Il partito attualmente al Governo in Georgia ha preso la decisione di posticipare la discussione sull’ingresso del Paese nell’Unione Europea, e ora le strade georgiane sono piene di gente.
Le proteste
Per capire ancora di più la portata della situazione si può considerare che tra le persone scese in piazza si trovano anche funzionari ministeriali, elementi del corpo diplomatico, accademici e insegnanti. A opporsi ai manifestanti c’è la polizia in tenuta antisommossa, che, da quello che riportano i giornali esteri, avrebbe causato numerosi feriti.
Nella giornata del 4 dicembre ha inoltre arrestato uno dei leader d’opposizione, Nika Gvaramia, dopo averlo pestato e trascinato via privo di sensi. Solo un paio di giorni prima era stato arrestato il capo di un altro partito non governativo, Zurab Japaridze, rilasciato quasi subito, come confermato da lui stesso sui propri canali social.
L’allontanamento dall’Unione Europea
Il motivo che spinge la popolazione a farsi sentire è principalmente la scelta del primo ministro Irakli Kobakhidze, leader del partito Sogno Georgiano, di sospendere fino al 2028 la possibilità per la Georgia di diventare il ventottesimo paese membro dell’UE.
La decisione sarebbe motivata dal rifiuto del Parlamento europeo di riconoscere come validi i risultati delle elezioni tenutesi in Georgia il 26 ottobre scorso per la ricomposizione del Parlamento del paese.
Per l’Unione Europea sarebbero evidenti le irregolarità significative nel loro svolgimento. La richiesta europea è l’indizione di nuove elezioni, entro un anno da quelle illecite, con la supervisione internazionale, insieme a sanzioni per i leader georgiani, tra cui ovviamente figurerebbe il primo ministro.
Il percorso della nazione verso l’Unione Europea inizia nel 2017, con la riforma costituzionale che ha posto l’ingresso nell’UE come un obiettivo principale per il Paese. A marzo 2022 viene formulata la richiesta ufficiale per entrare nell’Unione da parte della Georgia, che diventa poi candidata ufficiale nel dicembre dell’anno seguente.
Secondo il National Democratic Institute di Washington, l’80% della popolazione georgiana desidererebbe fortemente che il proprio Paese fosse parte dell’Unione Europea. La Georgia ha guadagnato la propria indipendenza dall’URSS nel 1991, ma ancora oggi la pressione russa è un elemento cardine del dibattito politico. Molti credono che la decisione presa dal Governo possa portare a una fragilità accentuata verso il Cremlino. Il portavoce russo Dmitry Peskov ha dichiarato l’assenza di un’influenza della Russia sulla politica georgiana.
Poca democrazia e opposizione
Le proteste, che prendono una piega fortemente anti-partitica, hanno oltretutto avuto come altro tema principe, il rigetto nei confronti della legge sugli “agenti stranieri”, emanata dal Governo a maggio. In linea con una legge simile prodotta dalla Russia, e discussa da poco anche dalla Serbia, in Georgia qualsiasi testata mediale o ONG che riceve più del 20% di finanziamenti da fonti extranazionali viene automaticamente registrata come organizzazione al servizio di potenze straniere.
All’attuale Presidente Salome Zourabichvili sembra ovvia l’ispirazione russa. Zourabichvili, è stata eletta nel 2018 per un mandato presidenziale di sei anni, che dovrebbe terminare alla fine di dicembre, e parte dei problemi è anche legata a questo… Mentre per il Primo Ministro le potenze straniere vorrebbero creare in Georgia una situazione analoga a quella della Rivoluzione ucraina del 2014, e sarebbero dunque i motori dell’attuale protesta, la Presidente Zourabichvili riconosce l’illegittimità delle elezioni di ottobre e parrebbe rifiutarsi di terminare il proprio mandato.
Nel 2017 la Georgia ha cambiato il proprio sistema per l’elezione della sua carica monocratica principale: da un voto diretto popolare si è passati a un’elezione indiretta svolta dal Parlamento. Essendoci forti dubbi sulla composizione di quest’ultimo, Zourabichvili non vuole cedere la decisione riguardo al proprio successore al Sogno Georgiano, che nell’attuale legislatura ricopre un ruolo spiccatamente maggioritario in Parlamento.
Conclusioni
Le elezioni per il rinnovo della carica presidenziale avverranno il 14 dicembre. Colui che andrà con buona probabilità a sedersi al posto di Salome Zourabichvili è Mikheil Kavelashvili, ex calciatore del Manchester City e fondatore del sovranista e fortemente antioccidentale Sogno Georgiano.
Per l’Unione Europea i comportamenti antidemocratici e l’adozione di leggi come quella sugli “agenti stranieri”, hanno portato de facto la Georgia a uno stop forzato del processo di ammissione già a giugno di quest’anno, ma non è assolutamente esclusa un’eventuale ammissione del Paese nell’UE, che si dichiara ancora a braccia aperte nei suoi confronti.