Circa 1,5 milioni di chilometri di cavi sottomarini in fibra ottica connettono Stati e cittadini che si trovano a migliaia di chilometri di distanza, rendendo possibile questa rete e tutte le attività che quotidianamente svolgiamo online. Circa 150 anni fa, nel 1850, fu posato il primo cavo sottomarino commerciale che avrebbe collegato Francia e Inghilterra. Pochi anni dopo, nel 1858, il primo cavo telegrafico attraversò l’Atlantico e collegò Londra con il Nord America. Oggi i cavi sottomarini sono vitali per tutti gli utenti della Rete, per gli Stati, ma anche per i rapporti geopolitici tra Stati.
La rete sottomarina invisibile ma fondamentale
I cavi sottomarini sono una vera e propria spina dorsale della rete: attualmente circa 1,5 milioni di chilometri di cavi sono in servizio per garantire il funzionamento del Web. Presenti ben 1.444 punti di approdo, vale a dire i punti in cui i cavi sottomarini raggiungono le coste. Oggi quasi il 100% del traffico internet a livello globale passa sotto i mari e gli oceani, e gran parte di questo traffico è generato dai colossi del web come Google o Meta. I cavi sottomarini svolgono un ruolo centrale e fondamentale perché garantiscono agli utenti che le mail, i contenuti web, le chiamate giungano ai destinatari consentendo così la comunicazione tra parti del mondo anche tra loro opposte. Basta guardare una mappa per comprendere quanto articolata sia questa rete; sembra una ragnatela sottomarina.
Il rapporto sullo stato della rete del 2024 ha mostrato una vera e propria panoramica su un qualcosa che non vediamo, ma che è fondamentale per le nostre attività e comunicazioni. Il cavo internet Asia-Africa-Europa-1 (AAE-1) è lungo 25mila chilometri: attraversa il fondale marino, collegando due punti estremamente lontani come Hong Kong e Marsiglia, ma anche il Mar Cinese per raggiungere infine l’Europa. Si tratta di un cavo fondamentale perché fornisce le connessioni internet a più di dieci Paesi tra cui l’India. Questo cavo sottomarino è anche il più fragile, infatti quando è stato tagliato a giugno 2024 milioni di utenti di internet sono state vittime di un vero e proprio blackout. In seguito a questo blackout anche i servizi cloud di Google, Microsoft, Amazon sono stati interrotti. In seguito si è saputo che è stato recito nel punto in cui dal mare passa sulla terraferma: precisamente in Egitto, “uno dei punti più critici di Internet”; una sorta di ‘collo di bottiglia’ perché è proprio dall’Egitto che passa tutto il traffico internet tra Europa ed Asia.
Il cavo 2Africa collegherà ben 34 Paesi. Il cavo soprannominato “Marea” connette, invece, la Spagna agli USA e ha una capacità di 224 terabit per secondo. La potenza di questi cavi, che sono grandi come dei tubi, mostrano il livello di sviluppo tecnologico degli ultimi anni. I cavi sottomarini hanno bisogno di un continuo e costante aggiornamento affinché sia sempre garantito il loro funzionamento a livello globale. Anche nel caso di rottura, non dovrebbe comunque esserci un blocco nel flusso di invio dei dati perché altri cavi entreranno in funzione proprio per garantire agli utenti di poter continuare a navigare in rete a scambiarsi dati e informazioni. Una delle principali cause di rottura è il danneggiamento provocato da incidenti navali (basti pensare allo strascico delle ancore). Ma è anche possibile che i cavi subiscano danni in seguito ad eventi naturali come ad esempio terremoti, oppure ancora sabotaggi.
L’infrastruttura è costituita da una serie di cavi cablati posti a centinaia di metri di profondità nelle acque degli Oceani (è possibile anche visionare mappe interattive, come quella di TeleGeopraphy). Realizzati con il vetro siliceo, sono pensati “per consentire alla luce di percorrere distanze molto lunghe con un’attenuazione minima, quindi il sottoinsieme di fibre G.654 [Cut-off shifted single-mode optical fibers] viene utilizzato per applicazioni sottomarine”.[1]
Il cavo Apricot collega Giappone e Singapore con un percorso che attraversa anche l’area delle Filippine. I cavi Echo e Bifrost collegheranno Singapore agli USA; saranno i primi in assoluto in questo senso. Tutti i cavi sottomarini sfruttano il c.d. Dense Wavelength Division Multiplexing per la trasmissione e spostamento di quantità di dati, con la possibilità di inviare contemporaneamente questi stessi flussi utilizzando diverse lunghezze d’onda di luce.
