Nella giornata di ieri, è stato eletto il nuovo Pontefice, Robert Francis Prevost, entrato nella storia come primo Papa statunitense. Leone XIV, il nome scelto dal nuovo capo della Chiesa cattolica, richiama la fermezza nella fede e nella dottrina, ma anche valori come il coraggio e la forza.
In un frangente storico caratterizzato da un’elevata tensione geopolitica, la nomina di Prevost può essere una chiave capace di condurre alla costruzione del dialogo fra il Nord e il Sud del mondo e al ritorno della pace nelle dinamiche diplomatiche internazionali.
Un riferimento per il sud globale
L’identità culturale e religiosa del nuovo Pontefice si sviluppa nella piena maturità raggiunta durante la sua quasi ventennale permanenza in Perù, dove è stato missionario. Grazie all’attività evangelica e alla quotidiana interazione con i molteplici segmenti sociali locali è stato in grado di comprendere la mentalità delle popolazioni latinoamericane e il loro modo non solo di concepire la religione e la fede cattolica, ma anche l’esistenza umana e i rapporti con il prossimo.
Grazie alla vicinanza ai fedeli, tenendo bene a mente la difesa delle lore istanze religiose e sociali, si è ritagliato un ruolo di riferimento per i cattolici dell’America meridionale, ottenendo anche una grande stima da parte delle alte cariche, in particolare da Papa Francesco, che lo ha creato cardinale il 30 settembre 2023.
È lecito aspettarsi che Leone XIV prosegua nel solco tracciato da Bergoglio, facendosi portavoce dei problemi dei popoli del terzo mondo, e sensibilizzando il mondo intero sulla necessità di creare un dialogo solido fra il nord e il sud globale.
Leone XIV come nuovo ponte
Prevost potrebbe fungere da ponte fra le due aree, in virtù della sua profonda conoscenza di entrambe. Essendo statunitense, avrebbe la possibilità di comunicare facilmente con l’Occidente, in particolare con gli Stati Uniti, mediando tra i due mondi e trovando punti di contatto che possano garantire una connessione concreta, capace di preservare la pace e favorire lo sviluppo delle aree più povere del globo.
Pace e multilateralismo
L’elezione di Leone XIV, avvenuta l’8 maggio, coincide con l’anniversario della conclusione del secondo conflitto mondiale. Nonostante si ritenesse che dopo questa tragica guerra si fosse giunti ad un momento di svolta radicale per la storia, con una limitazione del ricorso allo strumento bellico, in realtà questa eventualità non si è concretizzata.
La forte presenza del concetto di pace nel discorso pronunciato dal Pontefice non è casuale: mira appunto ad attirare l’attenzione di tutti sia sul passato che sul presente, caratterizzati entrambi dalla tragicità della guerra. È chiara la volontà di imporsi nello scenario internazionale come una voce morale che richiami la comunità internazionale, portandola sulla via della pace universale.
Per perseguire questo obiettivo, è probabile che Prevost promuova il ruolo della Chiesa come attore fondamentale nel dialogo interculturale e interreligioso, concepito come uno strumento atto alla costruzione di un contesto internazionale meno minaccioso e più stabile, in cui la politica di potenza viene sostituita dall’ascolto, dalla tolleranza e dal rispetto delle differenze.
Nella visione di Leone XIV tutti gli Stati della comunità internazionale devono avere la possibilità di esprimersi ed esternare sia le proprie proposte per lo sviluppo e la cooperazione internazionale, sia i timori e le insicurezze, in maniera tale da scongiurare potenziali fonti di conflitto. Il modello ideale per il nuovo Papa è il multilateralismo, basato sull’ascolto e il dialogo tra i diversi attori.
Leadership morale e progressismo
In un momento di forte polarizzazione all’interno della Chiesa cattolica, una figura come Prevost, formatosi con la spiritualità agostiniana – basata sui concetti di unità, comunione e sinodalità – può divenire cruciale per riportare coesione e unione, ponendo l’accento sui principali assiomi della tradizione cattolica. Il nuovo Pontefice non si presenta solo come leadership religiosa, ma anche morale, riservando grande attenzione alla giustizia sociale.
La visione di Leone XIV richiama anche la ricerca del progresso, essendo favorevole all’accoglienza dei migranti, tema che lo ha portato a distanziarsi dall’amministrazione Trump. Discorso parzialmente diverso, invece, per quanto riguarda la comunità LGBTQ+, ambito nel quale le iniziali posizioni più conservatrici, nell’ultimo decennio, hanno lasciato spazio all’apertura inaugurata da papa Francesco.
Il posizionamento di Leone XIV pare quindi prettamente centrista, seppur accompagnato da alcune istanze progressiste, probabilmente influenzate dall’esperienza in America latina, parentesi che gli ha permesso di entrare in contatto con realtà caratterizzate da una diffusa presenza della povertà, della corruzione e della disuguaglianza sociale.
Conclusioni
L’elezione del nuovo Pontefice Leone XIV garantisce continuità alla linea politico-religiosa inaugurata da Papa Francesco e permette alla Chiesa cattolica di affrontare le sfide del futuro, come la necessità di essere sempre più presente nella diplomazia internazionale, preservare l’unità interna e modernizzare le strutture ecclesiastiche.
Il momento storico in cui Robert Francis Prevost è chiamato a svolgere la sua attività è estremamente complesso e presenta numerose insidie che necessitano di essere fronteggiate. Sarà affascinante osservare come il nuovo successore di Pietro si muoverà nello scacchiere geopolitico internazionale, a difesa della pace e dei valori cattolici.
20250175