Il 2025 segna un punto di svolta per le imprese energivore italiane e per lo sviluppo delle fonti rinnovabili grazie all’approvazione delle Regole Operative dell’Energy Release 2.0 da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE).
Il meccanismo, aggiornato con il Decreto Direttoriale n. 72 del novembre 2025 e successivamente modificato con ulteriori decreti, mira a coniugare due obiettivi chiave: garantire alle aziende ad alto consumo energetico un accesso a energia elettrica a prezzo calmierato e promuovere la realizzazione di nuova capacità da fonti rinnovabili, contribuendo alla transizione energetica nazionale.
IL CONTESTO: IMPRESE ENERGIVORE E MERCATO ENERGETICO
Le imprese energivore sono aziende con consumi elettrici molto elevati e rappresentano un segmento strategico dell’industria nazionale. Tuttavia, negli ultimi anni, la volatilità dei prezzi dell’energia ha rappresentato un problema significativo, mettendo a rischio la competitività di molte realtà produttive.
L’Energy Release nasce come strumento per mitigare questi rischi, offrendo energia a prezzo calmierato per un periodo definito, garantendo allo stesso tempo benefici per il sistema energetico e la decarbonizzazione. La versione 2.0 del meccanismo è stata concepita per essere più flessibile e trasparente rispetto alle precedenti edizioni.
Le nuove regole incorporano indicazioni della Commissione Europea sugli aiuti di Stato alla precedente disciplina, garantendo trasparenza, concorrenza e un equilibrio tra incentivi per le imprese e interesse pubblico.
COME FUNZIONA L’ENERGY RELEASE 2.0
Il meccanismo si articola in due fasi principali: anticipazione dell’energia e restituzione attraverso la realizzazione di nuova capacità rinnovabile.
Le imprese energivore, singolarmente o in forma aggregata, possono ottenere dal GSE, il Gestore dei Servizi Energetici, un volume di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili per un periodo di 36 mesi. Il prezzo fissato dal GSE è 65 €/MWh, significativamente inferiore rispetto ai prezzi medi di mercato, rappresentando così un importante strumento di stabilità dei costi energetici.
In cambio dell’energia anticipata, le imprese devono impegnarsi a realizzare nuova capacità da fonti rinnovabili o a potenziare impianti esistenti. Ogni intervento deve avere una potenza minima di 200 kW, e la nuova capacità installata deve coprire almeno il doppio dell’energia anticipata. Gli impianti devono entrare in esercizio entro 40 mesi dalla firma del contratto, con un termine ultimo fissato al 31 dicembre 2030.
Una delle novità della versione aggiornata del 2025 è la possibilità per le imprese di delegare la realizzazione degli impianti a soggetti terzi, selezionati tramite un’asta competitiva gestita dal GSE. Questo approccio aumenta la flessibilità e l’efficacia del meccanismo, consentendo anche a soggetti qualificati esterni di contribuire alla crescita delle rinnovabili.
CONTRATTI E CLAUSOLE DI TUTELA
Il meccanismo prevede contratti di tipo CfD (Contract for Difference) a due vie, con durata di 20 anni, che regolano la restituzione dell’energia prodotta dagli impianti. Una clausola chiave introdotta con le modifiche del 2025 è il cosiddetto meccanismo anti‑extra profitto, che limita guadagni eccessivi per i soggetti che realizzano gli impianti e gestiscono l’energia, garantendo che il beneficio pubblico e industriale sia preservato.
In pratica, l’Energy Release 2.0 garantisce che l’energia calmierata offerta alle imprese venga “ripagata” attraverso una nuova capacità rinnovabile reale, evitando rendite speculative.
NUMERI E PARTECIPAZIONE
Il successo del programma è già evidente nelle prime fasi di manifestazione di interesse: alla chiusura della finestra di raccolta delle istanze sono state presentate 559 richieste, che coinvolgono circa 3.400 soggetti energivori, per un volume complessivo di energia richiesto superiore a 70 TWh.
Il GSE, secondo le regole operative, potrà assegnare fino a 24 TWh/anno di energia per il triennio 2025–2027. Questo evidenzia un forte interesse da parte delle imprese e dimostra come l’Energy Release 2.0 possa diventare uno strumento significativo per la gestione del fabbisogno energetico industriale, soprattutto in un contesto caratterizzato da elevata volatilità dei prezzi.
PUNTI DI ATTENZIONE
Dal punto di vista economico, il meccanismo permette alle imprese energivore di ridurre l’esposizione ai prezzi spot dell’energia, garantendo stabilità dei costi per tre anni. Questo può tradursi in un vantaggio competitivo rilevante per settori industriali ad alta intensità energetica.
Dal punto di vista ambientale, il vincolo di realizzare nuova capacità rinnovabile contribuisce direttamente alla transizione energetica e al raggiungimento degli obiettivi nazionali di decarbonizzazione, anche nell’ottica dell’Agenda 2030.
La misura incentiva soprattutto investimenti in fotovoltaico, eolico e idroelettrico, aumentando la quota di energia rinnovabile nel sistema elettrico italiano.
LE CRITICITA’
Nonostante i numerosi vantaggi, il meccanismo presenta alcune criticità che meritano attenzione. Sul fronte delle tempistiche e della complessità, infatti, realizzare gli impianti entro i termini stabiliti richiede una pianificazione estremamente accurata e una gestione efficiente di autorizzazioni e connessioni, spesso complicata dalla lentezza burocratica.
Dal punto di vista economico, la clausola anti‑extra profitto limita i margini dei soggetti terzi incaricati della costruzione degli impianti, il che potrebbe ridurre l’interesse o la partecipazione di alcuni operatori privati.
Infine, dal lato del mercato, sebbene il prezzo calmierato rappresenti un vantaggio per le imprese, il successo complessivo del meccanismo dipende dalla realizzazione effettiva degli impianti e dalla capacità di produrre l’energia attesa.
CONCLUSIONI E PROSPETTIVE
L’Energy Release 2.0 segna un’importante evoluzione per l’industria italiana, riuscendo a coniugare la tutela delle imprese energivore con lo sviluppo di nuova capacità rinnovabile. Le regole aggiornate nel 2025 rendono il meccanismo più flessibile, trasparente e competitivo, allineandolo alle norme europee e agli obiettivi di sostenibilità.
In un contesto di prezzi energetici instabili, questa misura rappresenta un modello innovativo di politica industriale e ambientale integrata: garantire la competitività delle aziende senza rinunciare agli impegni climatici.
Nei prossimi mesi, le imprese dovranno muoversi con attenzione, pianificando consumi e investimenti per partecipare efficacemente al programma e sfruttarne appieno i benefici.
Grazie alla combinazione di costi stabiliti, incentivi mirati e regole chiare, l’Energy Release 2.0 si conferma uno strumento strategico per rafforzare la resilienza del sistema industriale italiano e accelerare la transizione energetica del Paese.
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