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    Il vertice di Varsavia ed il decreto di Putin sul nucleare

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    È stato un martedì intensissimo per la politica internazionale. A Varsavia il vertice dei Ministri degli esteri di sei Stati per l’individuazione di una linea comune nell’ambito del conflitto russo-ucraino. A Mosca, Putin firma il decreto con cui vengono revisionate le politiche sull’utilizzo del nucleare della Federazione. Biden e Borrell parlano di “retorica irresponsabile” della Russia. Non pervenuto, invece, il G20.

    Il vertice dei Ministri degli esteri a Varsavia e la dichiarazione finale

    In concomitanza con la ricorrenza dei mille giorni della guerra russo-ucraina, si è svolto ieri, a Varsavia, il vertice dei Ministri degli esteri di Polonia, Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito. Nella dichiarazione finale, rilevando che «la Russia sta sistematicamente attaccando l’architettura di sicurezza europea», i Ministri hanno individuato una serie di priorità politiche ed economiche, quali linee guida per le azioni da intraprendere in rapporto al conflitto in essere.

    Punto cardine è ritenuto il «riaffermare il ruolo duraturo di una NATO forte e unita come fondamento della difesa e della sicurezza europea»: da qui l’obiettivo di proseguire nelle operazioni di dissuasione della Russia, limitando materialmente le possibilità di ulteriore rafforzamento militare, anche con «misure restrittive».

    Non manca, chiaramente, il richiamo al sostegno della linea della ‘pace giusta e duratura‘, ribadendo il pieno sostegno all’Ucraina, in osservanza della Carta delle Nazioni Unite.

    I Ministri hanno dichiarato di accogliere con favore il prestito di 50 miliardi di dollari stanziato dal G7 al fine di consentire all’Ucraina la possibilità di ottenere risorse sufficienti per il 2025, affermando, nel contempo, la necessità di intensificare l’impegno militare ed economico in favore di Kiev.

    Da un punto di vista più interno, secondo la dichiarazione bisogna «rafforzare la sicurezza e la difesa dell’Europa», facendo anche affidamento al sistema economico e finanziario dell’Unione europea, al fine di eliminare quegli elementi che attualmente ostacolano un investimento comune nel settore della difesa.

    Altro punto imperativo è costituito dall’aumento degli investimenti in materia di difesa aerea, ivi compresi droni e sistemi di attacco di precisione, investendo parallelamente nello sviluppo della difesa informatica.

    Il decreto del Presidente Putin sulla politica nucleare

    Per la prima volta dopo l’autorizzazione del Presidente statunitense Biden, l’esercito ucraino ha utilizzato gli armamenti forniti dagli Stati Uniti per colpire obiettivi in suolo russo: nella regione russa di Bryansk, è stato infatti centrato, con alcuni missili Atacms, un centro logistico.

    Non si è di certo fatta attendere la reazione russa, con il Ministro degli esteri Lavrov che afferma: “è chiaro che l’occidente vuole l’escalation”. Più concretamente, giunge la notizia secondo la quale Putin avrebbe sottoscritto un decreto che riforma la dottrina sul nucleare della Federazione russa: nello specifico, si tratta del Decreto del Presidente della Federazione russa n. 991 del 19.11.2024, «sull’approvazione dei Fondamenti della politica statale della Federazione Russa nel campo della deterrenza nucleare».

    Secondo le nuove disposizioni, la Russia potrà colpire con munizioni nucleari i Paesi che attaccano il suo territorio, qualora questi ultimi godano del sostegno di Stati aventi capacità nucleare: in sintesi, una misura ad hoc per il caso Ucraina, sprovvista di testate atomiche, ma sostenuta militarmente ed economicamente dalla NATO.

    Infatti, secondo il decreto, testualmente1, «L’Aggressione contro la Federazione Russa e (o) i suoi alleati da parte di qualsiasi Stato non nucleare con la partecipazione o il sostegno di uno stato nucleare è considerato come un attacco congiunto» e «La deterrenza nucleare mira a garantire la comprensione da parte del potenziale avversario dell’inevitabilità della punizione per l’aggressione contro la Federazione Russa e (o) i suoi alleati». Segue l’esplicazione dei casi specifici in cui si può adottare l’impiego di armamenti nucleari: tra questi, la ricezione di informazioni affidabili missili balistici mirati al territorio della Federazione russa, od attacchi come precedentemente già esplicati. 

    Le reazioni

    Secondo la Casa Bianca la Russia sta conducendo una “retorica irresponsabile” in tema di nucleare. Dichiarazione, questa, pedissequamente ripresa da Josep Borrell, alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza.

    All’esito del G20, tenutosi in Brasile, nella dichiarazione finale una sola menzione è stata dedicata all’Ucraina: in questa sede è sottolineato – e qui si cita testualmente ed in lingua originale – «the human suffering and negative added impacts of the war». Ci evitiamo commenti sul punto.

    Conclusioni?

    Come al solito, ancora nessuna conclusione. Le azioni attualmente intraprese dai vari attori coinvolti nella crisi russo-ucraina sembrano voler davvero, da entrambi i lati, esasperare ulteriormente e definitivamente la questione. 

    A cura di

    Yari Nicholas Turek (Direttore editoriale)

    1. Traduzioni dal russo curate dalla redazione di POLITICA, tratte dal testo originale. ↩︎

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