le elezioni nelle Marche, unica reale regione apparentemente in bilico tra le sette al voto quest’anno. 

    Si presagiva uno scossone ma Matteo Ricci, ex sindaco di Pesaro ed europarlamentare PD, non è riuscito a ribaltare il voto del 2020 e a battere Acquaroli, fedelissimo della premier.

    Con ogni probabilità, queste tre elezioni verranno presto archiviate: l’attenzione dei partiti nazionali non può che essere al referendum costituzionale sulla giustizia della prossima primavera; la campagna elettorale è già iniziata e né maggioranza né opposizione possono permettersi passi falsi.

    Forse, però, un rilievo strettamente politico legato a queste elezioni regionali c’è, ma non tanto tra le coalizioni, quanto all’interno delle coalizioni stesse.

    Le previsioni in Veneto

    Puglia a parte, l’elezione in Veneto è molto importante per definire i rapporti all’interno del centrodestra in regione. 

    I sondaggi parlano di un testa a testa tra Lega e Fratelli d’Italia. Essere il primo partito non è cosa di poco conto: il partito di Meloni aveva infatti rivendicato – prima di cedere su Stefani – la scelta del candidato presidente del Veneto, in forza dei risultati delle elezioni politiche che lo vedevano, appunto, primo partito.

    La Lega ha un unico modo perché non sia più messo in discussione il suo dominio in Veneto: vedere Stefani vincere e arrivare per prima tra le liste.

    Le previsioni in Campania

    Rilevanti saranno anche i risultati delle elezioni in Campania all’interno della coalizione di centrosinistra. 

    Se Fico dovesse vincere sarebbe una doppia vittoria per la leader del Partito Democratico Elly Schlein: da una parte sarebbe una prova di forza nei confronti del Presidente uscente De Luca, che non ha mai appoggiato la candidatura di Fico e da quando quest’ultimo è stato ufficialmente candidato non ha mai speso una parola a suo favore.

    In secondo luogo, rafforzerebbe il suo tentativo di riunire la coalizione di centrosinistra in vista delle elezioni politiche del 2027. Quest’ultima, nelle ultime settimane, viste le dichiarazioni della vecchia guardia del partito e quelle di Giuseppe Conte, non è sembrata così salda come all’inizio delle campagne elettorali delle regioni al voto.

    COME E QUANDO SI VOTA

    In tutte e tre le regioni si vota domenica 23 (dalle 7 alle 23) e lunedì 24 (dalle 7 alle 15). Gli scrutini inizieranno immediatamente dopo la chiusura dei seggi.

    In tutte le regioni è ammesso il voto disgiunto: si potrà quindi votare per una data lista ed esprimere un voto per un candidato Presidente ad essa non collegato.

    Non è previsto il ballottaggio: il presidente eletto è il candidato che ottiene più voti. Per votare è necessario avere con sé carta d’identità e tessera elettorale.

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