Intervenendo a “L’Aria che tira” su La7, il ministro degli Interni Matteo Piantedosi ha dichiarato che lo stabile occupato illegalmente da CasaPound, a Roma, rientra “tra le priorità per quanto riguarda la lista degli immobili da sgomberare: si trova tra le prime 6-7 posizioni, secondo criteri che non sono comunque vincolanti del tutto”.
“Invito chi si appiglia a questo […] a considerare che abbiamo fatto sgomberi di qualsiasi colore politico, io stesso da prefetto di Roma ne ho fatti tanti, anche di Forza Nuova. Non guardiamo al colore. Su CasaPound quando ero prefetto ho preso l’impegno” e quell’immobile “è stato iscritto tra quelli da sgomberare”.
Il Leoncavallo e Askatasuna
Tali dichiarazioni seguono gli sgomberi avvenuti a Torino e a Milano, rispettivamente nella sede del centro sociale Askatasuna, in corso Regina Margherita, e del Leoncavallo, entrambi ambienti ascrivibili alla sinistra extraparlamentare.
Gli attacchi all’esecutivo
Dopo i disordini avvenuti a Torino, dove a partire dall’alba di giovedì 18 dicembre alcuni agenti della Digos e dei reparti mobili di polizia hanno condotto perquisizioni non solo nei locali di Askatasuna ma anche in ambienti riconducibili ai collettivi studenteschi, le opposizioni hanno sollecitato il Governo a riservare a CasaPound lo stesso trattamento previsto a Torino e a Milano.
CasaPound a Roma
Nel caso di CasaPound, l’immobile attenzionato – di proprietà del Comune di Roma – risulta essere occupato da militanti di estrema destra dal 2003. La svolta potrebbe arrivare proprio con l’esecutivo Meloni, che tra i propri punti cardini menziona la cosiddetta “tolleranza zero” verso tutte le occupazioni abusive.
L’intervento del ministro Piantedosi replica quanto detto lo scorso agosto, mese dello sgombero del Leoncavallo. Anche in quell’occasione, Piantedosi era stato piuttosto vago sulle tempistiche previste di esecuzione.
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