Come ben sappiamo, le recenti elezioni in Moldavia hanno riconfermato Maia Sandu come presidente, la quale ha battuto l’ex procuratore Alexandr Stoianoglo, sostenuto dai socialisti filo-russi, con il 55,36% dei voti: un risultato che ha messo in evidenza la voglia di Europa del popolo moldavo, con un profondo coinvolgimento da parte della cosiddetta ‘diaspora’.
L’emigrazione moldava, infatti, è stata ed è un fenomeno significativo che ha un impatto profondo sulla Moldavia: a partire dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991, parte della popolazione ha dato vita ad un esodo massiccio verso l’estero, dovuto principalmente a fattori economici e sociali, che ha avuto come meta principale l’Europa.
RAGIONI PRINCIPALI DELLA MIGRAZIONE MOLDAVA
Una delle ragioni principali che ha spinto i moldavi a emigrare è stata la grave crisi economica. Con il crollo dell’Unione Sovietica, la Moldavia ha perso gran parte delle proprie strutture economiche e delle opportunità di lavoro. Nonostante i tentativi di riforme economiche, il Paese ha continuato a lottare con la povertà e con un elevato tasso di disoccupazione, che arriva quasi al 10% nelle zone più periferiche. Oggi, la Moldavia è tra i paesi più poveri d’Europa, con un reddito medio tra i più bassi del continente.
La situazione sociale dei moldavi, inoltre, si è ulteriormente aggravata a causa della corruzione politica e dell’instabilità governativa, le quali hanno contribuito ad alimentare il desiderio di lasciare il Paese. Le frequenti crisi politiche hanno portato molti cittadini a cercare stabilità e sicurezza altrove, dove le istituzioni sono più solide e le opportunità di crescita più accessibili.
FLUSSI MIGRATORI E METE PRINCIPALI
Il primo grande flusso migratorio moldavo è iniziato negli anni ’90, flusso che successivamente avrà un’accelerazione significativa nei primi anni 2000. In questo periodo, molti moldavi hanno cominciato a emigrare verso i paesi dell’Unione Europea, in particolare Italia e Spagna, dove il lavoro nell’assistenza domiciliare, nell’agricoltura e nella ristorazione ha offerto sbocchi per chi era in cerca di un impiego.
Nel 2006, la Moldavia ha perfezionato un accordo con l’Unione Europea per la libera circolazione delle persone, che ha facilitato ulteriormente l’emigrazione, portando a un incremento del flusso di emigrati verso i paesi europei. Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, si stima che oggi più di un milione di moldavi vivano all’estero, rappresentando così circa il 25% della popolazione totale del Paese.
IMPATTO SULL’ECONOMIA E SULLA SOCIETÀ MOLDAVE
L’emigrazione ha avuto effetti importanti sulla Moldavia, sia positivi sia negativi, perché, se da un lato occorre ammettere che le rimesse inviate dai moldavi all’estero costituiscono una delle principali fonti di entrate per il Paese (secondo dati della World Bank, le rimesse contribuiscono fino al 15% del PIL moldavo, aiutando le famiglie a mantenere un tenore di vita dignitoso), dall’altro, è evidente che la partenza di tanti giovani e lavoratori qualificati ha creato una crisi demografica, con un progressivo invecchiamento della popolazione e una carenza di forza lavoro in settori chiave. Inoltre, l’esodo ha avuto ripercussioni sociali importanti, in quanto ha generato quella che può essere definita una ‘separazione intergenerazionale’ all’interno delle famiglie.
IL PESO DELLA DIASPORA
Tuttavia, la netta presa di posizione della diaspora, ci porta inevitabilmente a un dibattito critico riguardo queste elezioni: il voto estero ha infatti giocato un ruolo significativo non solo nelle elezioni presidenziali, ma anche nel referendum sull’integrazione europea della Moldavia, dove il “sì” ha vinto con un margine molto ridotto.
Come si può capire dunque, senza il contributo della diaspora, che ha votato in larga maggioranza per Sandu e per l’integrazione europea, i risultati sarebbero stati molto più bilanciati, se non addirittura a favore dei socialisti filo-russi.
RESIDENTI E DIASPORA, UN POPOLO DIVISO SUL PROPRIO FUTURO
Risultati del genere ci portano inevitabilmente a evidenziare la diversità di opinioni del popolo moldavo, quasi spaccato tra i residenti in patria e gli emigrati. Legittimo sembrerebbe essere domandarsi quanto sia legittima l’equità di un voto estero, anche quando esso non riflette le problematiche quotidiane e immediate vissute in Moldavia: in un certo senso, la diaspora rappresenta un “ponte” con l’Occidente, in quanto garantisce risorse economiche per via dell’orientamento più aperto verso l’Unione Europea, che ricordiamolo, da molti viene vista come un’occasione per uscire dalla povertà e dalla dipendenza dalla Russia.
Molti cittadini che risiedono all’estero ritengono chiaramente legittimo il proprio diritto di voto, poiché nonostante abbiano lasciato la Moldavia, mantengono un forte legame identitario e molto spesso sostengono economicamente le famiglie rimaste nel Paese.
Dall’altro lato, chi vive in Moldavia è più coinvolto nelle conseguenze delle decisioni politiche quotidiane e spesso sente che le scelte della diaspora possano essere in netto contrasto con le volontà locali. Per chi risiede nelle regioni meno sviluppate, la politica filo europea sembrerebbe non aver condotto a dei miglioramenti: questo alimenta di conseguenza la frustrazione di coloro che sono rimasti in madrepatria verso il voto estero, che viene percepito come un’interferenza.
VOTO LEGITTIMO, MA CON PESO DIVERSO?
Come si può notare, La questione è complessa: la diaspora moldava si è resa una risorsa preziosa, in quanto fonte di un decisivo sostegno economico, il quale spesso è accompagnato da un forte orientamento verso la modernizzazione e l’Europa, che potrebbe portare benefici nel lungo termine. Tuttavia, l’influenza che la diaspora esercita sul futuro politico della Moldavia solleva una forte questione politica sul valore di un voto “a distanza”, confrontato con quello di chi vive quotidianamente le sfide del Paese.
Il quesito finale è dunque questo: è giusto che una porzione significativa, e in questo caso decisiva, del risultato elettorale dipenda da elettori che non vivono quotidianamente le realtà locali?