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    L’UE rinvia l’AI Act: verso la deregolamentazione?

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    L’Unione europea, attraverso la pubblicazione del Digital Omnibus, ha annunciato il rinvio dell’AI Act sui sistemi ad alto rischio al 2027, sancendo un netto punto di rottura rispetto all’approccio adottato fino ad ora. 

    Se la regolamentazione è stata per anni un punto cardine dell’agenda delle istituzioni del Vecchio Continente, ora si afferma un maggiore interesse verso l’innovazione libera da vincoli giuridici e amministrativi eccessivamente limitanti.

    Il Digital Omnibus

    Si tratta di un pacchetto che mira ad agevolare le aziende ad investire in sistemi tecnologici di alto livello e software di intelligenza artificiale, permettendo alle stesse di allocare meno risorse per rispettare codici normativi che talvolta rischiano di essere pressanti, disincentivando la modernizzazione degli strumenti. Questo è possibile attuando una semplificazione delle norme in materia di AI, cybersecurity e privacy digitale.

    Per quanto concerne l’intelligenza artificiale la volontà è quella di fornire alle aziende un lasso di tempo maggiore per adattarsi all’AI Act, permettendo a migliaia di piccole e medie imprese di godere di un ampio risparmio finanziario. Per la sicurezza cibernetica viene istituito un punto di accesso unico gestito direttamente dall’Agenzia dell’UE per la cybersecurity, mentre il sistema di privacy e cookie subisce una netta modernizzazione, con una drastica riduzione dei pop-up durante la navigazione sui siti internet e una whitelist che comprende pratiche tramite le quali è possibile acquisire statistiche sugli utenti. 

    Grazie al pacchetto Digital Omnibus viene istituita anche la Data Union Strategy, adottata dall’Unione per garantire una maggior rapidità ed efficienza nell’accedere a dati per alimentare l’intelligenza artificiale e posizionarsi in prima fila nello scenario mondiale nella circolazione di flussi digitali. Viene proposto anche lo European Business Wallet, ovvero uno strumento digitale tramite il quale le aziende possono gestire più facilmente i propri dati, comunicare con enti esterni e amministrare con più semplicità la documentazione tecnica.

    Semplificazione e innovazione

    Pare che l’Unione intenda seguire l’indicazione dell’ex Presidente della Banca centrale europea e Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi, il quale, nel suo rapporto sulla competitività europea, aveva avanzato una critica sul modus operandi delle istituzioni, tendenzialmente volto a promuovere un’eccessiva regolamentazione, rea di limitare gli attori industriali del continente al cospetto dei giganti presenti sul mercato internazionale. 

    Con il fine di garantire una sana competitività all’interno dello scenario europeo e proibendo pratiche anti-competitive, vengono istituiti vincoli amministrativi e normativi che richiedono un grande dispendio di risorse per le aziende, che lascia meno spazio all’innovazione. 

    Secondo Draghi risulta quindi necessaria una semplificazione di questi processi e fornire incentivi finanziari, in modo da stare al passo dei colossi statunitensi e cinesi. Le istituzioni devono comunque essere sempre presenti e vigili, in modo tale da intervenire nel caso in cui la competizione sul mercato dovesse essere alterata o si verifichino circostanze tali da richiedere nuove regolamentazioni. 

    La denuncia di Amnesty International

    La nuova proposta europea ha sollevato anche delle preoccupazioni, in particolare per quanto riguarda le minacce digitali. Amnesty International ha segnalato come questa tendenza alla deregolamentazione possa condurre l’UE a scalfire i diritti individuali, con i cittadini che non sarebbero più in grado di gestire autonomamente ed in sicurezza i propri dati, ai quali potrebbero avere accesso più facilmente enti esterni. Queste novità fornirebbero maggiore potere alle aziende a discapito dei consumatori, i quali potrebbero essere vittime di pratiche che infrangono la loro privacy. 

    Amnesty ritiene che la semplificazione del quadro amministrativo europeo porti inevitabilmente ad un suo indebolimento, e che il progresso tecnologico debba proseguire pari passo con quello sociale, senza dover necessariamente sacrificare l’ambito dei diritti delle persone. L’UE dovrebbe quindi concentrarsi maggiormente su un rafforzamento delle norme esistenti, in modo da rendere più sicura la navigazione in rete.

    Il pacchetto Digital Omnibus verrà sottoposto al vaglio del Parlamento europeo e del Consiglio. Si tratta però solo della prima fase di un lungo percorso che l’Unione intende intraprendere per alimentare l’innovazione e la propria competitività su scala globale. L’obiettivo è quello di ampliare il processo di semplificazione amministrativa a tutti i settori strategici, in modo da ridurre la burocrazia e incrementare la propria autonomia.

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