L’Alta rappresentante per gli Affari esteri europea Kaja Kallas ha annunciato via social network la stretta sulla circolazione dei cittadini russi nei territori dell’Unione.
La decisione arriva dopo diverse settimane in cui la sicurezza continentale è stata esposta a concreti rischi, a causa del sorvolamento di droni non riconosciuti. Gli ultimi rilevamenti in Belgio e Svezia hanno costretto le autorità ad effettuare delle chiusure aeroportuali per tutelare i cittadini.
I dettagli
Come dichiarato dal portavoce dalla Commissione europea, le limitazioni riguardano le emissioni di visti multipli a cittadini russi, i quali per accedere negli stati dell’Unione necessiteranno di richiedere il visto ogni singola volta.
Una misura che può certamente causare disagi a chi è abituato a viaggiare assiduamente in Europa. Chiaramente vi sono delle eccezioni, con i Paesi membri che possono comunque rilasciare visti multipli a cittadini affidabili o figure politiche e giornalistiche che si dissociano da Vladimir Putin. Si registrano eccezioni anche per i familiari di cittadini russi residenti nei territori europei, i quali possono ottenere visti della durata di massimo un anno.
La risposta è secca e chiara, si tratta di una misura che riflette la frustrazione delle autorità continentali di fronte alle provocazioni militari russe, che continuano da mesi a rendere precario il senso di sicurezza percepito dal Vecchio Continente.
Una risposta tattica
Kaja Kallas ha affermato che viaggiare nei territori dell’Unione europea è un privilegio, non un diritto, e che non è possibile dare inizio ad un’operazione militare contro uno stato sovrano aspettandosi di muoversi liberamente senza conseguenze.
In questi pensieri si riconosce facilmente la visione europea sul conflitto russo-ucraino, e la volontà di rispondere con vigore alle costanti minacce, quantomeno sul piano tattico. Con questa decisione l’intenzione non è quella di colpire il Cremlino, ma principalmente il popolo russo, portandolo a riflettere sulle politiche di potenza perseguite dalla leadership della Federazione, che sta dirigendo la Russia verso un isolazionismo che rischia di pagare caro sul lungo periodo, specialmente dal punto di vista diplomatico ed economico.
Se l’UE sul piano strategico-militare fatica ad impensierire Vladimir Putin, può cercare di farlo sul campo politico e culturale, facendo leva sull’attrazione turistica ed economico-finanziaria che può generare nei confronti delle popolazioni degli stati esteri.
La linea non cambia
La limitazione sui visti multipli ai cittadini russi può essere interpretata anche come un messaggio che le autorità europee intendono indirizzare alla guida statunitense. In un momento in cui Donald Trump apparentemente mostra freddezza nei confronti del Cremlino, addossando a Putin la colpa del proseguimento del conflitto, ma allo stesso tempo rimuove le sanzioni sul petrolio russo per un anno sotto richiesta dell’Ungheria, l’Unione invece si mostra coerente, confermando la propria posizione.
La linea è sempre la stessa, il supporto all’Ucraina rimane la priorità, e la lotta europea contro la politica estera russa continua ad essere combattuta tramite strumenti diplomatici ed economici. Risulta difficile prevedere quanto la risposta europea possa dimostrarsi efficace e capace di scalfire il consenso della leadership russa, ma di certo manifesta con grande chiarezza le intenzioni del Vecchio Continente, che comunica indirettamente agli USA la sua indisponibilità ad accettare le provocazioni russe.
20250430

