Brian Thompson, il CEO di UnitedHealthcare, la più grande tra le compagnie assicurative statunitensi, è stato ucciso nella giornata di mercoledì 4 dicembre fuori da un hotel a Manhattan. Si riapre così il dibattito sul sistema sanitario americano e sulle sue assicurazioni, un’industria da bilioni di dollari.
Il problema delle assicurazioni sanitarie negli Stati Uniti
Sono tre le parole scritte sui bossoli che hanno colpito l’amministratore delegato della UnitedHealthcare: Deny, Defend e Depose. Negare, difendere e deporre, tre azioni usate per descrivere la strategia propria delle compagnie assicurative statunitensi, che continuano a rifiutare di pagare i clienti che pretendono un risarcimento per le cure e le prestazioni sanitarie a loro necessarie. Già a luglio di quest’anno un centinaio di persone si erano riunite sotto la sede principale della compagnia assicurativa UnitedHealthcare in Minnesota, per protestare contro la sua politica principale, quella della “previa autorizzazione”.
Un recente studio ha mostrato come la UnitedHealthcare sia la peggiore azienda assicurativa del paese in ambito sanitario: secondo i dati, la compagnia respingerebbe circa il 32% delle richieste dei propri clienti, più del doppio del suo competitor medio.
Sono 300 milioni le persone che negli Stati Uniti posseggono un’assicurazione sanitaria, e i cittadini sono stanchi e saturi a causa di un sistema che non permette a nessuno di ammalarsi. Non sono rari i casi di persone che non possono pagare le proprie spese sanitarie e finiscono col perdere la vita, e nemmeno pochi gli altrettanti episodi di persone con debiti colossali e quindi impagabili.
Si calcola che le assicurazioni familiari che coprono il maggior numero di eventualità costino intorno ai 25.000 dollari all’anno, a cui vanno aggiunte tutte le spese mediche non coperte dalle suddette assicurazoni, che possono arrivare anche a migliaia di dollari all’anno a persona. Per molti è complicato anche solo capire come ottenere un’assicurazione, e quando la si ottiene non è semplice comprendere bene i dettagli contrattuali: sembra andare tutto bene fino a quando non ci si ammala. A quel punto iniziano i problemi: il 45% delle persone assicurate in età lavorativa si trovano a dover pagare per una prestazione inizialmente considerata gratuita o coperta dalla polizza assicurativa.
Il caso McNaughton
Nel 2021 Christopher McNaughton, allora studente all’Università della Pennsylvania, ha aperto una causa contro la UnitedHealthcare, conclusasi solo lo scorso anno. La compagnia assicurativa aveva deciso di proporre agli studenti dell’Università “Ivy League” un piano assicurativo, particolarmente lucrativo per la compagnia: tanti giovani in buona salute pagavano copiose assicurazioni e avevano bisogno di poche cure. Tanti, ma non tutti. Christopher McNaughton, che di recente aveva scoperto di soffrire di colite ulcerosa, una malattia cronica anche abbastanza grave, a causa della sua problematica, arrivava a costare all’incirca due milioni di dollari all’anno alla UnitedHealthcare, che dopo aver bollato il ragazzo come utente troppo costoso, ha comunicato alla famiglia di voler interrompere la copertura assicurativa perché il trattamento, a parer loro, non era medicalmente necessario. Oltretutto attualmente la UnitedHealthcare sta combattendo un’azione collettiva che accusa l’azienda di usare un modello di intelligenza artificiale che ha un tasso di errore del 90%, per rifiutare di dare le cure necessarie a pazienti d’età avanzata che ne hanno il diritto.
Tutti questi sono i motivi dell’astio generalizzato nei confronti delle lobby assicurative statunitensi, e soprattutto nei confronti della UnitedHealthcare, il cui CEO godeva di un reddito annuale di circa 10 milioni di dollari.
