Nonostante la sua estrema impopolarità personale, che pare andare a braccetto con quella del Partito Conservatore, l’attuale capo di Governo Rishi Sunak ha indetto nel Regno Unito le elezioni per il rinnovo del Parlamento (e di conseguenza del Primo Ministro), che si terranno il prossimo 4 luglio.
Ma come funzionano le elezioni in Gran Bretagna?
Le isole sono divise in ben 650 collegi elettorali ripartiti tra Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord. Il sistema adottato è quello del First Past the Post (o FPTP), ovvero un sistema uninominale, o maggioritario, secco. In ogni collegio ciascun elettore può esprimere un sola preferenza. Il candidato che ottiene la maggioranza relativa viene eletto senza una soglia minima. Ciò è particolarmente vantaggioso per i partiti più grandi come il Partito Conservatore e quello Laburista, decisamente meno per quelli meno potenti. Chi ha più MPs (deputati) eletti può formare il Governo. Il leader del partito con la maggioranza ha poi il diritto a diventare il Premier del Paese. Così si innesca un sistema che, in caso di dimissioni del Premier, permette al partito attualmente al potere di scegliere chi sarà colui o colei alla guida del Paese.
Come siamo arrivati alla situazione attuale?
Il governo attuale è uno tra i meno amati della storia britannica. Alle scorse elezioni i Conservatori avevano ottenuto uno stacco di 80 posti nella Casa dei Comuni rispetto all’opposizione, grazie alla campagna elettorale di Boris Johnson. Ma dopo il 2020 la situazione è iniziata a precipitare, insieme ai consensi. I grandi scandali e problemi legati alla mala amministrazione durante il picco della pandemia da Covid, e i gravi disagi a seguito dell’effettiva uscita dall’Unione Europea del Regno Unito, hanno portato l’ex sindaco di Londra Boris Johnson – eletto a capo del Governo il 12 dicembre 2019 – a dimettersi. A quel punto lo sostituisce senza ulteriori elezioni Liz Truss, che però fa una fine abbastanza tragica: la sua è la guida di Governo più breve della storia del paese. Entra così in gioco l’attuale Primo Ministro Sunak, dopo essere stato scelto dal Partito Conservatore. Tra i molti problemi legati al suo mandato figura la crisi del costo della vita, che ha mandato in tilt vari ambiti dell’economia nazionale. Per questo Sunak trova poco riscontro popolare e il suo partito segna il 20% in meno dei Laburisti negli ultimi sondaggi elettorali.
Cosa ci aspetta?
A quanto pare i Laburisti dovrebbero riuscire a vincere ampiamente le elezioni di luglio: è questo il pronostico su cui concordano praticamente tutti, dai sondaggi ufficiali, alle maggiori testate giornalistiche fino ad arrivare all’opinione pubblica. Il leader laburista Keir Starmer dovrebbe quindi quasi certamente essere il futuro Primo Ministro britannico. Questo, per i Laburisti, apparirebbe come un voto di reazione, più che un voto di completo piacere, soprattutto da parte di chi solitamente avrebbe votato senza esitazione a destra. Ciò ci fa capire quanto sia stato poco apprezzato, oltre che estenuante, il lungo periodo di potere conservatore. A differenza di Rishi Sunak, almeno ultimamente, il leader del Partito Laburista appare molto affidabile ed estremamente competente agli occhi dell’elettorato, anche se a chiunque tende a risultare un po’ piatto, soprattutto se paragonato a figure come quella di Boris Johnson o di Jeremy Corbyn, entrambi tutto carisma e poca stabilità (caratteristica che ha portato entrambi ad essere largamente odiati da non pochi britannici).
Il carisma nelle file del Partito Laburista è, invece, attualmente concentrato soprattutto nella figura della vice-segretaria di partito, Angela Rayner: classe 1980, da anni molto amata in quasi tutto il Paese; è una figura molto interessante, e decisamente meno istituzionale del suo compagno di lavoro Starmer. A 16 anni abbandona la scuola perché incinta del suo primo figlio, si ritrova a lavorare come operatrice socio-assistenziale (dopo essere tornata a studiare, part-time, la lingua dei segni e assistenza sociale). Non riuscendo a sopportare le ingiustizie legate al suo lavoro, decide di entrare in UNISON – il sindacato a tutela dei lavoratori pubblici nel Regno Unito – fino a diventare una delle principali sindacaliste del Paese, per poi aderire al Partito Laburista, dove ora ricopre uno degli incarichi più importanti. La sua vicinanza in passato a Jeremy Corbyn è ormai caduta nel dimenticatoio.
Le date da ricordare
Il 30 maggio è stata sciolta la Camera dei Comuni. Attualmente, dunque, non c’è nessun deputato attivamente in carica. Sembrerebbe quindi esserci una situazione di vuoto di potere, ma non è decisamente così: nonostante la chiusura della Camera dei Comuni, la Camera dei Lord continua comunque ad esercitare le proprie mansioni. Ciò fino al 9 luglio, quando, a seguito delle elezioni del 4 dello stesso mese, il Parlamento si riunirà per la prima volta per eleggere lo Speaker, una figura che coincide più o meno con il ruolo del Presidente della Camera in Italia. Infine, il 17 luglio avverrà l’ufficiale riapertura della Camera dei Comuni con un discorso di Re Carlo III, che darà propriamente inizio alla nuova legislatura.