spot_img
Altro
    HomeEsteriUnione EuropeaEuropean Defence Mechanism: un passo verso l'autonomia strategica?

    European Defence Mechanism: un passo verso l’autonomia strategica?

    Pubblicato il

    spot_img

    I Ministri delle Finanze dei ventisette Stati membri dell’Unione Europea si sono riuniti in un incontro informale a Varsavia per discutere, tra le altre tematiche, dell’European Defence Mechanism. Si tratta di un fondo intergovernativo che potrebbe diventare il perno fondamentale della strategia di riarmo del Vecchio Continente, il quale si pone l’obiettivo di incrementare la propria sicurezza e rafforzare le proprie capacità militari. 

    Allo stesso tempo, risulta necessario prestare attenzione ai bilanci e alla situazione economica in cui versa l’Unione europea in questo frangente storico. Si registra quindi l’esigenza di elaborare un piano che possa coniugare la competitività strategico-militare e la sostenibilità finanziaria.

    I punti del piano

    Il progetto nasce da un’idea del think thank economico Bruegel, con sede a Bruxelles. Dopo mesi di discussioni circa il sistema di difesa continentale e il fondo atto a sostenerlo finanziariamente, i paesi dell’Unione sono passati all’azione e iniziano a delineare concretamente una strategia comune. Un punto cardine è la riduzione della frammentazione industriale europea nel settore della difesa, che costringe il Continente a far fronte alle dinamiche nazionali proprie dei diversi Stati, tra cui la gestione degli appalti. 

    L’obiettivo è quello di accelerare un processo che possa portare alla creazione di un mercato unico europeo della difesa, dinamica necessariamente legata all’esigenza di incrementare la cooperazione fra gli Stati membri, così da permettere la condivisione delle conoscenze tecnologiche con cui produrre con più efficienza e minori costi. Si tratta di un’idea ambiziosa, che prevede un totale cambiamento di rotta, dato che i Paesi europei in questo ambito hanno sempre ragionato con una prospettiva nazionale e non continentale. 

    Made in Europe

    Per raggiungere l’autonomia strategica, le autorità europee ritengono opportuno incentivare la produzione di armamenti Made in Europe, in modo da non essere legati a Paesi terzi. In questo senso, l’autonomia assume un ruolo cardine, poiché la dipendenza da altri attori per dossier strategici rende più vulnerabili alle crisi internazionali. Un ulteriore punto è il rafforzamento del ruolo dell’Agenzia europea per la difesa, che potrebbe diventare un ente chiave per il nuovo assetto difensivo. 

    La sostenibilità finanziaria

    Il modello economico-finanziario da adottare per sostenere un progetto di questa portata necessita di essere discusso in svariati incontri prima di essere delineato nella sua interezza. Nonostante i dibattiti in merito siano solo all’inizio, vi sono già dei principi di base: un’idea condivisa è quella di attingere a prestiti congiunti sui mercati dei capitali, che permetterebbero di ottenere le specifiche risorse necessarie a realizzare l’autonomia strategica del continente, incrementando così facendo anche la competitività industriale del settore della difesa. 

    L’European Defence Mechanism potrebbe usufruire anche di appositi strumenti finanziari che permetterebbero di ridurre il peso degli investimenti sul bilancio dei singoli paesi. L’obiettivo è quello di incentivare gli attori a partecipare all’iniziativa, offrendo loro l’opportunità di incrementare la propria sicurezza in un contesto comune, che possa gravare il meno possibile sulle economie nazionali. 

    L’idea è che le quote di capitale sostenute dai partecipanti siano commisurate specificamente alla loro condizione economico-finanziaria e agli asset militari che essi detengono La grandezza delle differenti economie farà la differenza in questo senso, dando la possibilità ai Paesi meno ricchi di contribuire al progetto in base alle proprie disponibilità. 

    Si registra l’esigenza di ridurre l’interventismo dei singoli Stati nella difesa, inquadrando gli investimenti e l’innovazione in un contesto continentale. Inoltre, al contrario di quanto ideato per il settore industriale, per l’ambito finanziario a supporto del progetto vi è un’apertura a Paesi extra-UE, i quali possono contribuire al sostegno economico del piano di riarmo europeo. 

    Instabilità geopolitica e autonomia

    La volontà europea di puntare sull’autonomia strategica deriva dall’instabilità geopolitica del sistema internazionale, causata dai diversi scontri attualmente in essere. In seguito al ritorno di Donald Trump alla Presidenza statunitense, il timore di dover affrontare autonomamente le svariate minacce presenti a livello globale preoccupa enormemente le autorità politiche del Vecchio Continente. Oggi, il più grande alleato pare avere poca intenzione di sostenere in maniera incondizionata le istanze occidentali, come ha sempre fatto fino a poco tempo fa, e risulta quindi necessario elaborare una strategia efficace, che possa incrementare la sicurezza europea nel lungo periodo. 

    Le insidie sul panorama internazionale sono molteplici: la Russia dimostra di non temere il ricorso all’utilizzo della forza per raggiungere i propri obiettivi territoriali, la Cina continua nella propria espansione geopolitica, e potenze regionali come la Turchia e l’Iran puntano ad emergere a livello globale e ad espandere le proprie sfere d’influenza. 

    In un contesto internazionale simile, essere sguarniti di un progetto che possa portare ad una vera indipendenza strategica potrebbe rendere l’Europa estremamente vulnerabile alle mire espansionistiche delle grandi potenze, che non aspettano altro che mettere le mani sul vecchio continente. 

    Conclusioni

    Nonostante ci si trovi nella fase iniziale del progetto, l’European Defence Mechanism rappresenta uno step fondamentale del processo che porterà il continente verso l’autonomia strategica. 

    Le fondamenta del piano sembrano essere solide, così come la volontà dei Paesi europei, i quali condividono l’idea che l’incremento della competitività del settore industriale dipenda dalla riduzione della frammentazione del mercato continentale in questo ambito. 

    20250138

    Articoli recenti

    Valle d’Aosta verso le regionali: focus sulla scena elettorale

    Con poco meno di 123.000 residenti attestati al 1° gennaio 2024, la Valle d’Aosta...

    Regionali in Campania: il centrosinistra punta su Roberto Fico

    Dopo diverse settimane, il quadro delle prossime elezioni regionali sembra essersi delineato anche in...

    Decaro scioglie la riserva e sarà il candidato del centrosinistra in Puglia

    Arriva l’ufficialità per la candidatura di Antonio Decaro alla presidenza della Regione Puglia, dopo...

    Diffusione non consensuale di immagini: la tutela delle vittime

    Negli ultimi mesi è emerso un inquietante fenomeno legato alla diffusione online di immagini...