Nel dibattito politico odierno, segnato da trasformazioni e riposizionamenti, emergono anche percorsi personali che si intrecciano con nuove prospettive pubbliche. È in questo contesto che si colloca l’intervista rilasciata al quotidiano Il Foglio da Aboubakar Soumahoro, figura che negli ultimi anni ha attraversato una fase complessa, anche a causa delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto il suo nucleo familiare.
L’attenzione mediatica si è concentrata sulle indagini che hanno riguardato la moglie e la suocera, portando Soumahoro a prendere le distanze dal partito con il quale è stato eletto alla Camera dei deputati – Alleanza Verdi Sinistra – e a vivere un periodo di forte esposizione pubblica e isolamento istituzionale.
Oggi, in qualità di deputato del gruppo misto, Soumahoro parla di una “rinascita” personale e politica. Racconta di non leggere la realtà con schemi novecenteschi e di muoversi in modo pragmatico, senza preclusioni ideologiche.
In vista delle prossime elezioni, ammette di pensare ad una nuova candidatura, aprendo alla possibilità di schierarsi con forze che abbiano il tricolore nel simbolo: “sono pronto a candidarmi con le forze del tricolore […] Faccia un check nei simboli dei partiti”, e aggiunge: “io sono un pragmatico. Guarderò il progetto“.
Alla domanda se non si consideri più un uomo di sinistra, Soumahoro risponde rivendicando la propria autonomia politica: “io sono un uomo libero e non uso la cassetta degli attrezzi del novecento. un secolo fa si parlava di catena di montaggio e proletariato. ma oggi sotto l’ombrello degli operai ci sono imprenditori e partite iva. non è blasfemia. è la realtà dei fatti. è la metamorfosi del tessuto sociale […] C’è chi come me lavora, e fa proposte concrete, e chi invece semplifica sui social, imponendo gabbie. io difendo l’interesse italiano. Tutto qui”.
20250513

