Si chiama Anna Luce D’Amico. Laureata in Scienze Urbane, Sviluppo Sostenibile e Gestione delle Risorse Ambientali e Industriali. Un curriculum invidiabile per un candidato sindaco artificiale in una città con problemi reali. Ma le tecnologie della nuova era digitale possono davvero essere la soluzione ai mali di una politica incapace di trovare risposte concrete per i cittadini? Se l’intelligenza artificiale ci aiuta nelle faccende domestiche, nelle azioni quotidiane e persino nel lavoro, perché non potrebbe darci una mano anche in politica?
La situazione a Taranto
Lo scorso mese, il 21 febbraio 2025, l’amministrazione comunale di Taranto, capitanata per la seconda volta consecutiva dal sindaco Rinaldo Melucci, è stata sciolta definitivamente. Anche questo mandato si è concluso in anticipo a causa delle dimissioni di 17 consiglieri su 32, determinando la fine di un’esperienza amministrativa che, agli occhi della città, appare persino più disastrosa della precedente.
Le dimissioni del consiglio comunale e la conseguente sfiducia nei confronti del sindaco sono legate alle logiche partitocratiche che dominano la politica italiana da troppo tempo. In particolare, Melucci non ha preavvisato della sua apertura a Italia Viva, né ottenuto il consenso delle forze politiche che sostenevano la sua giunta, scatenando così la crisi. Ora la città si prepara alle prossime elezioni amministrative, previste per giugno 2025.
L’idea di un sindaco artificiale
In un clima di totale sconforto, con un tira e molla tra i candidati di sinistra per il governo della città, una startup tarantina propone una soluzione innovativa: un sindaco basato sull’intelligenza artificiale. Tuttavia, le premesse sembrano ricalcare quelle dei sindaci umani: “Anna Luce D’Amico non è una politica come le altre. Non ha legami con partiti, lobby o vecchie logiche di potere. Non fa promesse irrealizzabili e non scende a compromessi con i giochi di palazzo. Si concentra su soluzioni, non su scuse. Analizza i problemi senza cercare colpevoli” racconta il gruppo di professionisti della comunicazione tarantini.
Il nome Anna Luce D’Amico, che richiama origini tarantine, è stato scelto per rappresentare un’amministrazione basata su efficienza, trasparenza e dati concreti, mettendoli al servizio della città. Un sogno per un territorio che ha vissuto un progressivo abbandono istituzionale, che non ha portato solo al degrado urbano ormai radicato, ma anche a un grave deterioramento delle condizioni di salute pubblica, aggravato dalle problematiche industriali che, dagli anni ’60 a oggi, continuano ad affliggere i cittadini di Taranto.
Il programma politico
Il manifesto politico di Anna Luce D’Amico è assolutamente pragmatico e anti-ideologico. “La tutela della salute e dell’ambiente, con decisioni basate su dati scientifici per garantire una bonifica efficace del territorio e una qualità della vita migliore. L’attenzione al lavoro e all’economia si traduce in un piano di sostegno alle piccole imprese, nella promozione di una riconversione industriale sostenibile e in una politica di sviluppo che favorisca l’occupazione senza compromettere la salute pubblica”.
La questione ambientale e sanitaria è, ovviamente, al centro di un programma che non nasce solo per provocare, ma per aprire un serio dibattito nell’opinione pubblica su una crisi che appare sempre più irreversibile. A questa visione si affianca un ampio pacchetto di competenze e strumenti che la sindaca D’Amico mette a disposizione dei cittadini di Taranto. La sua formazione accademica e il suo approccio professionale sono pensati per rispondere alle esigenze di un territorio che ha fame di riscatto e sete di giustizia.
Un burocrate smart?
Taranto è pronta a essere la testimonial nel 2026 di uno dei più grandi eventi che offriranno al territorio l’opportunità di riscattarsi: i Giochi del Mediterraneo. Tuttavia, i preparativi non sono stati esenti da difficoltà amministrative e burocratiche che hanno allungato i tempi per la ricostruzione e manutenzione dello stadio Erasmo Iacovone, dell’impianto sportivo per il basket PalaMazzola e di altre strutture chiave come il centro sportivo Magna Grecia.
Il programma per i Giochi, che includeva una rivalutazione del tessuto urbano di aree abbandonate della città – come il quartiere Salinella – , anche attraverso la costruzione di un impianto di atletica leggera, ha messo in luce le lacune e le debolezze di un’amministrazione che sembra essere priva della “intelligenza naturale” necessaria per affrontare tali sfide. Saranno forse queste le motivazioni che hanno spinto gli esperti di comunicazione a sviluppare un software capace di rispondere a tali esigenze? La questione ambientale e sanitaria è certamente cruciale, ma non si può negare che la mala gestione della cosa pubblica abbia esasperato tanto la situazione da portare alla riflessione su un sindaco non umano.
Conclusioni
L’intelligenza artificiale oggi ci aiuta in tanti aspetti della vita quotidiana: dalle azioni più semplici alle scoperte nel campo della medicina, della scienza e del progresso umano più avanzato, senza dimenticare anche il suo impatto sulla politica e sulla burocrazia.
Ora, senza correre verso soluzioni troppo affrettate, è chiaro che nessun sindaco “non umano” sarà eletto a Taranto, ma una riflessione è certamente necessaria: quanto la politica di palazzo, i giochi partitocratici e le menzogne elettorali hanno stancato l’elettorato? Certo, non vedremo mai un sindaco artificiale, ma la realtà è che la gente inizia a chiedere una classe politica che, almeno, sia “intelligente”.
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