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    Irlanda, l’etichetta sanitaria sugli alcolici sarà legge

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    IL CASO IRLANDA

    La decisione presa dal governo irlandese di mettere un’avvertenza sugli alcolici sarà legge entro il 2026. Nonostante le polemiche avanzate da alcuni stati europei, come l’Italia, il governo afferma di non voler fare nessun passo indietro. Caso unico in Europa, con il ministro della salute irlandese Stephen Donnelly afferma: “Sono lieto che siamo il primo paese al mondo a compiere questo passo e introdurre un’etichettatura sanitaria completa dei prodotti alcolici” e aggiunge: “Non vedo l’ora che altri paesi seguano il nostro esempio“. Federvini, la federazione dei produttori di vini, alcolici e aceti italiani è pronta a presentare un esposto alla Commissione Europea contro la legge di Dublino circa l’incompatibilità con le norme europee e le regole di corretta informazione al consumatore. 

    Gli articoli 34 e 36

    Le misure irlandesi potrebbero rappresentare un impedimento sproporzionato e ingiustificato alla libera circolazione delle merci all’interno dello spazio europeo, in aperto contrasto con gli articoli 34 e 36 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Una minaccia, spiega Federvini, al mercato unico. L’articolo 34 TFUE sancisce il divieto di restrizioni quantitative, promuovendo il libero scambio di merci tra stati membri e abbattendo ogni frontiera interna sia per l’import che per l’export. Vi è, altresì, l’obbligo, disposto nel secondo comma, di non applicare misure di effetto equivalente (anche potenziali) alle restrizioni quantitative nei confronti delle importazioni ed esportazioni. Per merce si intende qualsiasi bene economicamente valutabile: rientrano nel concetto di merce, ad esempio, l’energia e i rifiuti. Il divieto di restrizione quantitative e di misure di effetto equivalente – stabilite dall’articolo 34 del T.F.U.E – è derogabile per i motivi previsti dall’articolo 36 del medesimo trattato, ovvero quando ci sono in gioco interessi meritevoli di tutela quali: moralità pubblica, pubblica sicurezza, motivi di ordine pubblico, protezione del patrimonio storico e artistico, tutela della salute di persone e di animali e la preservazione dei vegetali. L’etichettatura potrebbe quindi essere giustificata da motivi di salute pubblica purché sia rispettato il principio di proporzionalità stabilito dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea, per impedire una restrizione dissimulata al commercio fra Stati membri. Ciononostante la federazione ritiene incompatibile la legge irlandese con i suddetti articoli. “La normativa irlandese rischia di non informare correttamente i consumatori e di danneggiare il nostro settore produttivo su scala europea” aggiunge Micaela Pallini, presidente di Federvini. 

    Per Dublino, invece, il consumo di alcolici rimane un’emergenza sanitaria nazionale che giustifica i provvedimenti adottati. La legge, applicabile dal 22 maggio 2026, prevede che le etichette degli alcolici, oltre a indicare il contenuto calorico e i grammi di alcol nel prodotto, debbano contenere le precise avvertenze circa il rischio di sviluppare malattie del fegato e altri tumori. 

    Critiche alla proposta di legge di Dublino sono state già presentate da alcuni stati membri dell’Ue tra cui l’Italia primo paese produttore di vini.

    Anche la CEP, Centri per lo politiche europee, ha evidenziato la legittimità del progetto di legge irlandese, definendo la proposta “sostanzialmente ragionevole”.

    A cura di

    Saif Jelassi

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