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    Moldavia: sì all’Europa, ma quale futuro?

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    In Moldavia si è recentemente tenuto il primo turno delle elezioni presidenziali, in contemporanea con il referendum costituzionale sull’Ue; non è solo l’esito di questo turno ad essere oggetto di dibattito, ma anche l’influenza esercitata dalla Russia nel processo elettorale.

    La giornata del 20 ottobre 2024 rimarrà impressa per sempre nella storia della Moldavia; non solo per via dell’affluenza record alle elezioni presidenziali, ma anche per l’esito del referendum sull’Unione Europea. Fino all’ultimo scrutinio il no risultava essere in vantaggio, alla fine ha trionfato il voto favorevole grazie ad una risicata vittoria in extremis che impegna formalmente la Moldavia ad entrare nell’Ue. Le polemiche e le contestazioni sono state alimentate dalla ristrettezza dei voti con i quali i pro-Ue hanno superato i no-Ue; grazie a questo trionfo verrà inserito nella costituzione moldava l’obiettivo di entrare nell’Unione Europea, sancendo da un lato l’avvicinamento della Moldavia verso le istituzioni europee e l’occidente, e dall’altro l’allontanamento dalla sfera d’influenza di Mosca.

    Sono prontamente arrivate anche le congratulazioni della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la quale si è espressa così su X: “Congratulazioni al popolo moldavo e a te, Maia Sandu. Ce l’hai fatta di nuovo! Di fronte alle tattiche ibride della Russia, la Moldavia dimostra di essere indipendente, forte e di volere un futuro europeo!”.

    Ballottaggio e interferenze russe

    La presidente uscente Maia Sandu, candidata del partito liberale ed europeista Azione e Solidarietà per un secondo mandato presidenziale ha ottenuto circa il 42,45%, contro il 25,98% di Stoianoglo, candidato socialista e filorusso. I due candidati andranno al ballottaggio che si terrà il 3 novembre. La presidente uscente ha invitato i cittadini moldavi a votare per scongiurare la presa del potere da parte di forze politiche filorusse; inoltre, ha denunciato l’intervento di attori esterni nel processo elettorale affermando che la democrazia moldava si trova in una situazione di pericolo: “Gruppi criminali, che lavorano insieme a forze straniere ostili ai nostri interessi nazionali, hanno attaccato il nostro Paese con decine di milioni di euro, menzogne e propaganda”.

    Il riferimento della presidente uscente è chiaro, si ritiene che la Russia abbia comprato migliaia di voti per tentare di condizionare sia l’esito delle elezioni presidenziali che quello del referendum costituzionale; secondo le autorità moldave la Russia negli ultimi mesi ha eseguito numerose operazioni atte a danneggiare l’immagine di Maia Sandu e ad allontanare Chisinau dall’occidente. Oltre all’acquisto di voti, le autorità moldave accusano la Russia di aver influito sulla politica del paese economicamente attraverso consistenti finanziamenti alla campagna elettorale dei partiti politici filorussi; inoltre, sul territorio russo è stata registrata una forte affluenza di elettori moldavi, tanto da far insospettire il ministero degli Esteri di Chisinau, il quale ritiene che questa dinamica sia stata prodotta artificialmente da Mosca per interferire con l’esito delle elezioni e del referendum.

    Per rispondere alla linea politica di Sandu, pro-occidente ed europeista la Russia ha attuato una guerra ibrida costituita da operazioni di propaganda, disinformazione e influenza politica atte a rovesciare il governo politico di Chisinau e ad ostacolare il suo avvicinamento all’occidente.

    Il futuro della Moldavia

    Nonostante negli ultimi anni, grazie alla presidente uscente Sandu, sia stata registrata una netta propensione della Moldavia nell’entrare a far parte a tutti gli effetti del mondo occidentale, in seguito alle recenti vicissitudini, il futuro di questo paese sembra essere quanto mai in bilico. Il secondo turno delle elezioni presidenziali sarà decisivo nel determinare quello che sarà il destino del paese e le relazioni con la Russia; qualora dovesse trionfare Sandu la Moldavia avrebbe la possibilità di separarsi definitivamente dall’ombra russa; nel caso in cui a vincere dovessero essere i filorussi la Moldavia rischierebbe di vanificare tutti i progressi raggiunti negli ultimi anni nell’avvicinamento all’occidente e all’Unione Europea; anche l’impegno preso il 20 ottobre con la vittoria degli europeisti al referendum costituzionale potrebbe non essere rispettato.

    Dal canto suo, la Russia di Putin, in seguito alle operazioni di guerra ibrida effettuate sul territorio e ai numerosi finanziamenti erogati alle forze filorusse, non ha alcuna intenzione di perdere la propria influenza su Chisinau. La Moldavia è una regione strategicamente fondamentale per la Russia, così come l’Ucraina; entrambe negli ultimi anni hanno tentato di avvicinarsi all’occidente e di allontanarsi da Mosca, quest’ultima ha cercato di ostacolarle adottando due strategie differenti: per quanto riguarda Kiev la Russia ha sferrato un attacco militare sfociato in una guerra di lungo periodo, mentre per quanto concerne Chisinau, come già accennato in precedenza, Mosca ha attuato una guerra ibrida, basata su influenza politica, interferenze elettorali, operazioni di intelligence e attacchi cibernetici.

    Il futuro della Moldavia è ancora tutto da scrivere e il ballottaggio del 3 novembre potrebbe essere un punto di svolta. Effettuare una previsione su chi uscirà vincitore dal secondo turno è estremamente complesso; nonostante la forza di Sandu sia notevole e sia stata confermata anche al primo turno non è scontato che la presidente uscente possa godere di un esito favorevole. Stoianoglo potrebbe ottenere beneficio dalla formazione di un fronte unico filorusso capace di fornire al socialista un vantaggio sulla candidata liberale.

    La Moldavia si trova di fronte ad un bivio: entrare nell’Ue e abbracciare la comunità occidentale o avvicinarsi alla Russia, al suo sistema politico e alla sua visione del mondo?

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