Nella giornata di martedì 11 marzo, la Corte Costituzionale della Romania ha respinto il ricorso presentato da Călin Georgescu contro la decisione assunta dalla Commissione Elettorale Centrale, che lo aveva escluso dalla corsa per la carica di presidente, confermando dunque la decadenza dalla corsa alle elezioni presidenziali previste per il 4 maggio. La decisione della Corte solleva interrogativi sullo stato della democrazia nel Paese, sul ruolo delle istituzioni giudiziarie e sulle sfide che l’Unione Europea deve affrontare nel bilanciare il rispetto della sovranità nazionale con la tutela dei valori democratici.
Il contesto politico e l’ascesa di Călin Georgescu
Georgescu ha costruito la sua carriera attorno a temi come la sovranità nazionale, la difesa dell’identità romena e la critica all’influenza dell’UE e della NATO sugli affari interni della Romania. La sua popolarità è aumentata notevolmente nel 2024, soprattutto grazie anche all’elevato utilizzo di Tik Tok nel corso della campagna elettorale.
Ha partecipato come candidato indipendente, riuscendo a ottenere un sorprendente 22,95% dei voti al primo turno, un risultato che lo ha reso il candidato con più preferenze, seguito dalla candidata pro-europeista Elena Lasconi, con la quale avrebbe dovuto competere nel ballottaggio dell’8 dicembre 2024.
Tuttavia, il 6 dicembre 2024, a soli due giorni dal secondo turno, la Corte Costituzionale della Romania ha annullato le elezioni, con sospetti relativi a possibili interferenze russe e finanziamenti illeciti nella campagna elettorale di Georgescu. Secondo il governo e i servizi di sicurezza romeni, la sua campagna elettorale avrebbe beneficiato di fondi non dichiarati pari ad oltre un milione di euro, con l’aggiunta di attacchi informatici attribuiti ad entità statali esterne, da molti associate alla Russia.
L’arresto e l’esclusione dalle elezioni presidenziali
Il 26 febbraio, Georgescu è stato fermato dalla polizia mentre si recava alla sede della Commissione Elettorale Centrale per registrare la propria candidatura in vista delle nuove elezioni presidenziali previste per il 4 maggio. Le autorità hanno accusato il politico romeno di una serie di reati gravi, tra cui istigazione ad azioni contro l’ordine costituzionale; diffusione di informazioni; false; dichiarazioni false sulle proprie attività finanziarie e creazione di un’organizzazione a carattere estremista.
Dopo diverse ore di interrogatorio, Georgescu è stato rilasciato, con il divieto di lasciare il Paese e con l’obbligo di non rilasciare dichiarazioni pubbliche e di non utilizzare i social network.
La situazione si è ulteriormente aggravata il 9 marzo, quando la Commissione Elettorale Centrale ha ufficialmente respinto la sua candidatura, decisione ora anche confermata anche dalla Corte Costituzionale. Le motivazioni alla base dell’esclusione ricalcano sostanzialmente le accuse già mosse contro di lui nelle settimane precedenti. L’estromissione di Georgescu ha inoltre provocato, negli ultimi giorni, forti proteste, sfociate in scontri tra manifestanti e forze dell’ordine.
Le reazioni della comunità internazionale
L’arresto di Georgescu e la sua esclusione dalle elezioni hanno avuto un forte impatto a livello internazionale. Elon Musk, noto per le sue posizioni a favore della destra sovranista in Europa, ha definito l’accaduto “una vergogna per la democrazia”, suggerendo che l’UE stesse censurando le voci anti-establishment. Il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, ha criticato aspramente l’evoluzione del caso Georgescu, affermando che la Romania non può definirsi una democrazia se vieta la candidatura di un oppositore.
George Simion, leader dell’Aur, il partito di estrema destra romeno, nonché vicepresidente del Partito dei Conservatori e Riformisti Europei, ha accusato la Romania di essere “uno stato di polizia totalitario”, definendo la decisione dell’autorità elettorale “una chiara continuazione del colpo di stato”, secondo il suo dire iniziato con l’annullamento dell’esito delle elezioni di novembre.
Anche il vicepremier italiano e ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, ha dichiarato che l’esclusione è un “euro-golpe in stile sovietico“. Il leader della Lega ha espresso con un post su X la sua vicinanza “ai tanti cittadini romeni che, in patria e in Italia, sono derubati del loro diritto di voto da un furto di democrazia gravissimo”.
Nonostante l’apprezzamento dei romeni nei confronti di Georgescu, che i sondaggi davano per favorito alla vittoria delle presidenziali, l’Unione Europea ha sostenuto la decisione della Corte Costituzionale romena e della Commissione Elettorale, sottolineando che lo stato di diritto deve essere rispettato ed affermando che chiunque violi la legge non può essere ammesso alle elezioni.
Le difficoltà dell’Unione Europea di fronte alla crisi romena
La situazione politica della Romania rappresenta una sfida per l’Unione Europea. Da un lato, Bruxelles vuole dimostrare di difendere la democrazia e lo stato di diritto nei paesi membri, sostenendo la decisione delle istituzioni romene, dall’altro, le accuse di censura politica e repressione rischiano di alimentare il malcontento popolare e rafforzare le forze euroscettiche non solo in Romania, ma anche nell’intera regione dell’Europa orientale.
Non bisogna dimenticarsi dell’importanza geografica della Romania per l’UE e NATO, in quantocollocata in una posizione fondamentale per la sicurezza del Mar Nero. Un’escalation della crisi politica interna potrebbe portare non solo ad un’ulteriore radicalizzazione dell’elettorato romeno, ma anche ad una forte destabilizzazione l’intera regione in un momento di tensioni crescenti tra Occidente e Russia.
L’Unione Europea si trova ancora una volta in una posizione delicata; in un momento di grande difficoltà con gli Stati Uniti, deve dimostrare di essere un garante della democrazia, senza però alienare una parte crescente della popolazione romena, che ora si sente tradita dalle istituzioni. Sarà dunque fondamentale nei prossimi mesi osservare come si evolverà la situazione, e quale impatto avrà sulle elezioni presidenziali di maggio.
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