Il manifesto del killer
Dopo giorni di assidue ricerche, lunedì 9 dicembre la polizia ha arrestato il presunto killer di Brian Thompson, il ventiseienne Luigi Mangione, mentre si trovava in un McDonald nello stato della Pennsylvania. Mangione aveva con sè un documento contenente una dichiarazione sulle motivazioni e le idologie dietro all’assassinio di Brian Thompson, ma anche documenti falsi, un silenziatore e una pistola creata con una stampante 3D, coincidenti con l’arma utilizzata per la sparatoria. La polizia non ha inizialmente pubblicato il documento che il ragazzo aveva con sé, che è stato reso parzialmente noto dal giornalista investigativo Ken Klippenstein. Nel manifesto di Mangione leggiamo:
“Alla polizia federale, sarò breve, dal momento che rispetto quello che fate per il nostro paese. Per risparmiarvi una lunga indagine, dichiaro esplicitamente che non ho collaborato con nessuno. È stato abbastanza banale: un po’ di elementare ingegneria sociale, del semplice CAD e tanta pazienza. Il quaderno ad anelli, se è presente, contiene appunti sparsi e una lista con cose da fare che spiegano la sostanza dietro a tutto. I miei apparecchi tecnologici sono abbastanza protetti perché lavoro nell’ingegneria, quindi con buona probabilità non riuscirete a ricavare molte informazioni da lì. Chiedo scusa per il trauma, ma andava fatto. Francamente questi parassiti dovevano aspettarselo. Va ricordato: il sistema sanitario negli Stati Uniti è il più caro al mondo, eppure ci troviamo al quarantaduesimo posto per aspettativa di vita. United è la [indecifrabile] più grande compagnia negli Stati Uniti per capitalizzazione di mercato, dietro solo ad Apple, Google e Walmart. È cresciuta giorno dopo giorno, ma è successa la stessa cosa con la nostra aspettativa di vita? No, la realtà è che queste [indecifrabile] sono diventate semplicemente troppo forti e continuano ad abusare del nostro Paese per ottenere immenso profitto, perché il pubblico americano ha permesso loro di farla franca. Ovviamente il problema è più complesso, ma non ho spazio e francamente non pretendo di essere la persona più qualificata per spiegare in modo completo la questione. Ma molti hanno evidenziato la corruzione e l’avidità (es: Rosenthal, Moore) decenni fa e i problemi semplicemente rimangono. Non è una questione di consapevolezza a questo punto, ma chiaramente un gioco di potere. Evidentemente, sono il primo ad affrontare la cosa con una tale brutale onestà.”
Chi è Luigi Mangione?
Grazie all’impronta digitale del giovane i media hanno costruito delle ipotetiche valide motivazioni dietro all’omicidio. Tra gli ultimi libri recensiti da Mangione sul suo account Goodreads, infatti, si trova il manifesto di Unabomber, terrorista e anarchico statunitense in azione tra la fine degli anni Settanta e la metà degli anni Novanta. Mangione nella sua recensione sottolinea come la violenza possa essere necessaria alla sopravvivenza quando le altre forme di comunicazione falliscono, chiamando codardo e predatore chi rifiuta di accettare ciò.
Il ragazzo proviene da una famiglia ricca del Maryland e ha frequentato l’Universita della Pennsylvania (forse non a caso la stessa di Christopher McNaughton), dove si è laureato nel 2020 in informatica e matematica. Il suo banner di twitter contiene la foto della sua lastra della bassa schiena, piena di quelle che sembrano essere viti e piastre. Sempre sul suo account Goodreads, tra i libri letti recentemente, ne figura uno su come guarire dal dolore causato dalla schiena per tornare a stare bene. Il ragazzo era stato dichiarato scomparso dalla famiglia a novembre scorso, dopo aver subito un’operazione. Molti hanno dunque immaginato una vendetta personale come motivo dietro al compimento dell’omicidio. Gli amici del ragazzo parlano della frustrazione del ragazzo, attanagliato e distrutto psicologicamente dal dolore cronico.
Mentre veniva portato all’udienza di estradizione dai poliziotti, il ragazzo ha urlato ai cronisti presenti: “I media sono completamente fuori dal mondo ed è un insulto all’intelligenza del popolo americano e alle esperienze da loro vissute”.
La reazione social
È stata peculiare, ma non sorprendente la reazione del grande pubblico sui social media, soprattutto di quello giovane. In molti continuano a idealizzare e a romanticizzare la figura di Mangione, e a descriverla come quella di un Robin Hood contemporaneo. Nell’ultima settimana è stato venduto online un numero preoccupante di gadget per celebrare il killer, complici non solo le sue intenzioni, ma anche il suo aspetto fisico avvenente e il suo background familiare e di studi.
Questa particolare attenzione nei suoi confronti potrebbe non stupire, data la già citata frustrazione diffusa tra gli americani nei confronti delle grandi corporazioni assicurative, ma anche considerata la consapevolezza estera riguardo al problema statunitense. Le grandi piattaforme social come Facebook e YouTube sono state costrette a rimuovere i suoi account privati, e Google ha dovuto eliminare le recensioni del McDonald in cui il giovane è stato riconosciuto lunedì prima dell’arresto.
Radicalizzazioni contemporanee
In generale sembra poca la compassione nei confronti della vittima, e poca anche da parte dei suoi stessi colleghi e collaboratori, che hanno continuato le attività lavorative regolarmente nella giornata del suo decesso, nonostante l’accaduto. Questo omicidio racconta tanto della società contemporanea, e non solo statunitense, che, ricca di ingiustizie, sta portando sempre più verso radicalizzazioni marcate, e a una progressiva perdita di empatia generale, che lascia spazio a una focosa rabbia.