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    Il sistema idrico inglese fa acqua da tutte le parti

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    Ironia della sorte: il paese europeo da sempre considerato il più piovoso e grigio, ha ora enormi problemi con il sistema idrico, che sembra sempre più fuori controllo.

    L’Inghilterra quest’estate potrebbe andare incontro a grandissimi disagi legati alla siccità qualora prima la stagione primaverile da poco iniziata, e poi quella estiva non si dimostrassero abbastanza piovose. Questo perché? Nonostante quest’inverno sia stato per la penisola il più piovoso di sempre, non ci sono le infrastrutture necessarie affinché l’acqua piovana venga raccolta in maniera adeguata: dunque tutta la responsabilità ricade sulla bella stagione.

    Prima che il cambiamento climatico si mostrasse sempre più dirompente, in Gran Bretagna pioveva in quantità costanti lungo tutto il corso dell’anno, quindi i Governi non hanno mai sentito la necessità di investire nel settore, che è interamente privatizzato da trent’anni. È infatti dal 1989 – con il celebre Water Act realizzato dall’amministrazione Thatcher – che l’Inghilterra è entrata a far parte di quella manciata di paesi a livello globale che ha un sistema idrico privatizzato nella sua interezza, e ciò negli anni si è dimostrato nocivo per il paese. Ad esempio, non vengono usati o aggiornati i serbatoi per raccogliere l’acqua piovana. Sono decenni che non ne vengono costruiti di nuovi, ma l’Enviroment Agency (ovvero l’ente nazionale per l’ambiente) ha un programma per far sì che se ne costruiscano di più in tutta l’Inghilterra entro il 2050. Ma per molti questa è ormai una mossa inadeguata. Investimenti non eccellenti negli anni hanno portato infatti a perdite di trilioni di litri di acqua all’anno a causa di tubi malfunzionanti che risalgono all’epoca vittoriana (giusto per capire la gravità del problema, nel paese l’acqua nera e quella bianca passano dalle stesse condutture). Inoltre, i fiumi e i canali inglesi proprio perché venivano usati per muoversi con grandi imbarcazioni e per trasportare beni economici, sono stati scavati causando disagi sempre maggiori con l’aumento della quantità di acqua piovana a causa dei cambiamenti climatici. Le alluvioni diventano così fuori controllo perché la portata dei fiumi aumenta insieme al loro flusso verso il mare. Nelle operazioni di escavazione venivano anche rimossi dei meandri e quindi i terreni alluvionali che circondano i fiumi, oggi non possiedono più una giusta capacità di assorbimento d’acqua. Come sempre in questi casi bisogna poi aggiungere il problema delle bonifiche dei territori per motivi urbanistici e agricoli: a causa di queste, i terreni non fanno più da spugna come dovrebbero e quindi non assorbono l’acqua.

    In sintesi, in Inghilterra le alluvioni sono costanti, l’acqua piovana non viene raccolta l’inverno e le estati sono secche e caratterizzate da continui divieti e limitazioni sull’utilizzo dell’acqua a livello domestico, ma c’è altro. Il britannico medio è poco abituato a risparmiare acqua e ne usa fino a 150 litri al giorno, molto più di altri paesi europei (in Italia si oscilla intorno ai 130 litri). È anche vero che è poco utile però che il Governo si deresponsabilizzi in questi casi. I cittadini hanno le loro colpe, ma anche poco potere decisionale, soprattutto quando si calcola che nel 2023 circa 4 milioni di litri di liquami grezzi sono stati persi nelle acque di tutta l’Inghilterra, con un incremento del 129% in un anno. Di certo questa non è colpa del popolo. Le compagnie che possiedono il controllo completo sul sistema idrico incolpano le grandi piogge invernali, ma gli scolmatori che rilasciano nei corsi d’acqua la portata in eccesso e che depurano gli impianti sono stati usati anche in condizioni climatiche non estreme, causando lo scarico di liquami grezzi anche con il bel tempo. Questa libertà da parte dei privati è forse dovuta a un cambiamento delle leggi e del commercio post-Brexit?

    Il Governo ha un piano per far fronte solo a una parte dei problemi, ma questo appare non essere abbastanza rapido: l’obiettivo è quello di eliminare il 40% dei liquami grezzi nei fiumi entro il 2040, e di depurarli completamente per il 2050. L’industria dell’acqua vuole investire un totale di 96 bilioni di sterline per, apparentemente, risolvere la sua parte del problema non più tardi della fine del decennio, ma per farlo ha bisogno di aumentare i costi che affrontano i clienti, già altissimi. 

    Ciò che servirebbe è un maggiore intervento pubblico da parte del Governo, che è però limitato dall’estrema privatizzazione di un sistema che non ha mai avuto ragione di essere così strutturato.

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