Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale sta coprendo gran parte dei campi di nostra conoscenza. Oggi il ruolo dell’intelligenza artificiale permea sempre più le nostre vite e le nostre abitudini. La tecnologia sta rimodellando le nostre viste portandoci verso una realtà sempre più automatizzata e digitale, al punto che anche la politica sarà ‘costretta’ a fare i conti con questa ulteriore rivoluzione. Quest’ultima, in particolare i partiti politici che compongono e comporranno il Parlamento, sarà anche chiamata a prendere in considerazione quelli che saranno i risultati e gli effetti.
Intelligenza artificiale e neurodiritti
I neurodiritti costituiscono una nuova categoria di diritti, coniata dal giurista argentino Adorno, relativi alla sfera mentale e neurocognitiva. Tuttavia, a livello giuridico potrebbero essere insufficienti le garanzie e le tutele giuridiche esistenti proprio per affrontare i progressi tecnologici e i progressi nel rapporto uomo-macchine.
Il progresso tecnologico in continua evoluzione porta a dover necessariamente ‘rimodellare’ i diritti, anche quelli fondamentali o già esistenti, nonché pensare alla creazione di nuovi neurodiritti: tra questi, per esempio la privacy mentale, utile per tutelare gli individui da rischi che potrebbero mettere a rischio le informazioni che si raccolgono, e il diritto alla libertà cognitiva. Si dovrebbe puntare ad una continuità psicologica, il che significa tutelare l’identità degli individui da interferenze esterne. Infine, si dovrebbe pensare anche ad una integrità mentale, cosa che in realtà è già riconosciuta dalla Carta dei Diritti fondamentali dell’UE per la parte relativa alla salute mentale. Si tratta di un diritto che dovrebbe essere maggiormente preso in considerazione proprio per tutelare gli individui da azioni e/o manipolazioni estranee e illecite. Tutto questo perché nel prossimo futuro i neurodiritti si affermeranno, anche a livello internazionale, come strumenti di governance.
Intelligenza artificiale e democrazia
La definizione che si da di intelligenza artificiale e che si può evincere dall’Oxford Dictionary è la seguente “la teoria e lo sviluppo di sistemi informatici capaci di eseguire compiti che richiedono normalmente l’intelligenza umana, come la percezione visiva, il riconoscimento vocale, il processo decisionale e la traduzione tra lingue”.
Eppure, la democrazia è un bene prezioso di cui ogni cittadino dispone, o dovrebbe disporre). Per secoli la democrazia nelle sue varie forme ha retto il mondo, è cambiata, è crollata ed è stata ricostruita mentre sullo sfondo scorrevano eventi che l’hanno trasformata, nonché rivoluzioni non solo politiche e geopolitiche, ma anche tecniche e scientifiche. Tra queste ultime potremmo annoverare la rivoluzione digitale.
La rivoluzione digitale ha trasformato la politica democratica: la rapida crescita delle campagne elettorali online e delle piattaforme ha fatto emergere nuove vulnerabilità, rendendo più difficile mantenere l’integrità delle elezioni e quindi garantire libertà e pluralismo dei media, principi che sono alla base di una democrazia. Altro punto fondamentale, oggi, è proteggere e tutelare il processo democratico dalla disinformazione e da altre forme di manipolazione.
Oggi abbiamo a disposizione una quantità di dati impressionante, ma anche strumenti di comunicazione che prima – anche solo venti trent’anni fa- erano impensabili. Strumenti che sono sempre più usati anche a livello politico e istituzionale. Proprio questo sviluppo della Rete ha portato alla creazione di un vero e proprio spazio pubblico che è parte integrante dell’azione sociale e politica. Oggi anche la democrazia e l’agire politico devono fare i conti con la trasformazione digitale che l’intera società e il pianeta stanno vivendo e attraversando.
La rivoluzione digitale ha trasformato il modo di pensare la realtà che ci circonda e tutto ciò ha sicuramente dato man forte all’imponente sviluppo dell’intelligenza artificiale. Nel 2018 Harari scriveva che l’intelligenza artificiale avrebbe potuto cancellare molti dei vantaggi pratici della democrazia ed erodere gli ideali di libertà e uguaglianza, andando a concentrare ulteriormente il potere tra una piccola élite, qualora non dovessero essere adottare determinate misure per contenerla. Questo perché le democrazie sono dei punti deboli nella storia: gli ideali che sono alla base di una democrazia, come uguaglianza o libertà, sono molto più fragili quanto possiamo immaginare.
Il ruolo dell’intelligenza artificiale nelle campagne elettorali
Il 2024 è l’anno in cui si svolgerà il maggior numero di elezioni nel mondo e, quindi, anche i rischi che possono emergere dall’uso dei social network e dal ruolo della disinformazione sono sempre più evidenti e frequenti. Proprio da queste tornate elettorali si può comprendere la portata dell’impatto dell’intelligenza artificiale e dei rischi che da essa possono derivare.
Il punto è che oggi, sempre più frequentemente, viene fatto ricorso all’intelligenza artificiale anche per uniformare la pubblicità e i suoi contenuti agli interessi e/o richieste di una determinata fetta di popolazione che incarna determinati requisiti, ma anche per far proliferare e diffondere messaggi che hanno come punto di forza quello di persuadere e quindi influenzare masse di cittadini.
I social network sicuramente, ricorrendo anche all’intelligenza artificiale, hanno forti responsabilità nella promozione di contenuti – anche politici – soprattutto in occasione di tornate elettorali nel diffondere o contribuire a diffondere le fake news, che sono in grado di incontrare un numero sempre più alto di utenti non sempre capaci discernere e comprendere appieno il tipo di notizia cui ci si trova di fronte. Questo tipo di diffusione radicale di fake news è possibile attraverso meccanismi di indicizzazione che, a loro volta, sono possibili proprio ricorrendo all’AI.
Conclusioni
Oggi ciò che conta è la dimensione dell’individuo: non solo quella ‘fisica’, cioè dello spazio che ci circonda, ma anche quella tecnologica. Questa deve essere affrontata tenendo conto anche dei possibili rischi che possono derivare dal ricorso alle nuove tecnologie.
Possiamo dire che Internet e l’intelligenza artificiale ‘convivono’: la Rete alimenta, di fatto, l’intelligenza artificiale perché rende disponibili quantità impressionanti di dati (c.d. Big Data) e l’intelligenza artificiale consente alla Rete di poter usare, e molte volte sfruttare, questi dati.
L’intelligenza artificiale fa parte delle nostre vite, ha trasformato il mondo nel quale viviamo e ci muoviamo, ma ha cambiato anche gli assetti economici e anche politici; in questo senso ha dato grandi opportunità in termini di sviluppo a livello sociale ed economico, ma anche in termini di ricerca medica e di sanità. Va però ravvisato che, molte volte, il ricorso all’intelligenza artificiale viene fatto anche per scopi e attività illegali.