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    Perché Calafiori è il presente e il futuro di questa Nazionale

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    Nonostante lo sfortunato autogol della sfida contro la SpagnaRiccardo Calafiori rimane un’icona della nazionale italiana, rappresentando un elemento fondamentale nell’ecosistema tattico degli azzurri. La sua è una storia di impegno e dedizione, iniziata pochi anni fa nelle giovanili della Roma: poi un gravissimo infortunio a 16 anni che avrebbe potuto stroncargli la carriera, il percorso riabilitativo, una parentesi al Genoa, l’addio dalla capitale per il Basilea, e “infine” la definitiva consacrazione a Bologna. Nella sua ultima annata in maglia ‘rossoblu’, Calafiori ha avuto la fortuna di lavorare con Thiago Motta (oggi allenatore della Juve), tecnico dalle idee innovative e coraggiose, che ha reso il classe 2002 il grande prospetto che è oggi. La sua crescita è stata esponenziale, tanto da attirare l’attenzione del Manchester City di Pep Guardiola e di svariati top provenienti da tutta Europa. La squadra che però, secondo le cronache giornalistiche, pare più vicina ed interessata al difensore è la Juventus. In bianconero Calafiori si ricongiungerebbe, tra l’altro, proprio con Thiago Motta, andando quindi incontro alla possibilità di continuare a lavorare sulla propria evoluzione insieme al tecnico che gli ha letteralmente cambiato la vita. Chi potrebbe cambiare la vita calcistica di Calafiori arricchendolo di nuovi spunti e capacità è anche Luciano Spalletti, tecnico della nazionale italiana sotto la cui guida in questi giorni il difensore del Bologna sta giocando l’Europeo.

    Ma che tipo di giocatore è Riccardo Calafiori? E perché, nonostante la sconfitta e l’autogol con le furie rosse’, continuerà ad essere indispensabile per gli azzurri?

    Caratteristiche tecniche

    Il numero 5 della Nazionale inizia la sua carriera come terzino sinistro fisico e di gamba. Ma è al Basilea che inizia a imporsi anche come centrale di difesa, anche se timidamente e con compiti molto embrionali rispetto a quelli che ha imparato a svolgere dopo il suo ritorno in Italia. È proprio a Bologna che Calafiori diviene il centrale di difesa forte e a tratti rivoluzionario che conosciamo oggi. Non è infatti solo un ottimo difensore, ma anche un centrocampista aggiunto. Grazie alla libertà fornitagli da Thiago Motta, l’ex Basilea in fase di costruzione della manovra avanza sulla linea dei mediani rendendosi appoggio e proposta per chi gestisce la primissima impostazione, liberandosi quindi dal semplice compito di centrale di difesa ed accompagnando anche la fase offensiva della squadra. Indimenticabili i due gol contro la Juve a fine campionato, uno dei due esattamente specchio di queste sue capacità nello sganciarsi dalla linea difensiva. Ottimo inoltre anche nei passaggi, corti e lunghi, risultato di un grandissimo lavoro tecnico che Motta ha svolto su di lui. Manifestazione numerica di questo i 5 assist collezionati in stagione, numeri incredibili per un difensore centrale. I suoi inserimenti e le sue caratteristiche fino ad oggi sono tornati molto utili anche in nazionale, grazie anche alla grande fiducia che Spalletti ha riposto in lui. Più volte Calafiori è riuscito a creare superiorità numerica in mezzo al campo, dinamica che molto spesso si è vista nella prima partita di Euro2024 contro l’Albania, in cui Calafiori ha effettuato una prestazione di grande spessore tecnico-tattico.

    Unica reale sbavatura, l’indecisione su Manaj al minuto ’89 dopo l’incantevole lancio lungo di Asllani, che avrebbe potuto compromettere tutto quello che di buono era stato fatto fino ad allora. Ed è proprio in situazioni come queste che Calafiori dovrà migliorare, ovvero il lancio dietro la linea della difesa, in cui più di qualche occasione in stagione si è mostrato disattento. Paradossalmente questo suo spigolo da affinare è una conseguenza ad uno dei suoi principali pregi: pensare offensivamente. Ma nel caso in cui Calafiori divenisse ancor più efficace in determinate situazioni difensive, allora si parlerebbe davvero di un giocatore totale. Difatti, a cercare il difensore in sede di mercato sono state squadre, anche di livello internazionale, che propongono un gioco innovativo e di stampo offensivo.

    Conclusioni

    Nonostante gli ancora grandi margini di miglioramento, Calafioriè ad oggi probabilmente il giovane italiano più talentuoso a disposizione del movimento azzurro. È importante quindi che continui a perseguire il suo percorso di valorizzazione, con la fortuna che continui ad incontrare sulla sua strada allenatori altrettanto talentuosi e capaci. 

    È altrettanto fondamentale che lo sfortunato autogol dopo una comunque buona prestazione contro la Spagna, e la svista difensiva contro l’Albania non pregiudichino la futura titolarità in azzurro del classe 2002, ad oggi fondamentale per l’Italia se l’obiettivo è quello di proporre un calcio di qualità.

    In una recente conferenza stampa, Luciano Spalletti ha risposto alla domanda di un giornalista, che ha posto al commissario tecnico la classica domanda sulla differenza tra vincere e giocare bene, concetti che non dovrebbero trovare uno scontro o un dualismo opposto, ma che in realtà sono uno consequenziale all’altro.

    Spalletti alla domanda ha risposto che l’importante è giocare bene.

    Con Calafiori in campo, sarà sicuramente più semplice.

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