Geopolitica sottomarina
I dati che si hanno a disposizione prevedono che entro il 2024 verranno investiti oltre 6 miliardi di dollari per la posa di nuovi cavi che dovranno collegare l’Asia e l’Oceania. Cavi che avranno ruolo fondamentale e che collegheranno direttamente Singapore agli Stati Uniti. Gli Stati che controllano il maggior numero di cavi sottomarini sono Stati Uniti e Cina: questo controllo ha e avrà sempre più un ruolo centrale nel mondo della geopolitica perché proprio grazie a questi cavi avvengono transazioni per almeno mille miliardi di dollari. Da questi cavi passano, quindi, dati che oggi hanno un valore commerciale fondamentale.
Inizialmente i cavi sottomarini erano di proprietà delle compagnie di telecomunicazioni, ma nel tempo – complice la crescita e lo sviluppo della Rete – più aziende hanno deciso di investire in queste infrastrutture; proprio questi grandi investimenti hanno consentito ad Internet di diventare effettivamente globale.
Il rischio che questi cavi vengano sabotati da un Paese rivale è purtroppo un fattore da non sottovalutare proprio perché questi cavi possono essere considerati strumenti di potere, ma anche di influenza, capaci quindi di delineare nuovi equilibri tra USA, Europa, Cina e Russia.
Basti pensare anche agli Houthi, che alcuni mesi fa hanno causato un blackout di internet e milioni di persone (dall’Africa orientale al Vietnam) si sono trovate ad essere offline in seguito ad un danneggiamento di alcuni cavi sottomarini nel Mar Rosso, precisamente nello stretto di Bab-el-Mandeb. Probabilmente i cavi sono stati danneggiati da una nave attaccata dagli Houthi e che era stata un loro bersaglio. Un incidente, questo, che dimostra quanto questi cavi siano fragili.
Soprattutto, non va poi sottovalutato il tema della sicurezza cybernetica di queste infrastrutture sottomarine anche alla luce della guerra tra Russia e Ucraina in cui il rischio di sabotaggi diventa sempre più probabile. Tenendo conto del fatto che, un attacco ai cavi cablati sottomarini, difficilmente potrebbe essere contrastato. Proprio per questo motivo, negli USA la Federal Communications Commission e altre agenzie hanno il compito di supervisionare i cavi sottomarini e altre attività che possono avere un impatto sulla rete di cavi sottomarini.
Conclusioni
Come scritto poc’anzi l’Egitto svolge un ruolo centrale, potremmo dire quello di hub internazionale critico per le reti di comunicazioni che collegano tre grandi continenti come Africa, Asia ed Europa. È fondamentale che a livello governativo, e non solo, si comprenda che i cavi sottomarini sono delle infrastrutture strategiche e al contempo anche critiche. E’ importante che vengano fissati raccomandazioni valevoli a livello internazionale per installazione-manutenzione-protezione dei cavi cablati sottomarini che rappresentano, oggi, le fondamenta di gran parte del commercio globale.
Entro il 2025 il 75% della popolazione mondiale sarà connessa ad internet; il futuro della tecnologia passa non sono dai dispositivi informatici e tecnologici che quotidianamente utilizziamo, ma anche e soprattutto dalla rete di cavi cablati sottomarini. Infatti, con la Strategia Global Gateway l’Europa punta alla realizzazione di connessioni sia stabili che affidabili affrontando, nel contempo, le importanti sfide globali. Gli investimenti in questo campo saranno sempre più importanti, oltre che consistenti.
L’Unione prevede anche investimenti in termini di rafforzamento dei rapporti tra Africa ed Europa con un pacchetto da 150 miliardi di euro atto a saldare la cooperazione in un campo sempre più in evoluzione. Questo, soprattutto, per tenere a bada la competizione con il colosso cinese.
[1] https://www.kentik.com/blog/diving-deep-into-submarine-cables-undersea-lifelines-of-internet-connectivity/