Ospite di Enrico Mentana su La7, la premier Giorgia Meloni ha affrontato alcuni dei principali punti dell’agenda politica, dal Medio Oriente al ruolo dell’Europa nelle trattative volte a porre fine al conflitto russo-ucraino.
In apertura, immediato il riferimento al dossier pubblicato quest’oggi dalla Casa Bianca sulla strategia di sicurezza nazionale. Mentre Washington chiama in causa la “cancellazione della civiltà entro 20 anni”, Meloni avverte: l’Europa deve capire che se vuole essere grande deve essersi capace di difendersi da sola e non dipendere dagli altri”.
Ferma la posizione sull’Ucraina – “la linea del governo è molto chiara dall’inizio, abbiamo sostenuto l’Ucraina per costruire la pace. La pace non si costruisce con le buone intenzioni ma con la deterrenza. La linea del governo deve rimanere la stessa per costruire un percorso verso la pace” – e sul Medio Oriente: “il Parlamento ha deciso che la Palestina verrà riconosciuta con il disarmo e fuori dal governo di Gaza”.
Politica interna
In seguito, inevitabile il passaggio al referendum sulla separazione delle carriere della magistratura: “penso che sia importante, non per il governo ma per lo stato della giustizia italiana” […] Tranquilli, il governo resta in carica fino a fine legislatura a prescindere da come andrà il referendum”.
Quando Mentana ipotizza un secondo referendum sul premierato, Meloni risponde: “Per me va bene, ma ci sono i tempi del Parlamento. La cosa importante è assicurare la tenuta e la stabilità dei governi”.
Il confronto con l’opposizione
Soltanto in conclusione dell’intervista, il riferimento al mancato confronto con la segretaria dem Elly Schlein ad Atreju, la festa di Fratelli d’Italia in programma dal 6 al 14 dicembre: “un confronto con Schlein? Ci dicano qual è il leader dell’opposizione faremo il confronto. Di confronti amichevoli se ne fanno tanti, non mi sono mai sottratta, ma con l’opposizione va fatto con il leader, quando ci diranno chi è lo faremo”.
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