La fumata bianca sopraggiunta questa sera, poco dopo le 18, è stata certamente inaspettata. Ma tra i tanti dettagli ancora da definire, in attesa dell’inizio effettivo del pontificato di Robert Francis Prevost – Papa Leone XIV – c’è comunque una certezza: il Conclave appena concluso con l’elezione al quarto scrutinio del 267esimo successore di Pietro è stato il più commentato e seguito via social, soprattutto dalle nuove generazioni.
“Habemus Papam”: Leone XIV
A poco sono valsi i tanti nomi susseguitesi nel periodo di sede vacante: il nuovo Pontefice è americano, nato a Chicago, nell’Illinois, il 14 settembre 1955. Creato Cardinale nel Concistoro del 30 settembre 2023 da papa Francesco, già membro dei Dicasteri per l’Evangelizzazione, Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari, per la Dottrina della Fede, per le Chiese Orientali, per il Clero, per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica; per la Cultura e l’Educazione, per i Testi Legislativi, dal 30 gennaio 2023 è Prefetto del Dicastero per i Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina.
Complice gli studi teologici e legislativi – compiuti non solo negli Stati Uniti, presso la Catholic Theological Union di Chicago, ma anche a Roma, presso la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino – il nuovo Pontefice parla un italiano abbastanza fluente, e questo dettaglio non è passato di certo inosservato ai 133 Cardinali elettori che nel pomeriggio di oggi, nella segretezza della Cappella Sistina, hanno scelto il suo nome.
Il significato del nome
Il nome scelto da Pontefice – Leone XIV – richiama alla mente tempi ormai lontani: occorre infatti risalire al 1878 per trovare traccia di papa Leone XIII, deceduto nel 1903. Ed è proprio al nome che, secondo molti esperti, occorre guardare per anticipare l’orientamento del nuovo pontificato, questo perché “il nome che un papa sceglie rivela lo spirito, la direzione e la visione del suo mandato”.
Le prime parole pronunciate
Parole semplici, ma ricche di significato, quelle sopraggiunte poco dopo la storica formula di rito “Habemus Papam”: “Aiutateci anche voi a costruire ponti con il dialogo con l’incontro unendosi tutti per essere un solo popolo sempre in pace” […] “Senza paura, uniti mano nella mano con dio, e tra noi andiamo avanti”. Un messaggio di speranza e di positività, lanciato anche in memoria del defunto Francesco, di cui in molti sperano possano essere ripresi gli impegni interrotti soltanto dalla malattia. Forte anche il richiamo a Benedetto XVI, di cui Leone XIV ha condiviso lo stile classico d’abbigliamento.
L’attenzione agli ultimi, ai poveri e agli emarginati, pare comunque non mancare, come suggerito poco dopo: “Vogliamo essere una chiesa che cammina, che cerca sempre la pace, cerca sempre la carità, cerca sempre di stare vicino a coloro che soffrono”.
Allo sguardo dei più attenti analisti, non sarà però di certo sfuggito che la semplicità di cui sopra è entrata immediatamente in contrasto con il rigore e l’ordine imposto dal supporto scritto che ha interamente accompagnato la sua oratoria. L’affettuoso “Buonasera” di Papa Francesco pare quindi un lontano ricordo.
Conclusioni
Resta ancora da capire quali saranno le prossime mosse di Papa Leone XIV. Sarà quindi utile seguire il suo primo Angelus, ma in ogni caso la sfida è enorme: proseguire il cammino di Bergoglio, lo stesso di cui anche il Cardinale Decano Giovanni Battista Re ha più volte marcato la pregnanza, ma contrastare con ancora più vigore i problemi del mondo contemporaneo.
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